ALÁN CARRASCO, COME UN BATTITO NEL CUORE. UNA GENEALOGIA VISIVA DEL MOVIMENTO OPERAIO IN ITALIA

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


Come un battito nel cuore. Una genealogia visiva del movimento operaio in Italia

Il progetto “Come un battito nel cuore” mira a configurarsi come una genealogia visiva attorno alla storia del movimento operaio italiano nel corso di un Ventesimo secolo particolarmente breve delimitato dagli omicidi eccellenti di Umberto I di Savoia (1900) e di Aldo Moro (1978). Il progetto adotterà un formato espanso a mo’ di Bilderatlas Mnemosyne che combinerà il disegno, la pittura, la documentazione storica e materiali di emeroteca in una sorta di ambiziosa crono-cartografia visiva che punta a riflettere sugli eventi e sulle strategie della narrativa storica.

In “Come un battito nel cuore” Carrasco vuole sviluppare con particolare dedizione la critica già introdotta Zygmunt Bauman, secondo cui la storia non è né una linea retta né un processo cumulativo, per facilitare una lettura comprensibile, monolitica e ordinata del passato (critica che appare in maniera ricorrente nei suoi precedenti lavori artistici). Evidentemente la storia non avviene mai in questo modo: i processi complessi – come quelli avvenuti nel Ventesimo secolo – sono segnati da casualità, intrighi, connessioni arbitrarie, interessi, realpolitik e dettagli che non conosceremo mai con certezza.

Con il progetto Carrasco porrà l’attenzione non soltanto sulla dimensione storica delle diverse tappe fondamentali, movimenti e operazioni degli individui e organizzazioni operaie di quasi otto decenni di storia, ma si soffermerà particolarmente sull’analisi visiva ed ermeneutica degli stessi nei corrispondenti periodi politici. Pertanto, cominciando dall’assassinio del monarca Umberto I di Savoia per mano dell’anarchico-sindacalista Gaetano Bresci, si analizzerà il modo in cui la stampa e la storia descrissero quell’avvenimento e i suoi protagonisti. Il progetto progredirà nel corso di quel convulso Ventesimo secolo soffermandosi su diversi momenti protagonisti rilevanti come possono essere l’assassinio di Giacomo Matteotti nel 1924, la carcerazione di Antonio Gramsci nel 1926, le fraudolente elezioni generali del 1934 (con una vittoria del 99,85% a favore del Partito Nazionale Fascista), l’azione di resistenza partigiana, l’armistizio di Cassibile, la sconfitta tedesca nella Seconda guerra mondiale e l’esecuzione di Benito Mussolini, il referendum che diede luogo alla nascita della Repubblica, la ratifica della Democrazia Cristiana al potere, lo sviluppo teorico dell’operaismo e autonomismo italiani, l’avanzata del PCI di Enrico Berlinguer alle elezioni del 1976 o, infine, l’avvento della lotta armata delle Brigate Rosse che avrebbe stroncato la vita dell’ex presidente del governo e “anima” della Democrazia Cristiana Aldo Moro durante la nota “Operazione Fritz”.

OPERA


 CI STAVAMO SEDUTI SOPRA

Materiali e dimensioni:

Acciaio al carbonio tagliato con ossitaglio, smalto acrilico e vernice. 43 x 42 x 8 cm.

Stampa UV su metacrilato e alluminio, 19 x 25 cm. c/u.

Stampa inkjet su carta, 68 x 99,5 cm.

Installazione, dimensioni variabili.

Il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni di sequestro, fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro. La ricerca della polizia finì bruscamente con un’immagine che tutta l’Europa ricorda: il cadavere del presidente democristiano in giacca e cravatta, teatralmente ripiegato, nel bagagliaio di una Renault 4 color rossa abbandonata in via Caetani, nel centro di Roma.

Ma mentre tutto il mondo guardava la forma, nessuno si accorgeva dello sfondo: dietro quella drammatica messinscena, dei misteriosi cartelli appesi mostravano una sagoma di ciò che sembrava un logotipo a forma di capra, un’immagine che per anni ha suscitato la curiosità dell’artista Alán Carrasco. Finalmente, durante la permanenza nell’Academia de España en Roma, ha trovato la pista che gli serviva per ricomporre tutta la storia.

La capra del poster faceva riferimento a una scultura della mostra “Roma dalle origini alla Repubblica”, nell’antico Antiquarium Comunale, che doveva essere inaugurata il 21 aprile, durante il sequestro dell’ex primo ministro. Una volta che il museo venne smantellato, i suoi fondi passarono ai Musei Capitolini, e la scultura originale venne depositata nella sede della Centrale Montemartini.

La piccola capra di bronzo era stata ritrovata in un sacellum della Porta Viminale e oggi sappiamo che era stata utilizzata come offerta votiva alla dea Nenia attorno al VI-V secolo a.C. circa. Secondo alcuni autori, come Marco Terenzio Varrone, Nenia Dea era una personificazione del potere protettore del lamento funebre. Si tratterebbe di una divinità funebre minore che, in una posizione polare accanto a Giano, proteggeva il ciclo della vita delle persone. Sulla stessa linea, Arnobio di Sicca spiegava che chi era sul punto di morire veniva assistito da Nenia.

A partire delle fotografie originali della polizia scientifica dell’assassinio politico più rilevante della recente storia d’Italia, e in linea con l’interesse dell’artista di mettere in discussione i racconti ufficiali mediante manovre estetiche, Carrasco sviluppa un particolare tracciato che propone una possibile narrativa simbolica riguardo a un evento ancora oggi pieno di incognite.

 

BIOGRAFIA


ALÁN CARRASCO

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© Carlota Surós

È artista visivo e ricercatore. Attualmente svolge la sua ricerca di dottorato all’Universitat de Barcelona e alla Brandenburgische Technische Universität, dove analizza i concetti di iconoclastia e memoria collettiva, a partire dagli eventi sociopolitici che vanno dalla fallita Spartakusaufstand del 1919 fino alla caduta del Muro di Berlino nel 1989. Il suo lavoro di produzione come artista è concettualmente legato al lavoro di ricercatore teorico. Negli ultimi anni ha sviluppato un corpus di opere incentrato sui meccanismi di costruzione dei racconti ufficiali, prestando particolare attenzione all’induzione selettiva di memoria e di oblio, e in particolar modo alla funzione dell’iconoclastia.

La sua opera fa parte di collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali, come la collezione del MUSAC Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León, la Colección MANGO, o quella del MACBA Museo de Arte Contemporáneo de Barcelona, tra le altre.

www.alancarrasco.com