Finestre Aperte – Begoña Soto

La Società Italiana Cines in Spagna

Begoña Soto Vázquez.

Academia de España en Roma – Universidad Rey Juan Carlos

La Società Italiana Cines, nota semplicemente come Cines, viene creata nel 1906 a Roma. Nasce a partire dalla ditta Alberini & Santoni, manifattura di soggetti e films cinematografiche, creata sempre a Roma nel 1905 da Filoteo Alberini con il finanziamento di Dante Santoni. Sia l’Alberini & Santoni che l’erede Cines avranno i loro teatri di posa in via Appia Nuova (via Veio) nei pressi di porta San Giovanni. Filoteo Alberini filma nel 1905 “La presa di Roma” che secondo la storiografia è il primo film a soggetto di nazionalità italiana. Questo film venne restaurato e ricostruito nel 2005 dalla Cineteca Nazionale a partire da duplicati negativi degli anni ’30 del secolo scorso provenienti dall’Istituto Luce e previa analisi e comparazione di copie esistenti nella stessa Cineteca Nazionale, nella Cineteca Italiana di Milano, nella Cinemateca Argentina a Buenos Aires, al MOMA di New York e al National Film and Television Archive (Regno Unito), oltre a un singolo fotogramma fornito dallo storico Aldo Bernardini. Il materiale recuperato nel 2005 è di 75 metri di pellicola (tre minuti, trenta secondi di proiezione approssimata a 18 fps), mentre, stando a fonti pubblicitarie dell’epoca, l’opera proiettata nel 1905 era lunga 250 metri (dodici minuti di proiezione approssimativamente a 18 fps) (Bollettino n. 1 Alberini & Santoni. 1905). Tutto questo preambolo per un titolo e il suo restauro, che sostanzialmente ha poco a che vedere con questo progetto, serve a dare un’idea chiara fin dall’inizio delle difficoltà e dei problemi riscontrati nel reperimento dei materiali cinematografici, nello studio, ricostruzione e restauro.

Dal 1911 in poi Cines non sarà soltanto una manifattura o produttrice di film, ma compra anche il brevetto e apre una fabbrica a Padova per cominciare a prodursi da sola la celluloide o la pellicola vergine. Sempre nel 1911 avvia la creazione di succursali per la distribuzione dei suoi titoli in diverse città europee, tra cui quella di Barcellona sotto la direzione di Berardo Munzi e poi di Giuseppe Miraglia. Il sistema di aprire un ufficio con un responsabile direttamente mandato dall’Italia per commercializzare i suoi titoli rimane attivo durante tutta la storia di Cines a Barcellona. È un sistema che nessun’altra casa di produzione italiana in Spagna metterà in atto e che con delle varianti sarà quello seguito dalle due grandi case francesi dell’epoca Pathé e Gaumont. Studiando la stampa cinematografica del primo decennio del XX secolo siamo a conoscenza che Cines sotto la direzione di Munzi e Miraglia ebbe in distribuzione più di mille titoli in Spagna (e da lì a tutta l’America Latina) tra il 1910 e il 1917.

 

A metà del 1913, secondo la storica Palmira González o il catalogo di titoli Julio Pérez Perucha, Cines stabilisce qualcosa di più di una succursale per la distribuzione. Creerà il marchio Film de Arte Español per produrre film. Non sappiamo se le riprese siano in regime di coproduzione, come produzioni prettamente spagnole o semplicemente come produzioni italiane ambientate (parzialmente) in Spagna. Tramite diverse vie ho potuto elaborare una prima lista di produzioni vincolate a Film de Arte Español, tutte del 1913 e in qualche modo sotto la responsabilità tecnica di Giovanni Doria. Queste sarebbero: “Carmen”, “Luz que vuelve”, “El collar de diamantes”, “El revólver del Kri-kri”, “El crimen de otro”, “Los dos buzos”, “El hijo del mar” e “Los solitarios del bosque”. In una prima analisi realizzata in questi mesi possiamo dire che si conservano materiali di “Carmen” (incompleta) al Centre national du cinéma et de l’image animée (Francia), alla Filmoteca Española, alla Filmoteca de Catalunya e alla Cineteca Nazionale; di “El collar de Diamantes” (incompleta) alla Filmoteca Española e Radio Televisión Española; di “El revólver del Kri-kri” (da ricercare) al Centre national du cinéma et de l’image animée (Francia) e di “Los dos buzos” (da consultare) alla Cineteca Italiana (Milano).

 

In questo progetto cerchiamo da un lato le biografie dei tecnici e impresari che Cines trasferisce in Spagna tra il 1910 e il 1917: Goffredo Mateldi (attore e regista), Augusto Turchi (regista, sceneggiatore, scenografo e amministratore), Giovanni Doria (regista e direttore della fotografia), Berardo Munzi (dirigente e distributore) e Giuseppe Miraglia (dirigente e rappresentante). Tutti loro finirono per trovare in Spagna un luogo di lavoro, integrandosi e svolgendo le loro carriere nel cinema spagnolo e allontanandosi dal panorama bellico in Italia durante la Grande Guerra. In questo progetto metto in contatto queste con altre esperienze di viaggio di andate e ritorni con la produzione cinematografica come fulcro tra tecnici e imprese italiane e spagnole. Tra queste i due casi più caratteristici. Quello di Raimundo Minguella, catalano, che lavorerà tra Barcellona e Torino rappresentando case italiane a Barcellona (Film Artistica Gloria e Savoia Film) e case spagnole in Italia (Hispano Film) per poi creare un’impresa tutta sua italo-spagnola di produzione, Excelsa Films, che porterà a girare in Spagna Mario Caserini tra il 1916 e il 1920. E il caso di Adelardo Fernández Arias, madrileno, che dopo aver filmato “Asesinato y entierro de Canalejas” nel 1912, se ne andrà prima a Roma e poi a Torino a lavorare per la Società Ambrosio per poi creare le sue produttrici tra il 1917 e il 1920: Victoria Film (1915), Titan Film e Arias Films nel 1917. Nella direzione opposta abbiamo il caso studiato da Ignacio Lahoz di Mario Roncoroni e Giuseppe Sessia e la loro casa di produzione Apolo Films a Valencia tra il 1925 e il 1926.

 

Ma soprattutto miriamo a recuperare, analizzare e preservare il titolo più emblematico della Società Italiana Cines in Spagna sotto il marchio Film de Arte Español: “Carmen” (Doria, Turchi, 1913). Il rompicapo attuale riguarda materiali incompleti di duplicati nella Filmoteca de Catalunya e nella Filmoteca Española, materiali infiammabili nel Centre national du cinéma et de l’image animée francese e brevi frammenti di copia originale nitrato (solo parte dei titoli) nella Cineteca Nazionale. A lungo termine questo sarà il risultato più tangibile della nostra azione su una parte del fragile patrimonio di questi rapporti cinematografici tra Spagna e Italia.

 

Roma, marzo 2020

Per ulteriori informazioni: begona.soto@urjc.es

 

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La Società Italiana Cines en España

Begoña Soto Vázquez.

Academia Española en Roma-Universidad Rey Juan Carlos

La Società Italiana Cines, conocida simplemente como Cines, se crea en 1906 en Roma. Surge a partir de la firma Alberini & Santoni, manifattura di soggetti e films cinematografiche, creada también en Roma en 1905 por Filoteo Alberini con la financiación de Dante Santoni. Tanto la Alberini & Santoni como su heredera Cines tendrán sus estudios en la via Appia Nuova (via Veio) a las afueras de la puerta de San Giovanni. Filoteo Alberini filma en 1905 “La presa di Roma” que pasa según la historiografía por ser la primera filmación de ficción de nacionalidad italiana. Este filme se restauró y reconstruyó en 2005 por la Cineteca Nazionale a partir de duplicados negativos de los años 30 del pasado siglo provenientes de Istituto Luce y previo análisis y comparación de copias existentes en la propia Cineteca Nazionale, en la Cineteca Italiana de Milán, en la Cinemateca Argentina en Buenos Aires, en el MOMA de Nueva York y en el National Film and Television Archive (Reino Unido), además de un fotograma suelto aportado por el historiador Aldo Bernardini. Aún así el material recuperado en 2005 tiene un metraje de 75 metros (tres minutos, treinta segundos de proyección aproximada a 18 ips), según fuentes publicitarias de la época la obra estrenada en 1905 medía 250 metros (doce minutos de proyección aproximadamente a 18 ips) (Bollettino n. 1. Alberini & Santoni. 1905). Si hago este rodeo por un título y su restauración que en principio poco tiene que ver con este proyecto es para que desde el inicio quede clara la dificultad y problema de enfrentarnos a los materiales cinematográficos a su estudio, su reconstrucción y restauración.

A partir de 1911 Cines no solo será una manufactura o productora de películas, sino que compra la patente e instala una fábrica en Padua para comenzar a fabricar su propio celuloide o película virgen. También en 1911 inicia la creación de sucursales para la distribución de sus títulos en diversas ciudades europeas, entre ellas la de Barcelona a cargo de primero de Berardo Munzi y luego de Giuseppe Miraglia. Este sistema de instalar una oficina propia con su encargado directamente traído desde Italia para comercializar sus títulos permanece durante toda la historia de Cines en Barcelona. Es un sistema que ninguna otra productora italiana en España intentará y que con variantes será el seguido por las dos grandes casas francesas de la época Pathé y Gaumont. Estudiando la prensa cinematográfica de la primera década del siglo XX tenemos constancia de que Cines bajo la dirección de Munzi y Miraglia tuvo en distribución mas de mil títulos en España (y de ahí hacía toda Latino América) entre 1910 y 1917.

A mediados de 1913 según la historiadora Palmira González o el catálogo de títulos Julio Pérez Perucha, Cines establece algo más que una sucursal para la distribución. Creará la marca Film de Arte Español para producir películas. No sabemos si las filmaciones son en régimen de coproducción, como producciones netamente españolas o simplemente como producciones italianas que se filman (en parte) en escenarios de España. Por diversas vías he podido elaborar una primera lista de producciones vinculadas a Film de Arte Español todas ellas de 1913 y de alguna manera bajo la responsabilidad técnica de Giovanni Doria estás serían: “Carmen”, “Luz que vuelve”, “El collar de diamantes”, “El revólver del Kri-kri”, “El crimen de otro”, “Los dos buzos”, “El hijo del mar” y “Los solitarios del bosque”. En una primer análisis realizado estos meses podemos decir que se conservan materiales de “Carmen” (incompleta) en Centre national du cinéma et de l’image animée (Francia), Filmoteca Española, Filmoteca de Catalunya y Cineteca Nazionale; de “El collar de Diamantes” (incompleta) en Filmoteca Española y Radio Televisión Española; de “El revólver del Kri-kri” (por investigar) en Centre national du cinéma et de l’image animée (Francia) y de “Los dos buzos” (por consultar) en la Cineteca Italiana (Milán).

En este proyecto tratamos por un lado las biografías de los técnicos y empresarios que Cines traslada a España entre 1910 y 1917: Goffredo Mateldi (actor y realizador), Augusto Turchi (realizador, guionista, puesta en escena y administrador), Giovanni Doria (realizador y director de fotografía), Berardo Munzi (gerente y distribuidor) y Giuseppe Miraglia (gerente y representante). Todos ellos acaban por encontrar en España su lugar de trabajo integrándose y desarrollando sus carreras en el cine español y alejándose del panorama bélico de Italia durante la Gran Guerra. Pongo en contacto en este proyecto éstas con otras experiencias de viajes de ida y vuelta con la producción cinematográfica como centro entre técnicos y empresas italianas y españolas. Entre éstas los dos casos más característicos. El de Raimundo Minguella catalán que trabajará entre Barcelona y Turín representando a casas italianas en Barcelona (Film Artistica Gloria y Savoia Film) y a casas españolas en Italia (Hispano Film) para luego crear su propia empresa italo-española de producción Excelsa Films que traerá a filmar a España a Mario Caserini entre 1916 y 1920. Y el caso de Adelardo Fernández Arias madrileño que después de filmar “Asesinato y entierro de Canalejas” en 1912 se marchará primero a Roma y luego a Turín trabajando para la Società Ambrosio para luego crear sus propias productoras entre 1917 y 1920: Victoria Film (1915), Titan Film y Arias Films en 1917. O en el sentido inverso el caso más estudiado por Ignacio Lahoz de Mario Roncoroni y Giuseppe Sessia y su productora Apolo Films en Valencia entre 1925 y 1926.

Pero sobre todo intentamos recuperar, analizar y preservar el título más emblemático de la Società Italiana Cines en España bajo la marca Film de Arte Español: “Carmen” (Doria, Turchi, 1913). El rompecabezas que actualmente tenemos consta de materiales incompletos de duplicados en la Filmoteca de Catalunya y Filmoteca Española, materiales inflamables en el Centre national du cinéma et de l’image animée francés y breves fragmentos de copia original nitrato (solo parte de los títulos) en la Cineteca Nazionale. A largo plazo ese será el resultado más tangible de nuestra acción sobre una parte del frágil patrimonio de estas relaciones cinematográficas entre España e Italia.

Roma, marzo 2020

para más información: begona.soto@urjc.es