LEIRE VERGARA, SPACE IS THE PLACE/THE PLACE IS SPACE

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO

SPACE IS THE PLACE/THE PLACE IS SPACE

In qualche luogo lontano: Roma

“A me interessa l’impossibile, perché il possibile è già stato fatto e non è cambiato nulla” (Sun Ra) 

Nel 1977, Sun Ra atterrò sulla Terra, in Italia, con l’obiettivo di compiere una missione speciale a Roma: teletrasportare gli abitanti della città su un altro pianeta attraverso la musica. A tale scopo, portò con sé alcuni fedeli, tra cui il batterista Luqman Ali e il cantante Thomas Thaddeus alias Eddie Thomas. L’evento venne inciso su nastro ma fu solo nel 2015 che Record Store Day lo pubblicò in un doppio album dal titolo In Some Far Place: Roma ‘77. Tra le canzoni incise e raccolte figura Space is The Place. 

In qualche luogo lontano: Roma è il titolo del programma svolto a Roma nell’ambito del progetto di ricerca di Bulegoa z/b Space is The Place/The Place is Space, il cui obiettivo è analizzare il ruolo dell’arte come pratica critica che offre strumenti per fermarsi, osservare e situarsi nel mondo, per generare situazioni e immaginare modi di vivere e di produrre spazio. Strutturato in incontri periodici, ha assunto diverse forme, quali presentazioni, proiezioni, conferenze, passeggiate, azioni sul territorio e diverse produzioni artistiche. 

In qualche luogo lontano: Roma parte dalla città di Roma come “luogo” dal quale concentrarsi e soffermarsi su alcuni gesti di resistenza del passato che ancora oggi attraversano il presente e si proiettano verso il futuro. Mediante la creazione di un gruppo di studio che è stato attivo tra il maggio e l’ottobre del 2021, il programma si è snodato a partire dai contributi di un insieme di invitati/te: artiste, curatrici, autori/trici, registi/te, architetti/te, storici/che e pensatori/trici con legami precedenti, continuativi o immaginati con la città di Roma. 

Gli/le invitati/te sono stati: Giulia Crispiani, Patrizia Rotonda, Sara Benaglia, Arnisa Zeqo, Giulia Damiani, Sara Giannini, Miren Jaio, Susana Talayero, Silvano Agosti, Liryc De La Cruz, Giovanna Zapperi, Stalker, Alvin Curran e William (Bill) Dougherty.

Nella mostra Processi 148 si includono materiali del programma di attività e la sceneggiatura di un film girato in super 8 e realizzato dal gruppo di studio a mo’ di conclusione del processo collettivo.

Il film In qualche luogo lontano: Roma (2021) è un’opera di paternità condivisa tra Usua Argomaniz, Matias Ercole, Giovanni Impellizzieri, Olmopía, Alice Penconi, Cecilia Spetia, Marcela Szurkalo e Leire Vergara. L’anteprima si è proiettata venerdì 15 ottobre 2021 al Teatro Cantiere, Via Gustavo Modena 92, 00153 Roma.

 

BIOGRAFIA

LEIRE VERGARA

Leire Vergara è curatrice indipendente, dottorato al Goldsmiths College University of London e membro di Bulegoa z/b. Ha curato numerosi cicli ed esposizioni. Tra gli altri: Las imágenes recurrentes. Sobre las condiciones materiales de su retorno (con Pablo Martínez), MACBA, Barcellona (2017), La pantalla negra o blanca: el poder de ver imágenes juntos XXIII Jornadas de la Imagen CA2M, Madrid (2016), Jose Mari Zabala Écfrasis. Bideolanak 1986-2016, CarrerasMugica, Bilbao (2016), Dispositivos del tocar: Imaginación curatorial en los tiempos de las fronteras expandidas, Trankat, Tétouan (2015). Dal 2009 al 2005 ha lavorato come curatrice-capo a Sala Rekalde. Dal 2002 al 2005 è stata co-direttrice di DAE-Donostiako Arte Ekinbideak (con Peio Aguirre), progetto associato ad Arteleku. Dal 2016 imparte il corso Curating Positions nel Master di Arte del Dutch Art Institute, ArtEZ University of the Arts, Arnhem.

Bulegoa z/b è un ufficio di arte e conoscenza fondato nel 2010 e situato nel quartiere Solokoetxe di Bilbao. È un luogo di incontro tra la pratica e la teoria incentrato sulla produzione, la discussione, lo scambio di idee e la materializzazione di progetti artistici. Fanno parte di Bulegoa z/b Beatriz Cavia, Miren Jaio e Leire Vergara. Silvia Coppola è assistente di produzione.

SHIRIN SALEHI, IL TEMPO SENZA SCONFITTE

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO

Il tempo senza sconfitte

Le crepe in un’iscrizione spaccata su pietra o metallo, un affresco di cui non rimane quasi nulla o un busto scheggiato: tutto sembra pulsare ancora per il contatto con una mano che incide, il corpo di un artista artigiano. In essi trema l’essenza del linguaggio: nel gesto di un’incisione – nell’azione fisica di un intaglio – un corpo che va a scomparire lascia la sua impronta su una materia che magari non perirà. Al di là di tutti i significati e dei segni convenuti che descrivono un tempo, nell’atto stesso del fare risiede uno dei gesti fondamentali dell’essere umano: il desiderio di lasciare una memoria per gli occhi e per le menti che ancora non esistono. 

Partire dai frammenti, da qualche graffiato disegno, da immagini che non si lasciano intrappolare completamente, segni illeggibili, dichiarazioni cancellate dalle epoche, inconoscibili, alfabeti diversi; spogliarsi di tutto e di tutti ed essere semplicemente gesto. Come in un sogno ad occhi aperti, riusciamo quasi a raggiungere i nostri antenati, ne tocchiamo la fisicità nella carezza di una materia che perdura. Lì sono stampati i corpi degli altri senza nome che ci hanno abitato in un tempo precedente. 

Riconoscersi come vincolo conferisce un altro senso all’atto del fare, nelle mani che si tendono disegnando incisioni sul metallo, la schiena che s’incurva sul gesso o sull’argilla. L’artista artigiano è un corpo creatore, che scrive riguardo al tempo e a una materia che non è oggetto di consumo ma comunione.

Nata a Teheran nel 1982, emigra in Europa alla fine degli anni Novanta. Dopo alcuni anni di lavoro come ingegnere delle telecomunicazioni, nel 2009 cambia rotta e inizia la sua formazione artistica presso la Scuola di Arti e Mestieri Arte Diez, specializzandosi in incisione. Completa i suoi studi, tra numerosi workshop, nel Master del CIEC e nel Master in Ricerca e Creazione della Facoltà di Belle Arti dell’Università Complutense, al termine del quale ha pubblicato (velado). 

Parallelamente alla pratica artistica, lavora a progetti di insegnamento, scrittura, traduzione di poesia e interpretariato. Ha tenuto workshop sul libro d’artista e sul pensiero artistico in diversi centri culturali, in particolare il Center for Book Arts di New York, e ha partecipato come oratrice al programma Enfoques su invito della Fundación Amigos Museo del Prado (2021). Presso la Fundación Miró Mallorca, si è tenuta nel giugno 2021 la mostra del suo progetto ‘Un Punto Fijo para Orientarse’, insieme all’artista Inma Herrera, dopo aver entrambe ricevuto il Premio Biennale Pilar Juncosa e Sotheby’s per la Creazione 2019. Ha sviluppato diversi progetti come artista residente in centri come la Casa de Velázquez (Madrid), il museo Neomudéjar (Madrid) e la fondazione Il Bisonte per lo studio dell’arte grafica (Firenze). Tra i premi di cui è stata insignita, degni di nota sono il primo premio per il libro d’artista della Fondazione Ankaria 2015, il premio speciale Combat Prize (Livorno, 2015), il premio Pilar Banús ai Premios Nacionales de Grabado del Museo del Grabado Español Contemporáneo (2014) e il primo premio di FIG Bilbao (2012).

 

Opere

Con un lavoro interdisciplinare che esplora media come la grafica, il disegno, la scultura e l’immagine in movimento, Shirin Salehi indaga la dimensione poetica e saggistica del linguaggio visivo a partire da idee come l’occultamento, la materia cancellata e la scrittura illeggibile. In “Time without Defeat”, un progetto che ha sviluppato durante la sua residenza all’Accademia di Spagna a Roma, si basa sulla sua preoccupazione per il tempo e l’incisione, in conversazione con approcci di autori di riferimento per l’artista come Pascal Quignard e María Zambrano. L’artista indaga la lettura della materia incisa e di un tempo precedente (alla produzione), un tempo che comprende spazi poetici che guardano al linguaggio stesso, un tempo che non si consuma né si esaurisce. Prestando grande attenzione alla risoluzione formale dei pezzi, presta particolare attenzione alle qualità concettuali dei materiali, costruendo un corpo di lavoro in cui il contenimento e l’austerità presentano il tempo che interessa all’artista per aprire conversazioni con lo spettatore.

«Nada es signo»

Gesso pigmentato, intaglio, grafite e legno.

150 x 50 x 8 cm.

 

«Un orden remoto»

Rame, acquaforte, inchiostro d’acquaforte e gesso pigmentato.

Set di tre parti. 150 x 5 x 5 cm ciascuno.

 

«Los signos naturales» 

Gesso pigmentato Otto tavolette.

Misure variabili. Dimensioni del set: 37 x 200 x 2 cm.

 

«Si nada se busca»

Rame, acquaforte e inchiostro per incisione a rilievo. Set di due lastre di rame.

60 x 50 cm ciascuna.

 

«Todo se da inscrito en un movimiento circular»

Fotogrammi. Stampa digitale su carta.

Dimensioni del set: 35 x 153,35 cm.

 

«Nocturno (I)»

Fotografia. Stampa digitale su carta.

50 × 80 cm.

 

«El tiempo sin derrota» 

Rame, acquaforte e inchiostro per acquaforte.

Installazione nel Tempietto di San Pietro in Montorio.

60 x 150 cm x 6 cm.

 

BIOGRAFIA


SHIRIN SALEHI

Nata a Teheran nel 1982, emigra in Europa alla fine degli anni Novanta. Dopo alcuni anni di lavoro come ingegnere delle telecomunicazioni, nel 2009 cambia rotta e inizia la sua formazione artistica presso la Scuola di Arti e Mestieri Arte Diez, specializzandosi in incisione. Completa i suoi studi, tra numerosi workshop, nel Master del CIEC e nel Master in Ricerca e Creazione della Facoltà di Belle Arti dell’Università Complutense, al termine del quale ha pubblicato (velado). 

Parallelamente alla pratica artistica, lavora a progetti di insegnamento, scrittura, traduzione di poesia e interpretariato. Ha tenuto workshop sul libro d’artista e sul pensiero artistico in diversi centri culturali, in particolare il Center for Book Arts di New York, e ha partecipato come oratrice al programma Enfoques su invito della Fundación Amigos Museo del Prado (2021). Presso la Fundación Miró Mallorca, si è tenuta nel giugno 2021 la mostra del suo progetto ‘Un Punto Fijo para Orientarse’, insieme all’artista Inma Herrera, dopo aver entrambe ricevuto il Premio Biennale Pilar Juncosa e Sotheby’s per la Creazione 2019. Ha sviluppato diversi progetti come artista residente in centri come la Casa de Velázquez (Madrid), il museo Neomudéjar (Madrid) e la fondazione Il Bisonte per lo studio dell’arte grafica (Firenze). Tra i premi di cui è stata insignita, degni di nota sono il primo premio per il libro d’artista della Fondazione Ankaria 2015, il premio speciale Combat Prize (Livorno, 2015), il premio Pilar Banús ai Premios Nacionales de Grabado del Museo del Grabado Español Contemporáneo (2014) e il primo premio di FIG Bilbao (2012).

GONZALO GOLPE, VERBA VOLANT

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

Progetto

VERBA VOLANT

“Verba Volant” fa parte del progetto La Distanza, una ricerca sul linguaggio visivo che sto svolgendo presso l’Academia de España en Roma. Verba Volant propone un’esperienza di lettura diversa, fisica e intuitiva, che renda il lettore un soggetto attivo che si sposta con il corpo e, allo stesso tempo, con la mente, gli occhi e le emozioni.

Disposte sulle pareti di un cubo di carta di grandi dimensioni, decine di fotografie si susseguono come una sinfonia visiva che si serve degli uccelli come filo conduttore in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio. Da New York a Babilonia; dal linguaggio trattato come una scienza a una tavoletta cuneiforme che sembra scritta da un uccello; dalla grammatica universale di Chomsky alla teoria della selezione naturale di Darwin; dal linguaggio inteso come arma alla lingua materna: la nostra prima lingua, la più intima, quella che configura il nostro cervello creando un legame tra il pensiero e la parola che con gli anni sarà tanto importante quanto quello di sangue.

 

OPERA


Il progetto che Gonzalo Golpe presenta a Processi 148 consiste in un cubo di legno e carta ignifuga. Al suo interno l’autore sviluppa una finzione poetica a proposito dell’origine del linguaggio e l’evoluzione della lingua verso una unilingua. Al suo interno decine di fotografie sono disposte come annotazioni visive. Il dispositivo funziona come un libro visivo che invita al lettore a entrarci dentro. Una delle pareti funge da porta, che va chiusa quando il lettore vi entra. Il cubo dispone di un’illuminazione interna, ma si consiglia l’uso di una torcia come fonte di luce complementare. La torcia è accanto alla didascalia dell’opera e ha due funzioni: una luce focale e un’altra diffusa.

 

biografia

GONZALO GOLPE

Madrid, 1975. Editore indipendente e professore.

Laureato in Filología Hispánica e diplomato in Edición y Publicación de Textos all’Universidad de Deusto. Specializzato in auto edizione e produzione grafica.

Dal 2014 fa parte di La Troupe, un collettivo di professionisti delle arti grafiche che si dedica al lavoro d’autore, sia nella variante editoriale che in quella espositiva. Interessato all’auto-pubblicazione e alla narrativa fotografica, il suo lavoro si è fondamentalmente sviluppato nel mondo del libro d’arte, lavorando indistintamente per fondazioni, musei, case editrici o direttamente per l’autore. Come editore non si limita a lavorare con i libri, ha partecipato anche allo sviluppo di applicazioni digitali, siti web d’autore e ha curato progetti espositivi.

È docente in diverse scuole, in cui imparte materie relative al linguaggio visivo, la direzione di progetto e l’editing e la pubblicazione di libri fotografici. Coautore del saggio poetico “Curso y Discurso”, pubblicato nel 2020 da Cabeza de Chorlito (Spagna) e nel 2021 da SED Editorial (Argentina).

Il suo lavoro si può consultare su:

www.formalenta.com/

www.la-troupe.com/

SARA GARCÍA, L’ORDINE NOTTURNO

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


l’ordine notturno

Il progetto è il risultato di una ricerca che ho sviluppato nel corso degli ultimi sei mesi a proposito dell’ospitalità e del nostro rapporto con l’Altro.

In questo periodo ho avviato una collaborazione con microorganismi per produrre alimenti che condivido con i partecipanti durante diverse cerimonie. Alimenti basilari come la farina, il riso o i piselli sono alterati da batteri, funghi e lieviti che, mediante processi di fermentazione, modificano le molecole degli alimenti dando luogo a nuove consistenze, colori, odori e sapori. In questo modo, i microorganismi trasformano qualcosa di conosciuto in un qualcos’altro di completamente nuovo che siamo incapaci di riconoscere e definire.

Penso a un ordine notturno che abbraccia la perdita di senso e che propone l’esperienza con gli alimenti come una via per accedere ad altre forme di conoscenza. In contrapposizione a un sapere diurno che definisce e quantifica, che addomestica lo sconosciuto, frammentando l’enigmatico fino a dominarlo.

Nella mia pratica è importante inserire il cibo nell’opera per ripensare il modo di creare legami. Ritengo che l’ospitalità e la tavola siano assolutamente connessi. Condividere il cibo è una delle forme più basilari di cooperazione e uno dei rituali più diffusi nella nostra società. Gli alimenti di base ci allontanano da ciò che è inospitale e vuoto, ci avvicinano al rifugio, all’intimità e all’Altro. C’è un piccolo atto di resistenza quando condividiamo un pasto con l’Altro, un gesto di attenzione e cura. I legami affettivi si fortificano quando ricevono, danno o condividono alimenti, benché io tenga comunque presente il complesso rapporto di potere che si stabilisce tra anfitrione e ospite.

l’ordine notturno è un’opera che si attiva durante una serie di cerimonie in cui si condividono alimenti con i partecipanti.

roma open BC

 

BIOGRAFIA


SARA GARCÍA

Spagna, 1983. esplora l’idea della pittura della natura morta attraverso l’elemento partecipativo, principalmente tramite l’uso di alimenti. Partendo da diversi approcci mira a generare esperienze sensoriali intime che riflettono sull’idea di ospitalità e pertanto sul nostro rapporto con l’altro, con ciò che ci è sconosciuto.

Ha studiato Belle Arti all’Universidad de Vigo e all’Universidad Politécnica de Valencia, ha partecipato inoltre al PES (Programa Educativo SOMA) a Città del Messico. Alcune delle mostre a cui ha partecipato sono: El sol y su sombra, CCEMX, Città del Messico, Presencia lúcida, ESPAC, Città del Messico, Una rosa tiene forma de rosa. Oficios e instintos, Casa del Lago, Città del Messico. La Isla, Isleta del Lago Mayor, Bosque de Chapultepec, Città del Messico, Universo vídeo. Geo-políticas, LABoral, Gijón. 

GADEA BURGAZ, SARCOFAGO, UN PUPAZZO, LA COPIA E ALTRI RACCONTI

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


Sarcofago, un pupazzo, la copia e altri racconti

Una collezione tessile e la creazione di sculture come modelli.

La proposta è riprodurle, i loro corpi e le loro parti,

in particolar modo, i loro movimenti. Stando qui, entrano attori,

ballerini e il mio movimento.

Scalarle a misura umana, e non sarà in pietra.

Stando qui, diventano molto più grandi: corpo = 2 volte corpo.

Vestire il materiale, il movimento, quella parte del corpo,

in definitiva, vestire delle sculture e

constatare, magari, la gamma cromatica persa nei secoli.

Stando qui, sarcofagi mille. Un pupazzo mi trova. Torno al documento del progetto di quell’estate, era già lì.

L’avevo intitolato Cartamodelli pietrosi per includere rigidità nei tessuti, fluidità nella durezza del materiale. Stando qui, il titolo è un altro.

Il germe è Alonso Berruguete: le espressioni, il legno, le sue vesti rigide ma

fluide, colorate!

Mi interessa il piatto che diventa volumetrico attraverso un cartamodello,

la stoffa se diventa rigida, che si colloca statica. La rappresentazione che non si muove. Stando qui, la maschera! Il velo diventa scultura. Una porta chiusa.

Non partire dal manichino, fermo e simmetrico, o dal corpo umano in sé,

ma dallo scultoreo, con proporzioni non reali, che è un movimento in un istante concreto.

Stando qui, corpo in movimento, pum!

Ma queste vesti

dovranno poter vestire un corpo umano che

si muove, balla, vuole comodità, si toglie e si mette

il suo vestito, tenuta, abito, indumento, confezione, parte di stoffa, collezione di abbigliamento, non

è chiaro.

 

OPERE


 Ritagli Mille

Fotografie: Mar Sáez

Modella: Mathilde Invernon

Installazione: Gadea Burgaz

Velo

Composizione: collaborazione con Mathilde Invernon

Produzione: Gadea Burdaz

Struttura metallica: LAR Paralumi

Il Pupazzo

Collezione privata

Colonna e Donna

Aiuto tecnico: Alessandro Danesi

Video Ninnananna a due voci

In immagine: Jorge Dutor e Guillem Mont de Palol, Mathilde Invernon, Giovanni Impellizieri, Gadea Burgaz e altri racconti

Regia e montaggio: Gadea Burgaz

Copie

Produzione tecnica: Studio Azimut

Opere in sala

Delia e altri racconti

Titolo e materiali in progress

 

BIOGRAFIA


GADEA BURGAZ opcion 2-Gadea recortada2

Madrid, 1992. Dopo aver studiato Architettura e Belle Arti, lavora con diverse discipline. Dal tessile alla scultura, dalle videoriprese alla pittura, l’architettura, la costruzione, dall’urbanismo al paesaggio, il teatro, scritti, spesso il disegno, il movimento dei corpi e le immagini, il volto. Mette in relazione le cose. In questo modo si trova di fronte a temi basilari, antichi, che sono anche contemporanei. E il progetto sorge.

Laureata in Architettura nel 2017 all’Universidad Politécnica de Madrid, conclude gli studi con un master abilitante. Un anno alla Facoltà di Belle Arti di Madrid e all’Università di Tokyo, nel LAB di Kengo Kuma. Nel 2019 costruisce un padiglione per il Festival Concéntrico 05 di Logroño, che viene installato con un’altra distribuzione nel Goethe-Institut di Madrid e per l’evento della Notte Bianca di Oviedo. Nel 2020 realizza la sua prima residenza artistica di sei mesi nel WIELS, Museo di Arte Contemporanea di Bruxelles. Partecipa alla mostra Hide’n Seek alla Temple University di Roma.

IRENE DE ANDRÉS, DOPO LA PAUSA

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


DESPUÉS DEL DESCANSO/DOPO LA PAUSA

Nel Settecento il mare diventa il nuovo oggetto del desiderio.

Comincia a prendere corpo il viaggio turistico moderno e, successivamente, alcuni governi concedono il diritto alle ferie pagate per la classe lavoratrice. In risposta a questi fenomeni si sviluppano architetture specifiche, come stabilimenti balneari e crociere, scenari chiave per il mio progetto Dopo la pausa. 

Questo lavoro si articola attraverso l’evoluzione del concetto di ozio, prendendo a riferimento le organizzazioni dedicate all’addottrinamento della classe operaia delle dittature europee del Novecento. Il loro ruolo principale consisteva nel procacciare adepti ai diversi regimi totalitari attraverso attività ricreative nel tempo libero. 

Questi sistemi di controllo giocarono un ruolo fondamentale nello sviluppo del viaggio turistico, in cui ozio e lavoro dovevano essere strettamente connessi. La prima organizzazione che servì da esempio al resto fu Opera Nazionale Dopolavoro, nell’Italia di Mussolini. Nella Germania di Hitler si esportò come Kraft durch Freude (Forza attraverso l’allegria), che con un maggior investimento arrivò a diventare il tour operator più grande degli anni Trenta. Nella Spagna di Franco, e su scala minore, si creò l’organizzazione Educación y Descanso, e nel Portogallo di Salazar si tradusse come Alegria no Trabalho. La finalità di questi sistemi dedicati allo svago e alla cultura era ottenere una maggiore produttività, oltre alla devozione del lavoratore nei confronti del regime, sotto slogan come “Ora puoi viaggiare anche tu”. 

La presente ricerca si traduce in alcune opere filmiche e grafiche che, sotto forma di viaggio attraverso il tempo, ricollegano diversi avvenimenti storici che ci fanno riflettere sul modello di consumo turistico e il significato stesso del viaggio.

 

OPERE


AIDEZ ET VISITEZ

Tecnica: Disegno con inchiostro pigmentato e inchiostro di china su carta Fabriano 250 g/m2

Dimensioni: 50 x 70cm.

Quest’opera è la sintesi del messaggio incrociato di due poster emblematici, stampati entrambi in Spagna negli anni Trenta. Da una parte c’è il famoso “Aidez l’Espagne” di Joan Miró, che invoca il sostegno alla Repubblica spagnola durante la Guerra Civile, per impedire l’avanzata delle truppe di Franco. La scritta sull’altro lato appartiene allo slogan che il Dipartimento di Turismo dedicò a diverse province spagnole: “Visitez l’Espagne”. Questo gioco tra i due messaggi risponde alla pulitura di facciata comportata dal turismo durante la dittatura di Franco, e il modo in cui si continua a utilizzare come salvezza dell’economia, ignorando i problemi che ciò arreca da decenni.

GRANDIOSA FANTASIA 

Tecnica: Video su due canali colore 4K 48Hz

Durata: 3’30” (loop)

Descrizione: Il dittico presentato è il riassunto di una traversata di 7 giorni in una crociera nel Mediterraneo occidentale. I video corrispondono al primo e all’ultimo giorno di traversata a bordo di una di queste navi, che appaiono come la sintesi del capitalismo più selvaggio. Questo modello di vacanza, che ha subito un duro colpo durante la pandemia causata dal Covid-19, ritorna nei nostri porti come se nulla fosse accaduto, sfruttando il suo slogan preferito: “Sentiti libero”.

 

BIOGRAFIA


IRENE DE ANDRÉSirene-crop

Ibiza, 1986. Irene de Andrés si è laureata alla Scuola di Belle Arti dell’Universidad Complutense di Madrid (2009) dove ha fatto un Master in ricerca e produzione artistica (2010). È stata una delle artiste residenti della Escuela FLORA Ars+Natura di Bogotá (Programma di residenze artistiche A/CE 2016) e del programma The Harbor de Beta Local a San Juan di Puerto Rico (2017). Nel 2019 è stata residente nel programma per Artisti Visivi del Centro de Residencias Matadero Madrid.

Tra le borse di studio e premi che ha ricevuto vanno menzionati il premio Generaciones, Circuitos de Artes Plásticas, il Premio Ciutat de Palma, “Ayudas a la Creación Audiovisual DKV-Es Baluard” e “Ayudas a la Creación Audiovisual del Programa Visiona” della Diputación di Huesca. Le sue mostre personali più recenti sono state realizzate a Espai 13 de la Fundación Joan Miró di Barcellona, e al Museo Patio Herreriano di Valladolid. Il lavoro di Irene si è potuto vedere anche in svariate mostre collettive in centri e istituzioni come il MuHKA (Museo di Arte Contemporanea di Anversa), Casa Encendida a Madrid, Trienal de Frestas de Sorocaba (Brasile), galleria Copperfield di Londra o IFA Galerie a Berlino.

www.irenedeandres.com

www.vimeo.com/irenedeandres

 

SUBVERSIONES DE ESTÍBALIZ SÁBADA – Exposición

Il 25 settembre inaugura SUBVERSIONES, una mostra della ex borsista dell’Accademia Estíbaliz Sádaba, nello spazio d’arte contemporaneo AlbumArte. Fino al 28 ottobre.

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opening* sabato 25 settembre dalle 12.00 alle 21.00 

*contingentato e secondo le norme sanitarie vigenti

Progetto realizzato grazie al contributo di Acción Cultural Española (AC/E)
Con il sostegno di Etxepare Euskal Institutua
In collaborazione con la Real Academia de España en Roma

25 settembre – 28 ottobre 2021

Ingresso gratuito orario dal martedì al sabato h 15.00-19.00

Reading Room – Installazione

Fino al 17 settembre 2021

L’installazione Reading Room è stata concepita come un dispositivo itinerante che raccoglie una selezione di pubblicazioni realizzate dagli studi emergenti che formano parte della rete di New Generations. Durante ogni Festival, New Generations lancia una call per la raccolta di libri, articoli e paper, progetti editoriali indipendenti, progetti digitali e altri formati. Tra quelli pervenuti attraverso le call, New Generations ne ha selezionati alcuni, che verranno inseriti all’interno dell’installazione.

Reading Room  si compone di sei pezzi, ognuno corrispondente ad uno dei temi proposti attraverso il Festival. L’installazione verrà inaugurata il prossimo 30 Giugno presso la Real Academia de España en Roma, attraverso la presentazione dei primi quattro pezzi, con una raccolta di libri corrispondenti ai quattro temi affrontati durante la prima e seconda edizione della manifestazione triennale. Gli ultimi due pezzi dell’installazione, verranno presentati in occasione della terza ed ultima edizione, durante il corso del Festival New Generations che si terrà durante l’estate del 2022.

@Davide Curatola Soprana

@Davide Curatola Soprana

@Davide Curatola Soprana

@Davide Curatola Soprana

“Sueño con el asesinato del policía”

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“Este sueño tiene muchísima gracia, dentro del dramatismo también del sueño a veces no entiendo absolutamente nada. Me gusta pintar sueños porque yo soy el primer sorprendido. Siempre es uno el primer sorprendido al pintar cuadros, porque en mi caso, nunca sale como yo quiero, siempre me veo limitadísimo a nivel de todo. Pero en este caso pues el sueño narraba el asesinato de un policía en Tomelloso, pero que curiosamente se velaba en el pueblo más cercano que es Argamasilla de Alba, que está como a unos 7 kilómetros. Venían los compañeros a saludarlo, le hacían el gesto militar… todo era muy serio. Lo curioso es que detrás del féretro dormíamos mi madre y yo en sacas, en colchones en el suelo. Como algo muy normal, en una iglesia del siglo XV, me parece. Entonces yo tenía gases y… se me escaparon. Y dentro de la iglesia retumbaron. La gente vino y me dijo: Pero cómo tienes tan poca vergüenza, cómo no tienes un sentido de respeto ante este cuerpo que estamos velando de la policía? Y yo decía: Perdonen perdonen, es que no he podido remediarlo, se me ha escapado. Y es que el sueño era así, no puedo contar otra cosa más que eso.”