LE DUE DIFFERENTI FASI DELLA TENSIONE- omaggio a Pier Paolo Pasolini

Il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, intellettuale e creativo tra i più complessi e rilevanti del XX secolo ricorre quest’anno. Per questa occasione la Academia de España en Roma presenta l’opera di Alan Carrasco (RAER 2020-21) che si affacia su Roma.

Il 14 novembre 1974, appena un anno prima del suo assassinio, Pier Paolo Pasolini scrisse il suo famoso “testo corsaro” intitolato “Cos’è questo golpe? Io so” sul quotidiano Il Corriere della Sera. Nel contesto dei turbolenti Anni di piombo italiani, l’autore sosteneva di conoscere “i nomi di coloro che controllavano le due diverse – anzi, opposte – fasi di tensione”, in riferimento ai nomi dietro la responsabilità, materiale e intellettuale, delle stragi che erano state orchestrate fino a quel momento. Per sottolineare il carattere premonitore della scrittura di Pasolini, quest’opera allude agli attentati di Piazza Fontana (12 dicembre 1969) e della Stazione Centrale di Bologna (2 agosto 1980), una macabra parentesi che è comprende molta della violenza di quel periodo.

L’insegna di neon è visibile dalla Via Crucis che collega Piazza San Pietro in Montorio e Via Garibaldi, così come da altre zone del Trastevere. L’opera, basata su un frammento della dichiarazione di Pasolini, è stata riprodotta nel carattere della sua macchina da scrivere, la Olivetti Lettera 22. L’impianto rimane spento durante tutta la giornata, tranne nel tempo che va dalle 16:37 alle 10:25, i rispettivi orari dei suddetti attacchi.


ALÁN CARRASCO

Alán Carrasco è un artista visivo e ricercatore di dottorato. La sua produzione artistica è concettualmente legata al suo lavoro di ricerca teorica. Così, il suo lavoro si concentra sui meccanismi di costruzione delle narrazioni ufficiali, prestando particolare attenzione alle strategie narrative come l’induzione selettiva della memoria e dell’oblio e la funzione dell’iconoclastia. È particolarmente interessato ai margini delle narrazioni storiche e all’analisi delle ragioni per cui certi aspetti e attori sono stati sistematicamente eliminati da esse. In progetti recenti ha anche lavorato con quelle che chiama “possibilità della storia”, cioè eventi di cui non siamo sicuri della plausibilità ma che sono, in ogni caso, plausibili.

Il suo lavoro è stato esposto al MACBA Museu d’Art Contemporani de Barcelona; CAB Centro de Arte Contemporáneo de Burgos; Sala Amós Salvador, Logroño; Maus Contemporary, Birmingham; Whitebox Harlem, New York; BIENALSUR Bienal Internacional de América del Sur; Lo Pati Centre d’Art de les Terres de l’Ebre; Centro de Cultura Contemporánea Hiriartea de Pamplona/Iruñea; Württembergischer Kunstverein, Stuttgart; Centro Cultural de España en Lima; Arts Santa Mònica, Barcelona; e l’Accademia spagnola di Roma, tra gli altri. Ha ricevuto diverse sovvenzioni e premi, come il MAEC-AECID Grant per una residenza d’artista presso l’Accademia di Spagna a Roma (2021), il MANGO Award per il miglior artista emergente durante la Swab Barcelona Art Fair (2020), le residenze di scambio tra Casa de Velázquez e Hangar (2019), l’Art Nou Award per la migliore mostra personale (2019), il SAC – FiC Residency Programme (2018) o l’Agata Baum de Bernis Grant per artisti del Goethe Institut e il Baden Württemberg-Catalunya Grant (2016).

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PROGRAMMA “CREATIVITÀ, CULTURA E SOSTENIBILITÀ” – conversazione

20 aprile ore 18.00

Nell’ambito del Ciclo di conferenze organizzato dalla Consejería Cultural de la Embajada de España en Roma: “2022 Spagna e l’era globale: V Centenario della circumnavigazione. Sfide del XXI secolo”

In presenza/Online: in presenza presso l’Accademia + trasmmisione in streaming del evento sul Facebook della Academia 

Programma:
-Presentazione di Ángeles Albert
-Dialogo tra Blanca de la Torre e Alfons Martinell
-Interventi delle borsiste residenti invitate: Elena Lavellés e Mónica Gutiérrez
-Dibattito aperto al pubblico

La Real Academia de España en Roma presenta il programma “Creatività, Cultura e Sostenibilità”, diretto da Blanca de la Torre e Alfons Martinell, con la volontà di creare uno spazio di riflessione in comune sull’importanza delle pratiche creative per gli ecosistemi culturali sostenibili. All’interno di questo programma si propongono due diverse attività:

La prima, aperta al pubblico, è il dialogo intitolato “Creatività, Cultura e Sostenibilità nell’Era Globale”, che avrà luogo il prossimo 20 aprile alle ore 18 nell’ambito del ciclo di conferenze organizzato dalla Consejería Cultural de la Embajada de España en Roma: “2022 Spagna e l’era globale: V Centenario della circumnavigazione. Sfide del XXI secolo”.

Il formato consisterà in un dialogo tra i due direttori del programma, Blanca de la Torre e Alfons Martinell, in un incontro online che potrà essere seguito sia in streaming, dalla nostra pagina Facebook, che in presenza presso l’Accademia. Cominceranno con l’analisi delle loro diverse idee sui rapporti tra cultura, globalizzazione e sostenibilità per poi far confluire le loro riflessioni su politiche e pratiche culturali e creative concrete. A seguire, si darà voce a due delle borsiste residenti di quest’anno in Accademia, le cui modalità sono già profondamente intrise dell’idea di sostenibilità: Mónica Gutiérrez e Elena Lavellés. Una volta conclusi i loro interventi, la parola passerà al resto dei residenti e al pubblico presente.

 

Biografie

Alfons Martinell
Direttore onorario della Cattedra Unesco: Politiche Culturali e Cooperazione. Membro accademico della Red Española para el Desarrollo Sostenible (REDS) (Rete Spagnola per lo Sviluppo Sostenibile), SDSN in cui dirige la Comunità di conoscenza e pratica su Cultura e Sviluppo Sostenibile. Membro del Consiglio Direttivo del Cercle de Cultura di Barcellona e fondatore del Laboratorio Iberoamericano di Ricerca e Innovazione in Cultura e Sviluppo con sede a Cartagena de Indias (Colombia) e Girona. Dal 2004 al 2008 è stato direttore generale di Relazioni Culturali e Scientifici nel Ministero di Affari Esteri e Cooperazione.

Blanca de la Torre
Lavora nelle intersezioni tra arte, studi culturali, ecologia e pratiche sostenibili. In questo momento è curatrice della XV Biennale di Cuenca (Ecuador) e Responsabile dell’Aula Sostenibile del CAAM, un programma permanente dedicato all’arte e alla sostenibilità presso il Museo de Arte Contemporáneo de Las Palmas de Gran Canaria. Si occupa inoltre della curatela di mostre in musei come il MOCAB a Belgrado (Serbia) e a Pori (Finlandia). È stata a capo di mostre e progetti (2009-2014) e curatrice nel Museo ARTIUM (Vitoria-Gasteiz, Spagna) e successivamente è stata curatrice di mostre in musei internazionali (Carrillo Gil, Città del Messico; Kunstverein Salisburgo; LAZNIA, Gdansk; MACO, Oaxaca; MUSAC, León; National Gallery, Delhi; EFA New York; CentroCentro, Alcalá 31 e Fernán Gómez, Madrid, etc). È direttrice di progetti, professoressa e pubblica e impartisce regolarmente conferenze su arte e sostenibilità.

 

CCS Póster ESP

Ciclo “IL CAMMINO SI FA CAMMINANDO. Itinerari per la Roma degli esuli spagnoli”

Sabato 9 aprile, alle 10:45.

Punto di ritrovo: Piazza Farnese.
Lingue dell’itinerario guidato: spagnolo e italiano.
Durata: 2 ore.

Si consiglia di prenotare: prenotazioni@accademiaspagna.org

A partire dagli anni ’50, si stabilì a Roma una piccola e multiforme comunità di intellettuali e artisti esuli spagnoli. Tra di essi, le sorelle María e Araceli Zambrano, Diego de Mesa, Enrique de Rivas, Ramón Gaya, Rafael Alberti e María Teresa León, solo per citarne qualcuno.

Per gli esuli spagnoli la capitale italiana non fu un semplice luogo di rifugio e di sopravvivenza, ma anche fonte di ispirazione per le loro opere. Stando a Roma, essi crearono e ricrearono la città tra la memoria, la nostalgia, il dissenso e la speranza.

Cosa cercavano gli esuli nelle strade, nelle piazze e nelle rovine romane? Cosa trovarono nel cielo, negli alberi e nelle taverne?

Roma fu per loro una città sensuale come un frutto maturo, viva e vitale, sfacciata nella sua bellezza, ma anche malinconica e divoratrice. Una città in cui è possibile seguire le tracce di chi ha osato pensare e sentire fuori dai canoni. Una città che ci ricorda che è possibile ricominciare dalle rovine. Una città per riflettere sull’esilio.

Elena Trapanese, borsista residente (2017-2018) e docente presso l’Universidad Autónoma di Madrid, guiderà i partecipanti in una terza passeggiata letteraria e poetica attraverso la Roma eterodossa degli esuli spagnoli.

 

Attività realizzata in collaborazione con il Progetto di Ricerca “Narrativas en transición: filosofía, literatura y ciencias sociales hacia la construcción de un Estado democrático” (SI1/PJI/2019-00307) dell’Universidad Autónoma di Madrid.

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IED FACTORY 2022 – 25 MARZO

I MISS YOU. DESIGN OTRE IL CONSENSO

300 studenti di IED Roma e 16 artisti internazionali lavorano insieme per una settimana su progetti trasversali tra arte e design. Performance dal vivo, video-installazioni, sfilate sonore: le opere create saranno presentate al MAXXI il 25 marzo durante un evento aperto al pubblico.

FINAL SHOW:
Venerdì 25 marzo, ore 19
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Via Guido Reni 4A, Roma
Ingresso su prenotazione a p.r@roma.ied.it fino a esaurimento posti

Roma, 15 marzo 2022 – Dal 21 al 25 marzo va in scena IED Factory. La XIII edizione dell’annuale settimana di workshop trasversali coinvolge 300 studenti dei secondi anni di Design, Moda, Arti Visive e Comunicazione dell’Istituto Europeo di Design di Roma e 16 artisti provenienti da 6 Paesi. Un’esperienza didattica e generativa che si conclude il 25 marzo alle 19 con la presentazione dei 16 progetti finali in un evento gratuito e aperto al pubblico negli spazi espositivi del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

“È con grande piacere che accogliamo al MAXXI IED Factory, progetto con il quale condividiamo pienamente lo spirito trans-disciplinare”, dichiara Domitilla Dardi, Senior Curator per il Design del MAXXI. “Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo contempla già nel suo nome il superamento delle barriere disciplinari e sin dall’inizio sostiene il confronto e il dialogo. Esattamente come la Scuola va a stimolare il lavoro di concerto tra artisti e designer”.

Performance, video-installazioni, sfilate sonore, collage artistici, nati dalla sinergia tra studenti/esse e artisti/e, riflettono sul tema I miss you. Design oltre il consenso. Il titolo si ispira alla performance del 2003 di Franko B: la sfilata della sofferenza sulla passerella della Tate come atto di ribellione e sfida al mondo della moda. “In un tempo in cui, come sostiene il filosofo tedesco-coreano Byung-Chul Han, il dolore e le alternative scomode fanno paura, il design deve dare spazio a quanto non trova consenso nel pensiero dominante, ascoltando voci spesso invisibili, alimentando sguardi liberi e pensieri tanto ribelli quanto profondi”, dichiara Laura Negrini, Direttrice di IED Roma.
Da questo nucleo allo stesso tempo fisico (il corpo) e concettuale (la mancanza, il dissenso) crescono e si diramano le opere che saranno presentate al MAXXI il 25 marzo. La regista Adele Tulli parte dal corpo come intima soggettività e strumento politico che incarna strutture di potere; l’attivista e giornalista afro-olandese Janice Deul lavorerà sugli stereotipi, le esclusioni e l’eurocentrismo nella moda; il dj tedesco Stefan Goldmann dirigerà una sfilata sonora; l’artista e designer olandese Julia Janssen porterà al centro del laboratorio il rapporto fra social media, social equity, big data e identità digitali; la pittrice Laura Federici studierà insieme agli studenti un allestimento per portare l’arte nel carcere di Regina Coeli.
Per individuare gli artisti internazionali che potessero guidare i giovani designer nell’interpretazione del tema e nell’esposizione finale al MAXXI, IED ha avviato una collaborazione con Ambasciate in Italia e Istituti di Cultura. Partner speciali di IED Factory 2022 sono infatti Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia, Centro Ceco di Roma, Istituto Polacco di Roma e Real Academia de España en Roma. I 16 artisti curatori di IED Factory sono Agnes Questionmark (Agnes?), Basurama, Anouk Chambaz, Janice Deul, Jan Drozda, Laura Federici, Stefan Goldmann, Piotr Hanzelewicz, Julia Janssen, Naessi, Parasite 2.0, Vincenzo Pizzi, Marta Roberti, Davide Savorani, Stalker, Adele Tulli con Ludovica Fales.

LE DUE DIFFERENTI FASI DELLA TENSIONE – Alán Carrasco

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

OPERA


LE DUE DIFFERENTI FASI DELLA TENSIONE (2021)

Installazione. Insegna di neon a LED, trasformatori, raccordi in acciaio e installazione elettrica.

32 x 1100 cm.

Il 14 novembre 1974, appena un anno prima del suo assassinio, Pier Paolo Pasolini scrisse il suo famoso “testo corsaro” intitolato “Cos’è questo golpe? Io so” sul quotidiano Il Corriere della Sera. Nel contesto dei turbolenti Anni di piombo italiani, l’autore sosteneva di conoscere “i nomi di coloro che controllavano le due diverse – anzi, opposte – fasi di tensione”, in riferimento ai nomi dietro la responsabilità, materiale e intellettuale, delle stragi che erano state orchestrate fino a quel momento. Per sottolineare il carattere premonitore della scrittura di Pasolini, quest’opera allude agli attentati di Piazza Fontana (12 dicembre 1969) e della Stazione Centrale di Bologna (2 agosto 1980), una macabra parentesi che è comprende molta della violenza di quel periodo.

L’insegna di neon è visibile dalla Via Crucis che collega Piazza San Pietro in Montorio e Via Garibaldi, così come da altre zone del Trastevere. L’opera, basata su un frammento della dichiarazione di Pasolini, è stata riprodotta nel carattere della sua macchina da scrivere, la Olivetti Lettera 22. L’impianto rimane spento durante tutta la giornata, tranne nel tempo che va dalle 16:37 alle 10:25, i rispettivi orari dei suddetti attacchi.

BIOGRAFIA


ALÁN CARRASCO

Alán Carrasco è un artista visivo e ricercatore di dottorato. La sua produzione artistica è concettualmente legata al suo lavoro di ricerca teorica. Così, il suo lavoro si concentra sui meccanismi di costruzione delle narrazioni ufficiali, prestando particolare attenzione alle strategie narrative come l’induzione selettiva della memoria e dell’oblio e la funzione dell’iconoclastia. È particolarmente interessato ai margini delle narrazioni storiche e all’analisi delle ragioni per cui certi aspetti e attori sono stati sistematicamente eliminati da esse. In progetti recenti ha anche lavorato con quelle che chiama “possibilità della storia”, cioè eventi di cui non siamo sicuri della plausibilità ma che sono, in ogni caso, plausibili.

Il suo lavoro è stato esposto al MACBA Museu d’Art Contemporani de Barcelona; CAB Centro de Arte Contemporáneo de Burgos; Sala Amós Salvador, Logroño; Maus Contemporary, Birmingham; Whitebox Harlem, New York; BIENALSUR Bienal Internacional de América del Sur; Lo Pati Centre d’Art de les Terres de l’Ebre; Centro de Cultura Contemporánea Hiriartea de Pamplona/Iruñea; Württembergischer Kunstverein, Stuttgart; Centro Cultural de España en Lima; Arts Santa Mònica, Barcelona; e l’Accademia spagnola di Roma, tra gli altri. Ha ricevuto diverse sovvenzioni e premi, come il MAEC-AECID Grant per una residenza d’artista presso l’Accademia di Spagna a Roma (2021), il MANGO Award per il miglior artista emergente durante la Swab Barcelona Art Fair (2020), le residenze di scambio tra Casa de Velázquez e Hangar (2019), l’Art Nou Award per la migliore mostra personale (2019), il SAC – FiC Residency Programme (2018) o l’Agata Baum de Bernis Grant per artisti del Goethe Institut e il Baden Württemberg-Catalunya Grant (2016).

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JUAN LUIS MORAZA, INSTANTS SHARES

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

INSTANTS SHARES

Libro d’artista con tre stampe originali relative a tre emissione di tempo: chronon, anthropon e aeternon.

Autore: Juan Luis Moraza

Tecnica: fotoincisione, intervento e manipolazione

Donazione dell’artista (2 marzo 2022)

 

La dedizione dell’artista è allo stesso tempo l’epitome del lavoro e la sua dissoluzione nel momento pieno della creazione. L’operosità naturale della vita si intensifica dove supera la necessità nel desiderio. Ma la produttività toglie l’eccellenza del lavoro. Negli ultimi anni ho fatto diverse esposizioni sulla nozione di “lavoro assoluto”, osservando come tutta la nostra esistenza nelle società contemporanee si sia trasformata in produttività: lavoriamo le nostre emozioni, lavoriamo il nostro corpo, le nostre relazioni, le nostre forme di riposo, lavoriamo la nostra immagine e il nostro futuro. Stiamo ammettendo una progressiva estensione del tempo e dello spazio di lavoro, delocalizzato e senza orari; il tempo del processo è sostituito dall’istantaneità del risultato o dal ritardo strategico del progetto; e abbiamo imparato a trasformare il nostro tempo libero in un sacrificio senza remunerazione: se non contribuisce all’aumento della ricchezza, vivere viene considerato una forma di pigrizia.

A queste indagini sull’esperienza del lavoro appartiene l’edizione della PRIMA SERIE di banconote della BANCA INTERNAZIONALE DEL TEMPO DI LAVORO, presentata lo scorso gennaio 2020 nella mostra “tripalium” alla Galleria Espacio Mínimo di Madrid. In essi, è stata provata una riflessione sulla capitalizzazione e la simbolizzazione del tempo. In più di venti lingue, banconote con diversi valori temporali, da 0,0001 secondi a 500.000 ore… mostravano iconografie complesse e piccoli inganni allegorici, secondo il tipo di strategie simboliche tipiche della grafica utilizzata dagli Stati da quando assunsero il monopolio dell’editoria monetaria: in ognuna di esse, la scelta di ogni dettaglio (lingua, valore, firme, tipografia, icone, ornamenti) configurava una narrazione specifica.

INSTANTS SHARES, il titolo comune delle 3 opere create in questa occasione per The Print Subscribers Club, si presenta come un nuovo saggio sull’esperienza e il significato del tempo, e sul modo frattale in cui il tutto è incluso in ogni parte. Pubblicare lavori grafici significa sempre condividere, essere parte di qualcosa. E ho pensato che questo progetto fosse un’opportunità per intensificare quell’esperienza di reciprocità e collaborazione. È in questo senso che l’edizione di AZIONI DI ISTANZE si offre come simbolo: nella sua origine greca alludeva al frammento di un recipiente che, dopo una cena tra amici, veniva rotto affinché ognuno di loro potesse conservare lo σύμβολον – emblema, insegna e contratto – dell’amicizia. Per il resto, ciò che si condivide, ciò che si offre e ciò che si riceve, ciò che si contesta e ciò che si sottrae, ciò che si trova, ciò che si ha e ciò che si perde, è sempre il tempo, attorno al quale si concentrano le associazioni e i conflitti umani: perché la vita consiste nell’intensità e nella qualità dell’esperienza del tempo.

Ogni titolo di ciascuna delle tre trasmissioni di istanti implica quindi la condivisione di un tempo reale, immaginario e simbolico. Le tre trasmissioni compongono una sorta di trilogia: (I) la fugacità dell’istante, che sfugge alla coscienza ed è evocata nelle esperienze transtemporali dell’estasi corporea, emotiva o intellettuale; (II) il corso della vita, e il suo limite irrevocabile; (III) l’ampiezza incommensurabile, il punto di fuga di tutti i calcoli e idealizzazioni sull’infinito.

 

BIOGRAFiA DEL ARTISTA

JUAN LUIS MORAZA

Borsista RAER 1991-1992

1960 (Vitoria, Spagna)

Vive e lavora a Madrid.

Juan Luis Moraza espone dal 1980 e occupa un posto rilevante tra gli artisti spagnoli, con opere in importanti musei e collezioni nazionali e internazionali. Ha rappresentato la Spagna all’Expo92 di Siviglia, alla Biennale di San Paolo nel 1994, alla Biennale Internazionale di Grafica di Lubiana nel 1995 e ha presentato il suo lavoro alla Biennale di Venezia nel 2001. Le sue ultime mostre personali includono “tripalium” (Espacio Mínimo. Madrid, 2020), “de oficio” (Estrany-de la Mota. Barcellona, 2017), “trabajo absoluto” (MAC. Coruña. 2016), “república” (Reina Sofía. Madrid, 2014); “IMPLEJIDADES” (Montehermoso. Vitoria, 2009), S¡ (Elba Benítez. Madrid, 2004); “Interpasividad” (K.M. San Sebastián, 1999)… I suoi lavori come saggista includono “Estética del límite. Marcos y pedestales como dispositivos de discontinuidad”, “Corduras” (2008), “Ornamento y Ley” o “MA(non é)DONNA. Imágenes de creación, procreación y anticoncepción”, insieme a numerosi saggi in libri collaborativi, riviste specializzate e cataloghi. Ha curato mostre come “Incógnitas: cartografías del arte contemporáneo en Euskadi” (Guggenheim Bilbao, 2007), “El retorno de lo imaginario. Realismos entre XIX y XXI” (Museo Reina. Madrid, 2010), e “Tesoro público. Economías de realidad” (ARTIUM. Vitoria, 2012).

 

 

VOCI E CULTURE REGISTRATE (ripetizione e differenza) – dibatitto

“VIDEOGRAFÍAS: VOCI E CULTURE REGISTRATE (RIPETIZIONE E DIFFERENZA)

MERCOLEDÌ 2 MARZO ALLE 19:00 (GMT+1)

3º dibattito del progetto di ricerca Videografie: la cultura tra le telecamere. Mostra online www.reactivandovideografias.com

Dibattito online e presenziale

Presenziale:
Posti limitati. Prenotazione su: info@accademiaspagna.org

Online: streaming sui canali della Real Academia de España en Roma

Tratteremo qui le tematiche che si reiterano e si singolarizzano nelle opere che costituiscono Riattivando Videografie: Identità, decolonizzazione, femminismo, violenze, intimità, cultura… La ricchezza e la diversità di approcci, forme e voci del lavoro videografico di questa mostra la convertono in un significativo ed evocativo ritratto della complessità di mondi di vita.

Dalla registrazione documentaristica ed etnografica alle forme ibride di fiction e auto fiction, le possibilità della creazione audiovisiva si muovono in un ricchissimo gradiente in cui c’è posto per la realtà senza filtri e l’infiltrazione di una telecamera che vede senza essere vista, fino alla complicità di una storia creata, rappresentata o immaginata a partire da ciò che pungola chi crea, sia intimo o culturalmente condiviso. In questa tavola rotonda cerchiamo l’opportunità di parlare delle nostre culture parlando delle loro creazioni. A tale scopo proponiamo una conversazione tra i vari curatori, curatrici e artiste a artisti partecipanti al progetto.

Che cosa diciamo e che cosa mostriamo in queste opere? Che cosa nascondiamo? Che cosa reiteriamo e che cosa ci distingue? In quale misura gli interessi e le tematiche su cui lavorano artisti e curatori ci permettono di conoscere la complessità in cui abitiamo nelle sue sintonie globali e punti di intensità locali? Chi sono i soggetti di quei discorsi? Come narriamo, quali sono le nostre scritture e mezzi, i nostri espedienti, i modi di dire e le strategie? Che cosa le differenzia da altre creazioni audiovisive? Come dialogano con altre pratiche creative che si diffondono e abitano la quotidianità delle reti?

Coordinatrice:

REMEDIOS ZAFRA, saggista e Científica Titular dell’Istituto di Filosofia del CSIC. È stata professoressa universitaria di Arte, Antropologia, Politiche dello Sguardo e Studi di Genere. Orienta la sua ricerca sullo studio critico della cultura contemporanea, il femminismo e la creazione. È autrice dei libri El Entusiasmo. Precariedad y Trabajo creativo en la era digital (Premio Anagrama de Ensayo y Estado Crítico) Ojos y capital, (h)adas (Premio Meridiana e Público de las Letras), Un cuarto propio conectado e Netianas. Fa parte del Patronato della Real Academia de España en Roma. (www.remedioszafra.net)

Partecipanti:

IRIS LAM, gestrice culturale, curatrice, ricercatrice e docente. Lavora al Centro Cultural de España in Costa Rica, dirige l’organizzazione culturale strategica Global Metro Art ed è professoressa ricercatrice all’Universidad di Costa Rica. I suoi progetti si sviluppano nelle discipline delle arti visive, la sperimentazione, il video e i nuovi media; con tematiche relative ai diritti umani, migrazione, femminismo, LGTBIQ, sinologia e mercato artistico-culturale.

ESTIBALIZ SÁBADA MURGUIA, artista e dottoressa in Arte e Ricerca. Borse di studio: Academia de España en Roma 2018 e 2016, Borsa di studio Multiverso BBVA, Borsa di studio Art i Natura, La Cité Internationale des Arts de París, Fundación BilbaoArte, Museo Artium e VEGAP. Mostre al MUSAC, Matadero, Centro Centro e proiezioni video al MNCAR Madrid, MACBA, Fundació Antoni Tàpies e CDAN. Inoltre, ha diretto diversi seminari su pratiche artistiche, attivismo e femminismo in centri come Arteleku, Sala Rekalde, o Tabakalera.

GLADYS TURNER BOSSO, architetta, ricercatrice e curatrice indipendente. Membro del Consejo de Exposiciones del Museo de Arte Contemporáneo di Panamá (MAC-Panamá). Membro dello staff curatoriale della X Biennale Centroamericana (2016). Nel 2012 ha scritto per "De mi barrio a tu barrio. Streetart in Mexico, Central America and the Caribbean" del Goethe Institut. Nel 2015 ha scritto per l’antologia “Entre Siglos. Arte contemporáneo de Centroamérica y Panamá” pubblicata dalla Fundación Rozas-Botrán del Guatemala.

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L’ARTE DELLA FOLLIA

La “Real Academia de España en Roma” presenta la performance dell’ACCADEMIA DELLA FOLLIA il prossimo venerdì 18 marzo alle 18.30 h. A cura di Antonella Carlucci, con la participazione di Marzia Ritossa, Gabriele Palmano, Pavel Berdon, Darko Kuzma e Giuseppe Feminiano.

Versi di cantastorie e pièces teatrali si muoveranno nei suggestivi spazi dell’Accademia Reale di Spagna per presentare la nascita ed il metodo di lavoro dell’Accademia della Follia, nata oltre trent’ anni fa nell’Ex Ospedale Psichiatrico di Trieste (TECNICA + FOLLIA = ARTE).

Partecipazione gratuita su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili:  prenotazioni@accademiaspagna.org

Disegni di Luca Bencich.

La residenza artistica di Pantxo Ramas presso la “Real Academia de España en Roma” durante il corso 2019/2020 è servita per lo sviluppo di Palimpsesto Basagliano. In questo progetto, l’artista ha affrontato le pratiche artistiche collettive che hanno seguito la chiusura dei manicomi in Italia e, in particolare, Trieste dal 1971 a seguito delle denunce di Franco Basaglia sul deplorevole stato dei manicomi. Così questo psichiatra italiano contribuì ad una nuova concezione degli spazi di salute mentale.

Questo lavoro è servito a stabilire una collaborazione tra l’Accademia spagnola e l'”Accademia della Follia”, un progetto teatrale e culturale fondato da Claudio Misculin, Angela Pianca e Cinzia Quintiliani che integra attori a rischio psichico e fisico per dare voce ai protagonisti dei cambiamenti sociali precedenti attraverso l’Arte nelle sue più diverse manifestazioni. I 30 anni che questa iniziativa compie nel 2022 ne testimoniano il successo, a cui si aggiunge la sua presenza in Europa e in America Latina insieme alla partecipazione di autori come Giuliano Scabia o Dacia Maraini.

TOMAR LA CASA – Mostra

dal 20 gennaio al 30 aprile 2022

acciones y reacciones. Nave Oporto en la Real Academia de España y en Roma

A cura di Marta Ramos – Yzquierdo

Negli anni 2011 e 2012 tre artiste, Irma, Sonia e Belén, hanno condiviso uno spazio di lavoro e convivenza presso la Real Academia de España en Roma. Un luogo che ha una storia centenaria come ambiente di lavoro, studio e produzione artistica. Tra le sue mura si mettono in rilievo i legami che esistono tra vita quotidiana, riflessione continua, dialoghi condivisi e modalità di produzione dell’opera, ma anche, e più importante, di reti e affetti. L’esperienza è servita da punto di partenza per pensare la creazione di una struttura condivisa di studi a Madrid, uno dei primi esempi della sua generazione ancora attivo. Situato in un magazzino industriale nel quartiere di Carabanchel, a questo progetto si sono aggregati altri artisti, amici vecchi e nuovi, andandosi a stabilire come Nave Oporto dal 2013. Tra loro, Miguel Ángel, Beatriz, Miki, Santiago e Nicolás, a loro volta residenti in questa sede romana in diversi periodi, fino al 2019. L’Accademia è stata la loro casa durante queste residenze e il capannone è ridiventato uno spazio per lavoro ed esperienze vitali al loro ritorno.

È in questi incroci, in cui cerchiamo di classificare vita, produzione e arte, che si rivela la pratica artistica come modo di prospettare forme di osservazione, analisi e sperimentazione. Affrontano l’arte intesa come metodo di ricerca di un contesto – spaziale, storico, sociale, economico, etc. – ma anche come generatore di relazioni. Pertanto, in questo condividere tra pari, diventano complici radicali e critici costruttivi.

I loro processi – azioni – sono proposte che, con i piedi per terra, propongono pensieri diversificati – reazioni – per una riflessione continua e una condivisione a partire dai processi dell’arte, che rispetta e si arricchisce nella varietà. Occupare la casa è un gesto metaforico e fisico di occupazione come rivendicazione di questi modi alternativi del fare. Sono otto artisti che tornano ad abitare gli spazi domestici e comuni della RAER, proponendo diversi interventi. In ognuno di essi ci chiamano a riflettere sulla percezione, la memoria e il significato simbolico dell’artista, attualizzando questo ambiente classico, romano e accademico.

 

 

 

 

BIOGRAFIE

Marta Ramos-Yzquierdo

Curatrice indipendente. Laureata in Storia dell’Arte presso la Universidad Complutense, Madrid, Master in Gestione Culturale all’Instituto Ortega y Gasset, come curatrice fa parte dell’ICI New York (Bogotá, 2013). Dal 2003 al 2015 ha vissuto in Cile e in Brasile, dove ha lavorato per diverse istituzioni e mezzi di comunicazione. Una volta ritornata in Spagna, è stata direttrice di LOOP Barcellona 2017, residente alla Real Academia de España en Roma, 2018-2019, ed è docente di Practicas Curatoriales del Master della Escuela SUR (Univ. Carlos III, Circulo Bellas Artes), che concilia con collaborazioni abituali per El Cultural e la rivista a-desk.org.

Le linee principali di lavoro che ha sviluppato in progetti e mostre in Germania, Argentina, Brasile, Colombia, Spagna, Italia, Messico o Regno Unito, s’incentrano sull’analisi delle strutture di potere e le possibilità di azione a partire dalla pratica di arte contemporanea su queste, soffermandosi sullo studio delle modalità di percezione, concezioni temporali, sociopolitiche ed economiche. Le sue ricerche si basano su presupposti derivati dalle teorie post-coloniali e conoscenze di altre ontologie, con particolare attenzione al Sud Geopolitico e al paradigma locale – globale, nonché sulla revisione del concetto di lavoro come articolatore sociale, dal paradigma dell’artista come lavoratore e le diverse formalizzazioni della ricerca e pratica artistica.

Nel corso del 2021 ha sviluppato il progetto espositivo itinerante della collezione del CA2M Madrid, la mostra SUPER SUPERLIKE. Impulsos digitales y emotividad virtual, curata insieme a Enrique Radigales per la Sala Bóvedas del Conde Duque di Madrid, e insieme a Nicolás Combarro, la mostra processuale El Medio y el Tiempo, all’interno della cornice del 150° anniversario di Mariano Fortuny y Madrazo, con gli artisti Andrea Canepa, Esther Gatón, Fermín Jiménez Landa, Laura Llaneli e Enrique Radigales, a Granada.

 

Irma Álvarez

Laureata in Belle Arti all’Universidad de Vigo, vive e lavora a Madrid. Il suo lavoro è stato esposto sia in Spagna che nel resto dell’Europa, nonché Seul, Stati Uniti, Porto Rico o Messico, paese nel quale lavora con la Galería Agustina Ferreyra. Ha ricevuto borse di studio da Cajastur, la Residencia de Estudiantes di Madrid o il Colegio de España a Parigi. Nel 2012 ottiene la borsa di studio della Real Academia de España en Roma e nel 2014 la borsa di studio della Casa de Velázquez. Nel 2017 riceve una delle otto borse di studio per sviluppo di progetti artistici della Fundación Marcelino Botín; sempre nello stesso anno il Ministero di Cultura francese (Culturefrance), le conferisce una borsa di studio per una residenza alla Cité Internationale des Arts di Parigi.

Nell’ultimo periodo ha esposto in mostre personali presso la Galería Luis Adelantado (Valencia), la Fundación RAC (Galizia) o la Ciudad de Cultura de Santiago de Compostela (Galicia). Recentemente ha esposto nella Fundación Cerezales de León “El espacio entre las cosas”  e ha realizzato un duo project con l’artista Mirem Doiz nella Galería Rita Urso di Milano.  La sua opera si trova in diverse collezioni pubbliche e private come la collezione Pilar Citoler, Colección DKV, Colección Mariano Yera, Colección Cervezas Alhambra, Ministerio de Cultura, AECID, Fundación Masaveu, Ayuntamiento de Madrid, Fundación Talens, Museo de Bellas Artes del Principado de Asturias, Academia de España en Roma, Berezdivin Collection di Porto Rico, etc.

 

Nicolás Combarro

Utilizza diverse forme artistiche come l’intervento, la scultura, la fotografia o il video stabilendo un dialogo con i processi di trasformazione dell’architettura e il suo contesto sociopolitico.

Ha realizzato mostre individuali in musei e centri d’arte come la Maison Européenne de la Photographie (Parigi), il Maximiliansforum (Monaco), il CGAC di Santiago de Compostela, l’Institut Français (Madrid) e in gallerie come la Solo Galerie (Parigi), Galería Moriarty (Madrid), Kwanhoon Gallery (Seul), Galería Taché (Barcellona) o la PABLO Gallery (Manila).

Ha realizzato opere site specific per la I Manila Biennale (Filippine), Kreativquartier (Monaco), 42 Salón Nacional de artistas (Cartagena de Indias). Ha realizzato inoltre progetti specifici per centri d’arte come Caixaforum (Madrid, Barcellona), CentroCentro (Madrid), Tabacalera (Madrid), o nel Padiglione della Spagna della XV Biennale di Venezia di Architettura, tra gli altri.

Ha pubblicato libri come “Sotterranei” (RAER/Cabeza de Chorlito), “Interventions” (MEP), o “Arquitectura espontána” (Fundación La Caixa).

 

Miki Leal

Nasce a Siviglia, nel 1974. Laureato in Belle Arti presso l’Universidad de Sevilla. Nel corso della sua carriera la sua opera è stata riconosciuta in ambito nazionale e internazionale, presente in numerose mostre in gallerie e musei spagnoli tra cui vanno menzionate: F2 Galería, Galería Rafael Ortíz, Galería Fúcares, Galería Magda Bellotti, Centro Federico García Lorca, Centro Andaluz de Arte Contemporáneo, MUSAC, Artium, tra gli altri; e in gallerie internazionali come Track 16 Gallery, Santa Monica, USA; Galerie Maribel López, Berlino, 3+1 Arte Contemporânea, Real Academia de España en Roma.

Lavorando sempre sulla carta, Miki Leal sviluppa una raffigurazione astratta molto personale con sfumature pop e oniriche. Come se si trattasse di fantasie, le scene che crea con una depurata tecnica pittorica sono sogni di forme e colori estratti direttamente dalle tribolazioni della mente dell’artista. Il suo metodo di lavoro utilizza l’associazione per trovare elementi da sviluppare con l’energia, la forza e la versatilità che caratterizzano la sua pittura. “Sono passato per diversi processi creativi, anche se è sempre stato un processo da pittore astratto, poiché parto sempre dal bianco. L’importante è tirare il filo finché non si configura un qualcosa che alluda a elementi che hai nella testa, presenti in quel momento”.

 

Sonia Navarro

Ha imparato cucito e sartoria dalle nonne, prima di ottenere una Laurea in Belle Arti e un Master in Fotografia. È stata insignita di diversi premi e borse di studio come la Borsa di Roma e il Premio di Artes Visuales y Fotografía da parte del Ministro de Cultura.

Ha esposto in mostre personali in gallerie nazionali e internazionali, come T20 (Murcia), Mas Art (Barcellona) Ad Hoc (Vigo), Ybakatu, (Curitiba, Brasile), Galería Rafael Ortiz (Siviglia) e Galería Pedro Oliveira (Oporto, Portogallo); nonché alla Cité de Paris (Francia). Ha lavorato a progetti specifici per Manifesta 08; Open Studio Madrid; Puntos en común, CCE Guatemala; Estirar las costuras, Fundación Cerezales Antonino y Cinia, León; e Tirar del Hilo, La Mar de Músicas, Cartagena.

Da più di un decennio, attraverso diversi mezzi di comunicazione, come la scultura, l’installazione, la fotografia e il disegno, Navarro crea opere che sfidano e mettono a confronto i meccanismi di potere e le loro istituzioni, in particolar modo quelle che hanno contribuito al consolidamento di una gerarchia tra generi, relegando le donne al lavoro domestico e all’inamovibilità, riflettendo sulla lotta costante delle donne contro le convenzioni sociali prestabilite.

 

Miguel Ángel Tornero

Laureato in Belle Arti all’Universidad de Granada, attualmente vive e lavora a Madrid.

Ha realizzato residenze artistiche in luoghi come Academia de España en Roma (2012-13) o Künstlerhaus Bethanien a Berlino (2010), ed è stato insignito dei premi di fotografia come Grünenthal (2011), Purificación García (2007) o ABC (2003), nonché del Generaciones a progetti artistici (2009) o il Premio Nacional al Mejor Libro de Arte pubblicato nel 2014.

Tra le sue mostre personali spiccano “Quemar ramón” (2020) presso la Galería Juan Silió a Madrid, “Sin atajos” all’Universidad de Jaén, “La noche en balde” (2017) nella Galería Juan Silió di Santander, “Looking Was Serious Work but also a Kind of Intoxication” nel DA2 di Salamanca (2017), “The Random Series -berliner trato, romananzo & madrileño trip-” al Festival svizzero di Fotografia di Biel/Bienne (2016), Les Rencontres de las Photographie di Arles e al Centro de Arte de Alcobendas (2015), “The Random Series -berliner trato-” (2010) al Künstlerhaus Bethanien di Berlino.

 

Belén Rodríguez

E’ Master of Arts presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna e l’Universidad Complutense di Madrid. Ha partecipato a Programmi di Artista in Residenza come Flora ars + natura, a Bogotá, Artista X Artista all’Avana, Hooper Projects a Los Angeles, Academia de España a Roma e BMUKK a Tokio. È stata finalista al V Premio Cervezas Alhambra, nel 2021, ha ricevuto il Premio Generaciones nel 2011 e la menzione d’onore nel 2009, il Primer Premio Ciutat de Palma Antoni Gelabert nel 2013, e la borsa di studio Staatsipendium, del Ministero della Cultura austriaco nel 2015, tra gli altri. Attualmente si può vedere la sua installazione specifica nella mostra Textiles, al CAAC di Siviglia, e sta preparando due progetti per la mostra collettiva “’¡Salvad mis amores!”, curata da Chus Martínez per Collegium ad Arévalo e la mostra personale per La Capilla in Patio Herreriano nel 2022.

 

Beatriz Ruibal

Praticamente tutta la sua opera è attraversata dal tema della memoria. Memoria personale e collettiva. Nel corso degli anni è andata costruendo un corpus di lavoro, fotografico e cinematografico, in cui convoca le assenze e riflette sulla memoria, l’oblio, il ricordo, concetti correlati alla fragilità dell’essere umano e dell’esistenza contemporanea. La sua opera si inscrive all’interno di una corrente della cultura visiva contemporanea che esce dai cammini battuti di una memoria ufficiale e chiusa per approfondire la frammentarietà, l’apertura, ciò che mette in discussione. Ha come elemento principale l’assenza affrontata in modo non lineare bensì processuale, che pone l’enfasi sulla soggettività e utilizza tecniche di montaggio e riappropriazione.

I suoi lavori sono stati presentati in mostre presso centri d’arte spagnoli come Matadero (Madrid), PhotoEspaña Real Jardín Botánico (Madrid), MAC (La Coruña), Casa Encendida (Madrid), Canal de Isabel II (Madrid), Círculo de Bellas Artes (Madrid), CCEMiami (Miami), CCMEX (Città del Messico), MNBA (L’Avana), Casa de las Américas (L’Avana), Museum of Contemporary Art Ars Aevi (Sarajevo) e i suoi film sono stati mostrati in festival internazionali come The Short Film Corner of Cannes (France), International Architecture Film Festival Nis (Serbia), Go Short – International Short Film Festival (Nijmegen), TIFF International Film Festival (Tirana), Festival Internacional de Videoarte de Camagüey (Camagüey), Cuba, Soul-Projection of video art (Sarajevo), Venice International Experimental Cinema and Performance Art Festival, Palazzo Ca’ Zanardi (Venezia), Festival Internacional de Cine y Arquitectura Cinetekton Film Fest, Puebla, Messico, tra gli altri.

Ha pubblicato i libri MADRE, Varasek Ediciones, finalista Miglior Libro di Fotografia dell’Anno a PHotoEspaña 2015, The Photobook Exhibition, Benaki Museum, Athens PhotoFestival 2015; The Project Library, Dublino, PhotoIreland 2015, Carretera Central, Ediciones Aldeasa, Colección foto.

Ha ricevuto il sostegno alla ricerca, creazione e produzione artistica nel campo delle Arti Visive dal Ministero di Cultura 2020. La Ayuda alla Creación Audiovisual 2019 della Comunidad de Madrid, la Borsa di residenza artistica Real Academia de España en Roma, 2016-2017; Borsa di studio ALNORTE 2013; il 2° Premio Sociedad y Mujer 2003, Comunidad de Madrid; la Menzione d’Onore alla II Bienal de Fotografía Contemporánea 1995, L’Avana, Cuba; Novos valores, Pontevedra, Imágenes jóvenes INJUVE 1992, Comunidad de Madrid.

La sua opera figura in collezioni di istituzioni come Colección CA2M (Comunidad de Madrid), CSIC-Consejo Superior de Investigaciones Científicas (Madrid), Fundación RAC (Pontevedra). Colección Candela Alvarez Soldevilla (Madrid), Colección Real Academia de España en Roma (Roma), Fondo Cubano de la Imagen Fotográfica (L’Avana).

È fondatrice ed editrice di Varasek Ediciones (Madrid), fa parte del Colectivo Nave Oporto (Madrid).

 

Santiago Ydáñez

Jaén, 1967. Laureato in Belle Arti presso l’Universidad de Granada, ha svolto dei laboratori, tra gli altri, con Juan Genovés e Mitsuo Miura.

La sua opera è stata esposta: CAC de Málaga, Villa di Livia (Roma), Whitebox Art Center (Pechino), Museo Lázaro Galdiano (Madrid), Dillon Gallery (New York), CAAM (Gran Canaria), Galería Invaliden1 (Berlino), Fundación Chirivella Soriano (Valencia), Künstlerhaus Bethanien (Berlino), Antigua Iglesia de la Compañía de Jesús (Caravaca de la Cruz, Murcia), Galería S.E. (Bergen, Norvegia), Instituto de la Cultura y de las Artes de Sevilla (Siviglia), Instituto Cervantes (Palermo, Italia), Goethe Institut, Instituto Cervantes (Stoccolma), Fundación Canaria para el Desarrollo de la Pintura (Las Palmas de Gran Canaria), BASF Kulturhaus (Schwarzheide, Germania), Ge Galería (Monterrey, Messico), Galería Martin Mertens (Berlino), tra gli altri.

Ha ricevuto importanti distinzioni ed è attualmente uno dei giovani pittori spagnoli con più visibilità internazionale. Ha ottenuto tra gli altri il Premio de Pintura ABC nel 2002 e il Premio de Pintura Generación 2002 di Caja Madrid, la borsa di studio del Colegio de España a Parigi del Ministero di Cultura nel 2001, la borsa di studio della Fundación Marcelino Botín nel 1998, la borsa di studio della Academia de España en Roma nel 2016 e il 33° Premio de Pintura BMW nel 2018.

La sua opera si trova nelle collezioni della Fundación Botín (Santander), Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía (Madrid), Colección DKV, CAC di Malaga, Museo Sofía Ímber (Caracas, Venezuela), Diputación de Jaén, Colección L’Oréal, (Madrid), Colección ABC (Madrid), Centro Atlántico Museo de Arte Contemporáneo de Las Palmas (Gran Canaria), Colección CGAC (Galizia), Fundación Chirivella Soriano (Valencia), tra gli altri. Attualmente vive e lavora tra Berlino e Jaén.