2014 / 2015 – MAEC AECID Scultura


Progetto

Durante il suo soggiorno a Roma, Joan Morey sviluppa il progetto BODY LANGUAGE [Linguaggio del Corpo] concentrato sullo studio del corpo nella scultura classica e la sua “traduzione” nel mezzo vivo della performance. Fissando ponti concettuali tra l’antichità classica, il moderno e il postmoderno, il progetto evita l’utilizzo di parametri storiografici e adotta un atteggiamento critico davanti alla (rap)presentazione del corpo. BODY LANGUAGE genera una struttura che permette di sviluppare una serie di performance in cui vari interpreti si sottomettono a un rigido sistema di istruzioni o regole (ostacoli motori, schemi coreografici, modelli di interpretazione) collocando il corpo del performer in primo piano nell’intento di cambiare il modo convenzionale di concezione della scultura.
La traiettoria artistica di Joan Morey è costellata da numerosi progetti ed esposizioni tra cui spiccano: NON SERVIAM [GETSEMANÍ], Cal Cego, Collecció d’Art Contemporani (Barcellona, 2014); CASCANDO_Variaciones para otra pieza dramática, atrio del MACBA_Museu d’Art Contemporani di Barcellona (Barcellona, 2013); TROMPE-L’OEIL_A piece in two acts, Can Felipa Arts Visuals (Barcellona, 2012); L’ENSINISTRAMENT_Variaciones para actor, iPad y furgón preparado, Fabra i Coats Centre d’Art (Barcellona, 2012); THE BLACK LIST, Five Years (Londra, 2011), MUTT (Barcellona) e libreria Literanta (Mallorca) nel 2011; BAREBACK_el Poder i la Mort, cappella oratorio della Misericordia (Palma di Maiorca, 2010); GRITOS & SUSURROS_Conversaciones con los Radicales, La Capella/ICUB (Barcellona, 2009); «Pour en finir avec le jugement de dieu», Performing ARCO/Galería Horrach Moyà (Madrid, 2008); OBEY, Humillados & Ofendidos, Centro Galego de Arte Contemporánea/CGAC (Santiago di Compostela, 2007/2009) o POSTMORTEM_Projet en Sept Tableaux, chiostro dell’antico Centre d’Art Santa Mònica/CASM (Barcellona, 2006/2007).

Biografia

Joan Morey [Maiorca, 1972] ha una laurea e un DASE in Belle Arti conseguiti all’Università di Barcellona. La sua pratica artistica esplora principalmente il linguaggio della performance generando eventi (attraverso attori o interpreti), messe in scena (come mise en scène o ambientazioni) o interventi specifici (partendo dallo spazio o dal contesto che ospita l’opera) che danno luogo (oppure no) a opere derivate. L’elemento che costituisce l’ossatura del suo discorso è il rapporto poco ortodosso tra “Padrone/Schiavo” – che va dalla dialettica del padrone e dello schiavo in Hegel alle pratiche sub-culturali “BDSM” – in un avvicinamento o studio dei dispositivi di potere con il fine di ricollocarli su un piano di rappresentazione artistica. Di conseguenza, tali meccanismi sono utilizzati per la ricostruzione di proposte visuali, orali e scritte che riflettono su ideologia, religione o politica, nei loro molteplici aspetti.