2020/2021


PROGETTO


Sinuoso Tempo

Giacinto Scelsi (La Spezia, 1905 – Roma, 1988) è uno dei compositori più genuini della nostra epoca. Teorici, interpreti e compositori hanno svolto ricerche e studi sui suoi contributi senza precedenti al ruolo del suono della musica occidentale. Lo stile maturo di Scelsi mostra sofisticati attributi nella concezione del suono e nei procedimenti compositivi. In questo senso la sua nozione e la sua pratica armonico-timbrica, il suo concetto di profondità del suono, ha un’importanza significativa. I contributi di Giacinto Scelsi hanno influenzato in maniera fondamentale le principali avanguardie musicali del XX e XXI secolo.

Scelsi sviluppò i suoi principali approcci artistici e le composizioni più rilevanti a partire dal 1950, alla fine di una seria crisi psicologica. Dopo la crisi, Scelsi concentrò tutta la sua energia creativa nell’universo interiore del suono, nel suono per se. Nelle opere di questo periodo, Scelsi presenta un concetto molto personale di espressione musicale, influenzato fondamentalmente dalla ricerca delle filosofie orientali. Scelsi si recò ripetutamente in paesi del continente asiatico. Queste esperienze gli servirono per approfondire la conoscenza delle culture orientali e sviluppare una sensibilità specifica nei confronti del suono. La propensione di Scelsi per i microintervalli favorì la scrittura per strumenti a corda e la voce umana. Scelsi era solito comporre con la ondiola (nota anche come ondioline o clavioline, un sintetizzatore monofonico con filtri e modulatore), fenomeno che lo spinse a prediligere l’armonia microtonale.

Nel decennio del 1960, Scelsi ampliò il concetto armonico adottato nella sua opera Quattro pezzi per orchestra (ciascuno su una nota sola) (1959-60), in cui ogni pièce si compone a partire da una sola nota. Quest’opera è una delle più rappresentative del compositore italiano. Nella ricerca della propria espressività, Scelsi stabilisce le nozioni della sua nozione e pratica armonico-timbrica, polifonica: da un unico suono – una monodia – come premessa di austerità, ne ascolta il carattere armonico e timbrico, facendo emergere ed elevando il suo mondo interiore polifonico.

Una delle sue opere più significative, il Quartetto d’archi No. 4 (1964), spicca per la profondità con la quale Scelsi sviluppa le sue nozioni armoniche e timbriche. Queste si espandono su aspetti formali e strutturali (che Scelsi sviluppa in Anahit, 1965, concerto per violino) e su aspetti come una notazione in tablatura nella quale ogni corda degli strumenti entra in relazione con un pentagramma/voce. Questo dimostra fino a che punto la comprensione di Scelsi della polifonia e del contrappunto, sia come tecnica che come nozione, proietti e accolga altri parametri. Con questa notazione, la natura polifonica del suono si proietta nella natura stessa degli strumenti e il quartetto d’archi acquisisce una notevole concezione orchestrale.

Sinuoso tempo mira a sviluppare e a esprimere artisticamente il principio compositivo di stratificazione come concetto creato sul concetto di polifonia/profondità di Giacinto Scelsi. Proiettare questo principio di stratificazione sui parametri che definiscono ogni suono: altezza, durata, timbro, articolazione e intensità, nonché proiettare il principio sulla natura polifonica degli strumenti.

Sinuoso tempo raccoglie anche una premessa di austerità nell’avvicinamento al suono, che proviene sostanzialmente dallo stile contrappuntistico praticato alla fine del XVI secolo da Giovanni Pierluigi da Palestrina e da Tomás Luis de Victoria, nonché per il sentito carattere spirituale e sacrificale nei confronti della composizione musicale. Come compositore spagnolo, di Tomás Luis de Victoria, sappiamo che tra il 1571 e il 1585 sviluppò la sua arte in istituti romani come il Collegio Germanico, Santa Maria de Monserrat de los Españoles, San Giacomo degli Spagnoli o San Gerolamo della Carità, in cui ha potuto fare ricerca e studiare le sue opere, come nel caso della partitura del OFFICIUM HEBDOMADÆ SANCTÆ, custodita nell’archivio della Iglesia Santa Maria de Monserrato de los Españoles, in un’edizione datata 1585.

 

BIOGRAFIA


Javier Quislant

Bilbao 1984. Comincia a studiare composizione e teoria musicale da autodidatta e contemporaneamente pianoforte, sassofono e chitarra elettrica nella scuola di musica e conservatorio locali. Ottiene il Titolo Superiore in Composizione a Barcellona e prosegue la sua formazione alla Kunst Universität Graz con il compositore Beat Furrer, conseguendo a pieni voti i titoli di Master of Arts in Composizione Musicale e Master of Arts in Composizione di Teatro Musicale.

Alcuni riconoscimenti includono la borsa di studio Beca Leonardo a Investigadores y Creadores Culturales de la Fundación BBVA 2020, Franz Schubert und die Musik der Moderne – Kompositionswettbewerb für Klaviertrio 2020, Styria-Artist-in-Residence Stipendium 2020 (Austria), XXIV Premio de Composición del Colegio de España en Paris – INAEM 2018, Musikförderungspreis der Stadt Graz 2017.

Il suo catalogo include dalle opere soliste a quelle di ensemble, orchestra, corale e l’opera da camera. Ha lavorato con gli ensemble Klangforum Wien, Ensemble Intercontemporain, Ensemble Recherche, Arditti String Quartet, Orchestra Philharmonique de Radio France. Ha partecipato a festival come Wien Modern, IRCAM ManiFeste, Gaudeamus Muziekweek, Wittener Tage für Neue Kammermusik, Musikprotokoll e Internationale Ferienkurse für Neue Musik Darmstadt.

Esplorare il suono in relazione a letteratura e cinema è uno dei suoi principali interessi artistici.

La sua musica si può ascoltare su: https://soundcloud.com/javier-quislant