Carles Tarrassó – Processi 149

CARLES TARRASSÓ, Spazio viscerale


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 |mostra finale degli artisti e ricercatori residenti, stagione 2021/2022

Dal 15 settembre al 27 novembre 2022

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SCHEDA DATI

A. Sin título

2022

Patê de fruit de mandarina fermentada

Cristalización de azúcar en vidrio


Esta pieza está diseñada como una instalación efímera sobre una de las ventanas que dan al claustro del Tempietto de Bramante en la Real Academia de España en Roma. La sal añadida durante la fermentación láctica de las mandarinas, junto con el movimiento de frotación del material contra el cristal para su fijación, propician la lenta cristalización del azúcar. Este proceso, unido a la sensibilidad del material a las condiciones atmosféricas, irá modificando la tonalidad de la luz de la sala con el paso de las semanas.

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B. Sin título

2022

Cítricos ornamentales, porcelana.

Fermentación láctica, paper clay

Utilizando la técnica del paper clay, se imprimen sobre porcelana las formas de más de 50 cítricos ornamentales de la colección florentina de Oscar Tintori. Los minerales contenidos en la composición de los propios cítricos, y aquellos resultantes de proceso de fermentación, forman un esmalte al vitrificar en el interior de los espacios dejados por los fragmentos de cítricos, que se desintegran a más de 1.200ºC en el interior del horno de cerámica.

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C. Sin título

2022

Bergamota, cidra, mandarina, naranja, naranja amarga, pomelo, lima kaffir, arcillas.

Fermentación láctica, moldeado

Los cítricos tienen una función estructural en esta pieza. Se transforman en una pasta que al irse deshidratando irá mostrando grietas y fisuras. La porosidad que confiere el porcentaje de arcilla con el que se mezclan permite la difusión de sus aromas al ambiente de la sala.

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D. Sin título

2022

Bergamota, cidra, mandarina, naranja, naranja amarga, pomelo, lima kaffir, vidrio.

Fermentación láctica

Esta elaboración culinaria consiste en la fermentación de cítricos en salmuera durante un mínimo de 2 meses. Es la base para las piezas escultóricas y el vitral presentes en la instalación.

 

E. Elementos comestibles
– E.1. Papel comestible.  Laurel, limón de calabria, cerezas y otras plantas. Gelificación, deshidratación

- E. 2. Arcilla comestible. Azahar, arcilla comestible

– E. 3. Pâte de fruit. Bergamota, alcachofa oxidada

Estos elementos, hechos de los mismos materiales que componen la instalación, contienen algunas de las especias y condimentos desarrollados a lo largo del proyecto, que se han elaborado a partir de variedades botánicas icónicas o particulares obtenidas Roma y otras regiones de Italia.

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Spazio visceraleA, il progetto

Questa installazione propone un parallelismo tra gli spazi residuali e occulti in cui sopravvivono specie vegetali e stili di vita tradizionali, alcune a rischio di estinzione, e gli spazi della psiche in cui risiedonoi nostri desideri, aneliti e sogni.
Attraverso incontri e pranzi condivisi con abitanti di Roma legati alla cura della vita e della biodiversità, questo progetto entra in contatto con piante silvestri e coltivate presenti nella città e altre regioni d’Italia, ponendo una particolare enfasi su varietà antiche, in disuso, e di recente introduzione.
Queste varietà botaniche che fanno parte della gastronomia sono frutto di secoli di scambi. Si tratta di una natura manipolata per il godimento estetico e gustativo, generata attraverso i tentativi, il trasferimento di semi e l’incrocio e la mutazione di specie vegetali sul campo. Riflettono la diversità biologica e sociale italiana, minacciata dagli effetti della crisi socio-ecologica.
Icone come il carciofo, singolarità come gli agrumi ornamentali della famiglia Medici, o vegetali comuni e dimenticati come le piante silvestri che crescono in parchi e giardini, si trasformano in specie e
condimenti mediante l’applicazione di tecniche culinarie tradizionali e d’avanguardia.
L’obiettivo è godere delle sensazioni che ci suscita il mondo vegetale attraverso preparazioni come il bergamotto fermentato, l’aglio secco o la ciliegia ossidata come mezzo per la riflessione, l’introspezione e l’apertura al diverso.

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Su CARLES TARRASÓ

22 Carles-Tarrassó-500X676Carcaixent, 1995. È specializzato in user experience design (progettazione dell’esperienza utente). I suoi progetti esplorano il ruolo della gastronomia come arte multisensoriale, lavorando
sull’intersezione tra cucina, arte e ricerca in un ambiente interdisciplinare e collaborativo. Laurea e master in Scienze Gastronomiche presso il Basque Culinary Center, e master in Scienze Umane Ecologiche e Transizione Eco-sociale alla UPV e UAM. Negli ultimi anni ha progettato esperienze gastronomiche in Ecuador volte a rivitalizzare edifici storici come Hacienda la Herrería, e in luoghi come il Parque Nacional Cotopaxi. Attualmente collabora come ricercatore progetti cheuniscono gastronomia e sviluppo territoriale in BCC Innovation.
I suoi progetti più recenti si incentrano sull’ideare alternative auspicabili attraverso l’estetica della natura, nel contesto attuale di cambio di paradigma provocato dalla crisi eco-sociale. Ha presentato i suoi lavori al Navarra Gastro Summit 2021 di Pamplona, al Science and Cooking World Congress Barcellona, e al Foro Cocina tu Futuro di Quito. Il suo ultimo progetto, “Un tiempo espléndido”, che gode della collaborazione del Jardín Botánico della Universitat de València, è stato selezionato per essere proiettato nelle giornate “Proyectar el cambio: creación audiovisual y crisis ecosocial”, della Casa Encendida de Madrid.
Un altro aspetto del suo lavoro ha visto l’organizzazione di congressi gastronomici in Spagna, Colombia, Messico, Regno Unito ed Ecuador.
carlestarrasso.com

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Mireia c. Saladrigues – Processi 149

MIREIA C. SALADRIGUES, CREDERREI, SE FUSSI DI SASSO


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2021/2022 

Dal 15 settembre 2022 al 27 novembre 2022

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SCHEDA DATi

A. Copia natural computarizada

2022, primera edición

Video

Documentación del proceso robotizado de la talla escultórica.

Para poder hacer una copia lo más fiel posible al original, fue necesario hacer un escáner en 3D. Para ello se tomaron un millar de fotografías de la escultura en la Galleria del’Accademia, así como también de la primera copia que existe del David, realizada en yeso el 1847 y que se encuentra en la Gipsoteca dall’Istituto Statale d’Arte Porta Romana a Firenze.

Se escogió usar este método a modo simbólico, puesto que el David fue la primera obra de arte de grandes dimensiones en ser escaneada en 3D, proyecto de investigación que lidera la Stanford University desde 1997.

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B. Il piede danneggiato

2022

Mármol blanco de la Cava Michelangelo, en Carrara.

62 cm x 39 cm x 39 cm

Copia a tamaño natural del pie izquierdo del David de Michelangelo que reproduce la fractura del segundo dedo después de la martellata.

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C. Frammenti recuperati

2022

Mármol blanco de la Cava Michelangelo, en Carrara

Medidas variables

Esquirlas del segundo dedo del pie tras reproducir la martellata y su consiguiente fractura.

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D. Marmo cotto

Impresión de tinta sobre papel de algodón

1991 – 2022

52 cmx 69cm

Cristalografía del fragmento F3 del dedo roto del David que muestra una porosidad intercristalina debido a fenómenos de dilatación térmica. Esta descohesión física del mármol hace que los cristales se separen, y es lo que se conoce popularmente como marmo cotto.

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CREDERREI, SE FUSSI DI SASSO, il progetto

Il progetto costruisce un poliedrico racconto sull’iconoclastia, mobilitando le esperienze degli agenti umani e non umani coinvolti dalla martellata che Piero Cannata diede al David (1501- 1504) di Michelangelo Buonarroti il 14 settembre 1991. Saladrigues adatta tecniche e strumenti di restauro e geologia per affrontare la potenzialità e il cambiamento inerenti al mondo e, ovviamente, all’arte e alle sue opere. Pertanto fratture di sculture, frammenti distaccati, materiali aggiunti nei restauri integrativi – e soprattutto – polvere di marmo, sono i relatori della proposta.

Dalla pratica artistica, Crederrei, se fussi di sasso contribuisce alle teorie sulla ricezione artistica e l’iconoclastia con una prospettiva orientata ai nuovi materialismi; affrontare la scultura per svelare che la materialità si infiltra in molteplici direzioni, intrecci e distribuzioni che sfuggono ai sistemi sensoriali umani.

Tale approccio è principalmente motivato dal fatto che, tra altri dati scientifici, informazioni rilevanti per la conservazione del David sono state ottenute dopo le analisi chimiche e petrografiche dei frammenti F3G, F17G, F18G e F19G. I test rivelarono che il marmo dell’opera rinascimentale è cotto 2 , e al contempo si confermò che il blocco di pietra assegnato a Michelangelo per la scultura proviene da Fantiscritti, Carrara.

Crederrei, se fussi di sasso coinvolge, attualmente, le seguenti istituzioni: CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro, Gipsoteca dell’Istituto d’Arte di Firenze, Galleria dell’Accademia, Fondazione Michelangelo Buonarroti, Villa Romana, Radio Papesse, Dryphoto Arte Contemporanea, Palazzo di Giustizia di Firenze, Fondazione Casa Buonarroti. University of Helsinki – Department of Geosciences and Geography, Facoltà di Geologia della Universidad Autónoma de Bellaterra. Studio Paolo Costa, TorArT, Cava e laboratorio Michelangelo, Cava Fantiscritti.

Oltre alla Academia de España en Roma e AECID, un ulteriore supporto di: Kone Foundation, Uniarts Helsinki, Taike e Publics.

#martellata_project
#crederrei_se_fussi_di_sasso

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su MIREIA C. SALADRIGUES

7_Mireia-c.-Saladrigues2È artista e ricercatrice, i suoi progetti si formano a partire da ampi processi di ricerca e le sue metodologie di indagine si basano sulla pratica artistica.
È candidata al Dottorato Internazionale (DFA) all’University of Arts di Helsinki. Behaving Unconventionally in Gallery Settings documenta casi di alterazione delle pratiche culturali, proponendo una rilettura artistica e teorica del disaccordo. I componenti della sua ricerca indagano un ampio spettro: dagli aspetti dell’iconoclastia alla virtualizzazione di mostre, dall’iscrizione culturale del pubblico alla memoria della materia sotto forma di particelle.
www.mireiasaladrigues.com

JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ – Processi 150

JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ, NEFANDO MEDITERRANEO: Scritti di una sessualità passata


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2021-2022

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

 

1. Poster del Ciclo di Conferenze: “Ganímedes sobre el Mediterráneo: Historia(s) de disidencia y sexualidad entre España e Italia” / “Ganimede sul Mediterraneo: Storie di dissidenza e sessualità tra Spagna e Italia”.

Elaborato da Andrés Viedma Guiard.

2023

Stampa digitale su dibond.

42cmx29,7cm.

Poster costituito dalla figura ritagliata de Il ratto di Ganimede di Pedro Pablo Rubens (1638 circa, Museo Nacional del Prado, Madrid, Spagna), incorniciata nel triangolo rosa utilizzato dal nazionalsocialismo tedesco per contrassegnare socialmente le persone imprigionate per reati “sessuali” (omosessuali, trans ecc.).

 

2. Teaser del Ciclo di Conferenze: “Ganímedes sobre el Mediterráneo: Historia(s) de disidencia y sexualidad entre España e Italia”/ “Ganimede sul Mediterraneo: Storie di dissidenza e sessualità tra Spagna e Italia”.

Registrazioni concesse da Abel Jaramillo.

2023

Video

6′

Nell’impegno deciso del trasmissione della conoscenza, è stato programmato anche un ciclo di conferenze che affronta questi assi tematici e può riguardare anche altri periodi storici. Le tre conferenze che compongono il ciclo “Ganimede sul Mediterraneo” si sono svolte in aprile, maggio e giugno presso l’Academia de España en Roma.

L’11 aprile Lidia García (@thequeercanibot), ricercatrice di cultura popolare e folklore spagnolo presso l’Università di Murcia, ha offerto degli spunti sui temi queer e femministi nella copla e in altri formati musicali spagnoli del XX secolo. L’11 maggio Tommaso Scaramella, dottore di ricerca in Storia moderna presso l’Università di Bologna, e Monica Morado, ricercatrice in genere e sessualità presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, hanno discusso di peccati e crimini sessuali in Italia e Spagna durante l’Ancien Régime. Infine, l’8 giugno, come preludio alla settimana dell’Orgoglio LGTBI+ di Roma, Mikel Herrán, ricercatore presso l’Università di Leicester, ha offerto nuove visioni sulla sessualità nel Medioevo, sia nel mondo arabo che in quello cristiano.

 

3. “Conversaciones con el hinojo: Relatogramas de Carla Boserman”. Tres piezas./ Conversazioni con il finocchio: Relatograms di Carla Boserman. Tre opere.

Illustrazione di Carla Boserman

2023

Stampe degli originali su dibond

42cmx29,7cm.

Collaborazione di Carla Boserman e Juan Pedro Navarro Martínez nella quale si traducono nello spazio narrativo tutto ciò che è accaduto in diretta, durante il ciclo di conferenze “Ganimede sul Mediterraneo”. Si compone di tre opere.

La prima si riferisce alla conferenza dell’11 aprile 2023, con Lidia García, “Él vino en un barco: copla y memoria queer en la España Contemporánea” (“Egli arrivo su una barca: copla e memoria queer nella Spagna Contemporanea). Su quest’argomento, nel mio quaderno ho scritto:

“Molte cose mi uniscono a Lidia. Ci siamo conosciuti nel 2017, quando eravamo compagni di ufficio al primo anno di dottorato all’Università di Murcia. Da lì abbiamo sviluppato un’amicizia che è stata alimentata anche dall’ammirazione reciproca per il lavoro dell’altro. Oserei dire che ci sono poche personalità intellettuali come quella di Lidia, in cui la conoscenza e la cura per la costruzione della memoria si combinano con una grazia e una simpatia così naturali. In un soleggiato pomeriggio romano di inizio aprile, la incontro di nuovo. Verso le sei e mezza di sera, cominciano ad apparire curiosi nel chiostro dell’Accademia di Spagna. La sala comincia a riempirsi a poco a poco, fino a riempire l’intero spazio.
Lidia quella sala l’ha riempita di musica. Non aveva bisogno di suonarla. Si è messa al lavoro da sola, cantando “La Parrala”, “La Lirio” o “Libérate”. Con lei abbiamo attraversato la vita e l’opera di personaggi come Concha Piquer e altri artisti folcloristici. Nel momento più fatidico della nostra storia contemporanea, il lavoro di queste donne risulta interessante, proprio perché erano pienamente inserite nel mainstream dell’era franchista. Nonostante questo, sono riuscite a essere un punto di riferimento per la memoria queer spagnola. Hanno costituito una specie di rifugio, una roccaforte di sopravvivenza. Perché la copla, come abbiamo avuto modo di commentare in quel poco tempo che abbiamo potuto condividere insieme, serviva a questo. A canalizzare molte delle emozioni che si potevano esprimere ad alta voce.

Battito di mani, qualche battito di tacchi, molti “ole”. Lidia alza la fronte e inizia a cantare”

La seconda si riferisce alla conversazione tenutasi l’11 maggio 2023 tra Tommaso Scaramella e Mónica Morado Vázquez. “Italia es Sodoma, España es Gomorra: represión sexual en el Mediterráneo Moderno” /”L’Italia è Sodoma, la Spagna è Gomorra: la repressione sessuale nel Mediterraneo moderno”. Ho recuperato un breve testo anche da questa conversazione:

“Monica arrivò all’ora di pranzo, con la sua chitarra alle spalle. Era maggio e il cielo romano era coperto. Non ci conoscevamo, ma sapevo del suo lavoro e penso che abbiamo molte cose in comune. Non mi sbagliavo. Portò con sé la sua luce fiorentina, e ci regalò alcune delle sue canzoni. Monica canta, e questo si nota in ogni parola che pronuncia. Tommaso è arrivato all’ora in cui normalmente si prende il caffè. Anche noi non ci conoscevamo personalmente, ma la sua temperanza mi ha dato sicurezza fin dall’inizio. Le sue ricerche sul Settecento veneziano mi hanno affascinato fin da quando le lessi per la prima volta, in un incontro con il professor Vittorio Frajese alla Sapienza. Monica parla poco l’italiano. Tommaso si cimentava con lo spagnolo. Finalmente si stava realizzando quello che il mio progetto prometteva. L’incontro tra due mondi, così simili e eppure così diversi.

Se questa conversazione si chiama Italia es Sodoma, España es Gomorra (Italia è Sodoma, la Spagna è Gomorra) è perché in alcune delle mie ricerche ho osservato le particolarità della comprensione della sessualità nell’età moderna nei territori italiani. Ho notato che, in alcuni procedimenti giudiziari durante l’Età Moderna, gli italiani che erano perseguitati dall’Inquisizione Spagnola si gratificavano che in Italia era assolutamente normale praticare sesso tra uomini o tra donne. Mentre nella monarchia ispanica si costituisce come un territorio aggressivo, con un chiaro modello persecutorio per certe pratiche sessuali, in Italia si osserva una persecuzione molto più lassista. Monica portò con sé appunti biblici, i testi repressivi scritti da teologi, ma anche qualche storia che rompeva con quel modello binario imposto dal cattolicesimo. Tommaso ci ha invitato al carnevale di Venezia, a rileggere il libertino Casanova, ma anche le pasquinate satiriche contro il Doge Infame, il sodomita Mocenigo.

Da ciò sono sorte altre mille domande”

 
Infine, è importante evidenziare la visita di Mikel Herrán, l’8 giugno 2023. La sua relazione è intitolata “Parecen muy buenos amigos: abrir los ojos ante la diversidad sexual en el Mediterráneo Medieval” / “Sembrano buoni amici: aprire gli occhi sulla diversità sessuale nel Mediterraneo medievale”. Su questo, scrivo:

“Mikel ed io eravamo stati insieme una volta, ma sempre nello spazio virtuale. Nel 2021 ha collaborato con me a “Carne Cruda”, dove abbiamo parlato di travestiti barocchi. In Mikel ci sono due cose che mi hanno sempre affascinato. Un’analisi critica rafforzata da bibliografia e riferimenti, accompagnata dalla capacità di rendere semplice ogni argomento complesso. Forse questo è il segreto del suo successo come divulgatore. Davanti agli schermi, lo spettatore incontra un vichingo, una drag, un cavaliere medievale, che elabora con abilità dei discorsi che riescono a coinvolgere dall’inizio alla fine. Quando Mikel arrivò all’Accademia, quella sera di giugno, il caldo si faceva sentire. Abbiamo preparato il caffè e condiviso molte riflessioni sul lavoro accademico, le prospettive precarie per il futuro, il dover emigrare per costruire una carriera. Anche su alcuni degli argomenti che dovevano essere discussi nell’ultima conferenza del ciclo.

Mikel ha iniziato la sua dissertazione parlandoci degli “Amanti di Modena”, un paio di scheletri che sembrano intrecciarsi. Un segno archeologico dell’affetto, forse di una relazione lunga, o forse di una storia breve. Poco importa. Effettivamente erano due uomini. Su questo, Mikel ci introduce in un quadro spaziotemporale complesso, la penisola iberica nel Medioevo. Ci racconta come nei “mudakarat”, poemi omoerotici andalusi, si trova un’idealizzazione del maschile come vertice della bellezza umana. Ciò non significa in alcun caso una maggiore tolleranza nei confronti di certe pratiche dissidenti. Ma al di là del confine, in quei nascenti regni cristiani del nord della penisola, la repressione contro questi racconti, pratiche e comunità è molto più incalzante. Nella Castiglia, nell’Aragona e nella Navarra medievali era facile collegare il desiderio sessuale tra i maschi a una forma di “maurofilia”.

Su questo riflettiamo. Su come, sempre, ci si addita come l'”altro”. Sulle agevolazioni, ieri come oggi, di creare discorsi di odio basati sulla differenza”.

 

4. Collezione di lastre di lavoro teorico. “ACCADEMIA”. Tre opere.

Juan Pedro Navarro Martínez e Ana Mina

2023

Stampa risografica con scritte a matita suarta di 300 gr.

42cmx29,7cm

Le lastre della collezione “ACCADEMIA” raccolgono tre diverse esperienze di ricerca. Su disegno originale di Bartolomeo Cesi “Due amici fiorentini” (1606), conservato alla Galleria degli Uffizi, ho elaborato uno schizzo con colori fluoro che poi sono stati stampati attraverso la tecnica risografica, in una collaborazione con Ana Mina durante la residenza presso l’Accademia di Spagna nel 2023. Entrambi eravamo preoccupati per la questione della decodifica degli archivi, come elemento che diffonde e allo stesso tempo blocca materiali che devono servire alla costruzione di genealogie e di memoria. Di questo abbiamo discusso ampiamente: https://www.memoriapresente.net/desarchivar-un-beso/
Le lastre ci sono servite come quaderno di lavoro, nelle quali ho avuto la possibilità di trascrivere alcuni appunti personali.

“LASTRA 1. NAPOLI”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

Su questa lastra sono trascritte alcune esperienze di lavoro legate all’ambiente napoletano. In particolare, esse fanno riferimento alla leggenda della Mamma Schiavona o Madonna di Montevergine, una storia del XII secolo che perdura ancora oggi. Racconta la salvezza di due giovani amanti che vengono salvati da una tempesta grazie all’intervento divino.
Fa riferimento anche all’attuale festa della Juta dei Femminielli, che riunisce ogni 2 febbraio migliaia di persone LGTBi che rendono omaggio a questa vergine salvatrice dei “marginali”.

“LASTRA 2. FIRENZE”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

Sul soggiorno a Firenze nel mese di maggio 2023. Ho preso appunti su Savonarola e il suo regno del terrore nella Firenze della fine del XV secolo.
Inoltre, questa illustrazione è servita a fare riferimento al lavoro collaborativo che abbiamo fatto io e Ana Mina sulla base del disegno di Bartolomeo Cesi.

“LASTRA 3. ROMA”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

L’ultima lastra, che si concentra sulla persecuzione dei matrimoni clandestini celebrati nella Chiesa di San Giovanni a Porta Latina alla fine del XVI secolo.
Raccoglie i testi di Michel de Montaigne nel suo Journal du Voyage in Italie, oltre ad alcuni dati raccolti da me nel lavoro archivistico presso il Tribunale Criminale del Governatore di Roma, con sede a Sant’Ivo alla Sapienza.

 

5. Fanzine Nefando Mediterraneo.

2023

Volume spillato composto da 20 pagine stampa b/n + copertina stampa colore su carta arena bullo natural 100 gr e 140 gr.

22 pagine. Volu

La fanzine è composta da un quaderno di appunti su storia, sessualità, dissenso e convivenza all’Accademia. Contiene racconti di Carla Boserman e interviste a Lidia García, Tommaso Scaramella, Monica Morado e Mikel Herrán.
Nefando, dal latino Nefandus, era il termine che definiva tutte le pratiche sessuali che, annoverate tra i peccati contro natura, suscitavano così tanto “orrore o disgusto” da non poter essere pronunciate ad alta voce con il rischio di offendere la morale. Spesso non potevano nemmeno essere messe per iscritto. Qui si propone di riscattare questi silenzi elaborati intorno al nefando, all’indicibile.

Il mio progetto è stato un vero viaggio. Temporale, soprattutto. Dalle battaglie pittoriche tra Baglione al Caravaggio, ai “baci” di Bartolomeo Cesi, dal cui interesse è nata una collaborazione con Ana Mina su “de-archiviare un bacio” e il cui risultato oggi è la copertina di questo quaderno e alcune stampe fatte con la tecnica risografica. Anche spaziale. Ho avuto la possibilità di comprendere come in ogni territorio d’Italia le genealogie della sessualità hanno costruito usi diversi del corpo e del desiderio. Dai femminielli napoletani, passando per i falò della vanità nella Firenze Medicea, agli scandali di Francesco Sesa nel Milanese o ai matrimoni clandestini nella Roma del Seicento. Nelle pagine seguenti c’è un po’ di tutto quel lavoro. Certamente vedrete qualche traccia della mia esperienza negli archivi storici (Vaticano, Diocesano di Napoli, Accademia di Brera, Uffizi) e del mio processo investigativo.

Ma, soprattutto, questo quaderno vi servirà per registrare la parte più emotiva del mio progetto presso la Academia de España en Roma. In sostanza, ho voluto raccogliere qui alcune narrazioni che sono state raccontate durante il Ciclo di conferenze “Ganimede sul Mediterraneo”, nel quale ho avuto la fortuna di contare Lidia, Tommaso, Monica e Mikel. Tutto questo è spiegato, meglio di quanto non potessi farlo io, dai relatogramas di Carla Boserman.

 

NEFANDO MEDITERRANEO: SCRITTI DI UNA SESSUALITÀ PASSATA, IL PROGETTO

Nefando, dal latino Nefandus, era il termine che definiva tutte le pratiche sessuali che, in quanto peccati contro natura, provocavano così tanto “disgusto o orrore” da non poter essere menzionate ad alta voce per non offendere la morale. Spesso non potevano nemmeno essere scritte. Il progetto “Nefando Mediterráneo” si propone di salvare questi silenzi elaborati intorno al nefando, all’indicibile. A partire dalla disciplina storica e con un interesse primario per il lavoro d’archivio, vengono messi a disposizione diversi artefatti che aiutano i contemporanei a comprendere come le società moderne in Italia e in Spagna durante i secoli moderni abbiano assimilato allo stesso tempo ideali di bellezza e corporeità che rompevano con il panorama morale e intellettuale cattolico, mentre venivano propugnati programmi di controllo e persecuzione di pratiche ed esperienze sessuali non normate.

Grazie alle letture e al lavoro d’archivio continuo, i risultati di questa ricerca si stanno rivelando fruttuosi. È stato possibile comprendere meglio le dinamiche affettive delle persone accusate di sodomia e di altri reati sessuali. Anche i modelli di genere che si articolavano intorno alla mascolinità moderna.

Inoltre, è stato organizzato un ciclo di conferenze, “Ganimede sul Mediterraneo”, che ha affrontato questi assi tematici e ha coperto anche altri periodi storici. Il progetto è stato alimentato dagli interventi di Lidia García, studiosa di cultura popolare e folklore spagnolo, Tommaso Scaramella, dottore di ricerca in Storia moderna, Mónica Morado, studiosa di genere e sessualità e Mikel Herrán, archeologo medievale.

SU JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ

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Mazarrón, Regione di Murcia, 1994. Insegnante e ricercatore. Il suo lavoro si concentra essenzialmente sullo studio del genere e della sessualità durante l’età moderna, sulla costruzione della mascolinità e sulla criminalità sessuale.

Ha conseguito una laurea in Storia, un Master in Studi Avanzati in Storia Moderna (Universidad Autónoma de Madrid) e un dottorato di ricerca in Storia Sociale presso l’Università di Murcia, con un progetto dedicato alla persecuzione del reato di sodomia a Castiglia nel XVIII secolo. Inoltre, è stato professore-ricercatore presso l’Università di Murcia (2017-2022) nell’ambito del bando FPU del Ministero dell’Istruzione del Governo spagnolo. Ha lavorato come assistente alla didattica presso l’Università di Leeds (2018) ed è stato ricercatore in visita presso il CONICET/Università di Buenos Aires (2019) e alla Sapienza-Università di Roma (2023).


 

MATÍAS CANDEIRA – Processi 150

MATÍAS CANDEIRA

COLUI CHE ASPETTA


.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

El que espera (Colui che aspetta)
Matías Candeira
Anno di edizione: 2023
21×12
12 pagine
Plaquette
Frammento del progetto narrativo sviluppato alla RAER intorno agli ultimi mesi di vita di Dino Buzzati. Primo capitolo e parte del secondo. Corrisponde all’inizio del libro.


Letteri a Bambrilla
Dino Buzzati
Anno di pubblicazione: 1985
Agostini /Novara
Prestatore: Matías Candeira
Libro, epistolare
301 pp
Descrizione: Tutte le lettere che Dino Buzzati ha scritto per decenni al suo migliore amico, Arturo Bambrilla.


Viaje a los infiernos del siglo (Viaggio negli inferni del secolo)
Dino Buzzati
Anno di edizione: 1977
Editore: Simbad
Prestatore: Matías Candeira
Libro
11 x 18,5 cm
116 pp.
Descrizione: Nouvelle + raccolta di racconti di Dino Buzzati intorno all’idea surrealista di inferno.

 

COLUI CHE ASPETTA, EL PROYECTO

El que espera (Colui che aspetta) è un progetto narrativo ambientato nella Roma, nella Milano e in altre parti d’Italia del 1971.

Il libro prende spunto da un vero e proprio capitolo della vita dello scrittore Dino Buzzati, all’epoca in cui si occupava della sezione eventi paranormali per il Corriere della Sera. Questo avvenimento ha trovato riscontro in un libro di cronache non molto conosciuto dell’autore, intitolato I misteri della bella Italia.

Anni dopo le sue indagini, malato di cancro, lo scrittore italiano ha sognato una visita minacciosa: uno scrittore rivale che cerca ripetutamente di impossessarsi del suo corpo e della sua scrittura e lo insegue. La malattia progredisce. Buzzati è consapevole che la sua fine è vicina e che dovrà chiudere alcune questioni spirituali e personali prima di lasciare questo mondo.

Un alter ego immaginario dello scrittore atterra in una Roma fantasmagorica e a Milano per riprendere contatto con gli stregoni, i guaritori e gli esorcisti che avevano suscitato il suo scetticismo e il suo umorismo nero quando scriveva le cronache. Sarà il pretesto per allontanarsi il più possibile dai suoi conflitti personali e farsi trascinare nella parte rivelata della città, già trasformata in un panottico che egli stesso attraversa all’erta, proprio come i suoi personaggi attraversano gli spazi al confine con la realtà.

 

SU MATÍAS CANDEIRA

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Madrid, 1984. È uno sceneggiatore di formazione e scrittore. Autore di sei libri di narrativa: il romanzo Fiebre (Candaya, 2015) e cinque raccolte di racconti, tra cui Antes de las jirafas (Páginas de Espuma, 2011), Ya no estaremos aquí (Salto de Página, 2017) e Moebius (Algaida, 2019), che ha ricevuto il premio Kutxa Ciudad de San Sebastián nel 2018. 

Come riconoscimento del suo lavoro, ha ricevuto sovvenzioni creative da diverse istituzioni nel campo della letteratura in lingua spagnola: Fundación Antonio Gala para Jóvenes Creadores, Fundación Han Néfkens Fundación BBVA e Art Omi: Writer’s Residency.

Nel 2021, l’Agenzia Spagnola per la Cooperazione Internazionale lo ha scelto per far parte di 10 su 30, un progetto che riunisce i più importanti autori del panorama nazionale sotto i quarant’anni.

CARLA BOSERMAN – Processi 150

CARLA BOSERMAN

CENARE DENTRO UN CAVALLO: “PIÙ CON IL FARRO CHE CON IL FERRO”


.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Titolo: Fregio del processo di antotipia
Anno: 2023
Tecnica: antotipia
Supporto: carta
Dimensioni: 126x26cm
Descrizione dell’opera: Esempio del processo di creazione di un disegno solare. I cavalli dei monumenti equestri di Vittorio Manuelle II e di Giuseppe e Anita Garibaldi in dialogo, accordo e disaccordo.

Titolo: 5 disegni solari: i cavalli di spinaci
Anno: 2023
Tecnica: antotipia
Supporto: carta e tela
Dimensioni: 24 x 32
Descrizione dell’opera: Collezione di disegni realizzati a partire dai cavalli dei monumenti a Vittorio Emanuele II, Giuseppe e Anita Garibaldi.


Titolo: Più con il farro che con il ferro
Anno: 2023
Tecnica: mista
Supporto: carta
Dimensioni: 12 x 22
Descrizione dell’opera: Cronologia e studio della posizione dei cavalli sui monumenti equestri nella città di Roma: Marco Aurelio, Vittorio Emmanuelle II, Giuseppe e Anita Garibaldi, Monumento al Carabiniere. Manuelle II, Giuseppe e Anita Garibaldi, Monumento al Carabiniere. Sono disegni-gioco in cui il farro può nascondere parte del ferro dei cavalli.


Titolo: Autoedizione-Monumento
Anno: 2023
Dimensioni: 3 fogli pieghevoli 50 x 70
Breve descrizione: Trittico che presenta esperienze condivise attraverso una serie di ricette legate a tre monumenti equestri della città di Roma, alla ricerca di un’epica più vicina al cibo e alla vita quotidiana.
Lingua: Castigliano e Italiano


Titolo: Documentazione dei laboratori e processi del disegno solare
Anno: 2023
Breve descrizione: Documentazione fotografica del processo di antotipia e dei laboratori tenuti al Palazzo delle Esposizioni e alla scuola estiva del Forte Prenestino.

 

CENARE DENTRO UN CAVALLO: “PIÙ CON IL FARRO CHE CON IL FERRO”, IL PROGETTO

Il progetto si basa sull’interesse a velare la monumentalità dello spazio pubblico di Roma e ad esplorare le questioni relative alla territorializzazione della memoria.

Partendo da un evento singolare (una serie di brindisi avvenuti all’interno del cavallo del Monumento a Vittorio Emanuele II durante la sua costruzione), si propongono una serie di incontri per re-immaginare e stabilire legami tra i diversi monumenti equestri della città e il cibo come spazio di produzione della memoria sociale. L’obiettivo è generare esperienze per parlare di memoria anche a partire dallo stomaco.

Un punch che pulisce i palati, polenta fritta e dei biscotti all’uva sultanina costituiscono un ricettario esperienziale che apre conversazioni sul Risorgimento italiano. Queste esperienze sono raccolte in un’opera grafica sotto forma di trittico che ci invita a percorrere, ricordare e riparare.

Il progetto comprende una collezione di disegni solari o antotipie[1] , realizzati con inchiostro vegetale. Sono immagini temporanee che esplorano l’estetica della scomparsa e parlano della fragilità della memoria. Disegni che presentano cavalli che sono monumenti e fanno parte del paesaggio della città, cavalli a inchiostro di spinaci che saltano dai loro cavalletti ed esplorano la performatività del disegno. Il progetto si completa con una serie di laboratori di disegno e stampa solare presso istituzioni e spazi autogestiti della città, dove vengono esplorati immaginari più condivisi.

[1] Il termine antotipia deriva dal greco anthos, fiore, e tipo, impressione o marchio. È una tecnica di stampa a contatto che sfrutta la fotosensibilità di alcuni fiori, ortaggi e frutti.

 

SU CARLA BOSERMAN

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É artista, docente e ricercatrice.

Sviluppa progetti in cui il disegno è legato al territorio, alla memoria e alla comunità. Disegna dal vivo e nel contesto. Ha coniato il termine relatograma per definire un modo specifico di fare narrazione grafica. Ha disegnato in contesti di sperimentazione sociale, memoria di quartiere e comunità pastorali. Ha partecipato a spazi sensibili alle pratiche collaborative e di apprendimento come, tra gli altri, la Red de Arquitecturas Colectivas, il MediaLab Prado, il CCCBLab o il Museo Vostell Malpartida. È stata insegnante e coordinatrice del dipartimento di arte presso il BAU – Centro Universitario de Artes y Diseño di Barcellona, artista in residenza presso La Escocesa e Hangar.org. La sua tesi di dottorato è una riflessione critica sulla sua pratica di disegno e attraverso la quale si avvicina all’etnografia. Ha disegnato per il libro di Marina Monsonís La cocina situada (Gustavo Gili, 2021). È membro del gruppo Investigación, Arte y Universidad: Documentos para un debate della Facultad de Bellas Artes, UCM.

@carlaboserman

www.carlaboserman.net

 

ELVIRA AMOR – Processi 150

elvira amor

CIÒ CHE VEDI LO VEDI SEMPRE PER VEDERE QUALCOS’ALTRO


.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Da sinistra a destra:

Senza titolo 2023. Acrilico su tela 40 x 30 cm

Senza titolo 2023. Metacrilato, tela, pittura su muro. Dimensioni variabili

Senza titolo 2023. Acrilico su tela 200 x 130 cm

Senza titolo 2023. Acrilico su carta 140 x 100 cm

Senza titolo 2023. Acrilico su carta 100 x 70 cm

CIÒ CHE VEDI LO VEDI SEMPRE PER VEDERE QUALCOS’ALTROIL PROGETTO

Nella mia arte lavoro con il colore e la forma, pensando alla pittura come all’immagine mentale che si costruisce a partire da ciò che è visibile, un insieme di pezzi, l’ambiente circostante, il pavimento, le pareti… Mi interessa l’atmosfera emanata da un insieme di parti, e come queste influiscono sulle persone e sullo spazio.

Il progetto nasce dall’interesse a conoscere dal vivo gli murales antichi di Roma perché vi trovo un punto in comune con il mio lavoro: un modo di intendere la pittura come tutto ciò che circonda lo spazio.

 

SU elvira amor

Amor

Elvira Amor (Madrid, 1982) si è laureata in Belle Arti presso l’Università di Castilla-La Mancha). Ha vissuto e studiato a Madrid, Cuenca, Buenos Aires, Puebla (Messico), Bruxelles (Belgio) e Yogyakarta (Indonesia), realizzando mostre e sviluppando svariati progetti.

Le ultime mostre individuali che ha realizzato sono: Rosa llano, verde oblicuo (CAB Centro de Arte de Burgos 2022); Sendas Selvas (Galería Moisés Pérez de Albéniz, Madrid 2021), Formas de oír (Alimentación 30, Madrid 2020), o Salmón ladrillo coral (García Galería, Madrid, 2018).

Ha preso parte, fra le altre, alle seguenti mostre collettive: La distancia entre A y B curata da  Bea Espejo (Museo de Arte Contemporáneo de Madrid 2022); Artistas en producción curata da Cristina Vives (Estudio 50, La Habana, Cuba 2022); El arte no es democracia (Nave Oporto, Madrid 2021); Pintura Renovación Permanente curata da Mariano Navarro (Museo Patio Herreriano, Valladolid 2021); Una historia del arte reciente, Colección DKV- Museo de Arte Abstracto, Cuenca 2021); Modern Love Vol.1 (Quinto Piso, Ciudad de México 2017); Luminancia Sobrenatural Dominante (Galería El Mirador, Buenos Aires, 2014); o Alga todo y espumas (CCEBA-AECID, Buenos Aires 2013).

Ha creato il programma JAI (Tabakalera 2022), o residenze como Bilbao Arte 2021, Villavergerie Huesca, 2020 o Mundo Dios 2012, Mar del Plata (Argentina).

ANA LAURA ALÁEZ – Processi 150

ANA LAURA ALÁEZ

NON É TESTO- NON  É AZIONE- NON  É SUONO- NON  É  OGGETTO/ NON  É SCRITTURA- NON  É PERFORMANCE- NON  É MUSICA- NON  É SCULTURA


.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI


ACARICIA Y GOLPEA (UNA DE NOSOTRAS) – ACCAREZZA E COLPISCE (UNA DI NOI)
2023
resina, vernice per carrozzeria, supporti in ferro
30 x 30 x 300 cm

PRIMER BESO CON LENGUA – PRIMO BACIO CON LA LINGUA
2022
gesso
60 x 30 x 40 cm

LA BESTIA
2022
gesso
60 x 60 x 60 cm

ANCESTRAL ECHOES – ECHI ANCESTRALI
2023
Schizzo a partire dall’opera “Braintree” (2008)
(Oku-Noto Triennale 2023, Suzu, Giappone)
Gesso, otto disegni, unità di 15 x 15 x 30 cm cad.

ANCESTRAL ECHOES – ECHI ANCESTRALI
2023
(Oku-Noto Triennale 2023, Suzu, Giappone)
bronzo
40 x 40 x 30 cm

ACARICIA Y GOLPEA – ACCAREZZA E COLPISCE
2023
150 x 100 cm
poster con informazioni sul vinile a cura di
Ana Laura Aláez (testi e voce) in collaborazione con Ascii.disko (composizione musicale).
Registrato presso la Real Academia de España en Roma Lato A (brano “Acaricia y Golpea” + “Roma 1″) / Lato B (brano “Error” + “Roma 2″) Quattro brani basati su testi di Aláez riguardo i suoi processi artistici a Roma.

ACARIA Y GOLPEA – ACCAREZZA E COLPISCE
2023
video
00:07:65

NON É TESTO- NON  É AZIONE- NON  É SUONO- NON  É  OGGETTO/ NON  É SCRITTURA- NON  É PERFORMANCE- NON  É MUSICA- NON É SCULTURA, IL PROGETTO

Progetto artistico che lavora contemporaneamente nelle quattro modalità che il titolo stesso cita: testuale (scrivere un saggio), d’azione (filmare una performance), sonora (comporre musica elettronica) e oggettuale (lavorare sulla scultura). Il mio obiettivo è stato quello di provocare una confluenza partendo da un metodo non specifico -il quale è cambiato nel corso della ricerca- e con la disciplina scultorea come luogo di verifica.

Il soggiorno a Roma mi ha permesso di mettere quotidianamente a confronto opere chiave che, finora, avevo visto solo da lontano, sui libri. L’esperienza in Accademia è una somma di questa eco esperienziale. Mi riferisco a quel disagio e a quel sollievo che si manifestano contemporaneamente quando il corpo è posto di fronte a un’opera che riesce a suscitare in noi degli interrogativi. Ed è proprio quella sensazione che colpisce direttamente lo stomaco che cerco di trasferire nel mio lavoro.

El vinilo è l’opera che culmina questo progetto-ponte tra varie discipline. L’ho realizzato in collaborazione con il musicista Ascii.disko. I testi delle quattro tracce riflettono i miei processi artistici a Roma. Il brano principale Acaricia y golpea funge da base per il video omonimo ed è eseguito da diversi colleghi. Questa collaborazione si intreccia con lavori precedenti, nei quali utilizzo il contesto vitale come materiale scultoreo.

 

SU ana laura aláez

downloadVincitrice nel 2013 del premio del governo basco Gure Artea, come riconoscimento della sua carriera artistica e del suo contributo all’arte contemporanea. Accanto al lavoro plastico, Aláez sviluppa attività come la progettazione di spazi, la scrittura e la composizione musicale (a partire dal 2000 e in concomitanza con il suo progetto Dance & Disco all’Espacio 1 del Reina Sofía, quando ha iniziato a collaborare con altri creatori di musica elettronica). Vanta di una vasta attività di conferenze e workshop.

Biennali internazionali

Oku-Noto Triennale, Suzu, Japón (2023); 4ª Biennale di Busan, Korea (2004); 49ª Biennale di Venezia, Padiglione Spagna (2001); 1ª Biennale di Buenos Aires (2001); 2ª Biennale di Busan, Korea, (2000); 48ª Biennale di Venezia, Apertutto (1999); 5ª Biennale di Istanbul (1997).

Esposizioni

Cranach-Aláez. Cara a cara”, Museo de Bellas Artes, Bilbao (2023), Todos los conciertos, todas las noches, todo vacío”, Azkuna Zentroa, Bilbao y CA2M, Madrid (2019-2021); Pabellón de escultura”, Musac, León (2008); “Bridge of Light”/ Towada Art Center, Towada City, Giappone (2008);Unknowns. Mapping Contemporary Basque Art”, Guggenheim, Bilbao (2007);  Arquitectura de Sonido”, Museo Banco de la República, Bogotá (2006); “Hell Disco”, Taidemuseo Tennispalatsi, Helsinki e Centro Cultural de España, México (2006); “Kiss the Frog. The Art of Transformation”, The National Museum of Art, Architecture and Design, Oslo (2005); “Beauty Cabinet Prototype”, Palais de Tokyo, Paris( 2003).

LA PRESTE

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2021/2022

Dal 15 settembre al 27 novembre 2022

.

la PRESTE, IL PROGETTO

Una PRESTE è una forma di festa andina di spirito transitorio.

ieri proposta da altri, oggi proposta da noi, domani la proporrà qualcun altro.

Non vuole essere di proprietà di nessuno in particolare ma allo stesso tempo di tuttx.

Il 9 luglio (2022) alle 10am la “Real Academia de España” a Roma apre le sue porte allo strano, allo storto, allo squallido, al bizzarro, al cuir, al carnevale; per pensare cosa succede “dopo” l’orgoglio.

Raccogliere quel che è rimasto per riciclarlo, ripensarlo, riutilizzarlo, reinventarlo e avanzare.

Questa PRESTE è un luogo di trasformazione; non essere più solx per poter essere unitx. Entriamo in Accademia togliendoci i vestiti, preparandoci per uscire verso altri luoghi. Siamo un festeggiamento che non finisce, che viene dalle manifestazioni, dalle rivolte, dalla vita.

La notte non finisce, il mattino è appena iniziato.

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