Manuela Vilas – Finestre Aperte

Traduzione video:
Ciao, sono Manuel Vilas e voglio leggervi un poema dedicato alla città di Roma dove ho vissuto fino a pochi giorni fa.

ROMA
Con l’epidemia che governa l’Italia Roma si è svuotata dei turisti.
Sei rimasta senza nessuno, Roma.
Passeggio per Campo dei Fiori, per Piazza della Quercia, per via Pettinari, e non ci sono uomini, né donne, né gatti, tutti sono andati via.
Ti sto vedendo come ti videro gli antichi. Come fosti nel mille e trecento. Come se ritornasse il Medioevo. Come ti vide Stendhal, come ti video i viaggiatori del diciannovesimo secolo.
Adesso sei sola come me. Cos’altro potresti volere, Roma.
Mai e poi mai sarai sola, sola come me. Questo potere è solo mio. Tuoi l’arte, Dio, gli angeli, la bellezza, la spada, il mistero della storia.
Mia la solitudine suprema.

UN APPUNTO ROMANO

Il mio progetto letterario dell’Academia de España en Roma si sta rivelando molto fruttuoso. Ci sono state alcune circostanze interessanti; la più rilevante è il modo in cui il mio progetto originario si sia trasformato nel dialogo costante che mantengo con la città di Roma. Ciò che in effetti devo constatare è che il mio progetto originario ha subito uno spostamento di genere letterario. Inizialmente, l’impostazione era di carattere narrativo, e aveva come obiettivo la scrittura di un romanzo. Si è imposta, inaspettatamente, la poesia.

Il mio modo di lavorare consiste nel percorrere la città di Roma (c’è anche un capitolo dedicato a Firenze), camminare per le sue vie, visitare i suoi musei, i suoi centri di gravità, e poi trasformare tutte queste esperienze in letteratura. Il mio piano è consistito e consiste nell’uscire tutti i giorni alla ricerca dell’essenza della città. Cammino tra le tre e le quattro ore al giorno, e ho costruito diversi itinerari. Il mio progetto si basa anche sulla conoscenza della vita comune e quotidiana di Roma, la vita della gente, la vita nei bar, i negozi, la strada, il trasporto pubblico, etc.

Il mio proposito è stato quello di conoscere la città, impararla, come se fosse l’apprendimento di una lingua. La mia sfida principale è stata quella di dominare il suo urbanismo, le sue proporzioni e i suoi misteri. Ogni città ha misteri.

Anche vivere in un edificio come quello che ospita l’Academia de España en Roma ha avuto la sua versione letteraria nel mio lavoro. È un edificio molto particolare. Il suo significato storico è poroso.

Riporto una poesia a dimostrazione del mio lavoro.

 

BERNINI E BORROMINI
Oggi ho visto il combattimento

tra Bernini e Borromini,

che invece di volersi bene,

aiutarsi e rispettarsi,

si odiarono.

 

La chiesa di Bernini è luce e disperazione.

Quella di Borromini è serenità ed elegia.

Ed entrambe sono bellissime

ed entrambe sono figlie ben fondate

della bellezza che arde per tutti.

 

I due famosi architetti

fallirono nell’unica cosa che conta:

non seppero essere fratelli, amici,

colleghi, complici.

 

Borromini fu sventurato,

e Bernini fortunato.

 

Nell’ora della morte,

tanto menzionata nelle loro monumentali opere,

entrambi furono un unico corpo in abbattimento.

 

Se dovessi commissionare

la mia casa a uno dei due

la darei a Borromini,

ma non è più il tempo della giustizia,

non lo è mai stato nel mondo.

 

Mi piacerebbe sognare

che si volevano bene,

che celebravano insieme

l’odissea dell’arte,

che mangiavano e ridevano

nelle estati romane

e bevevano e sognavano

l’arrivo della luce sulle pietre

con la fratellanza

come unico dio tra gli uomini.

MANUEL VILAS