Reactivando videografías (Desde Roma) – SPECULARE IL CAOS, a cura di Anita Calá

SPECULARE IL CAOS

Curada por Anita Calà
con la asistencia proyectual de Giulia Pilieci

Artistas:

Francesca Arri

Matteo Attruia

Lamberto Teotino

 

La simetría acompaña a menudo la idea de una visión equilibrada y armónica en una composición figurativa. Utilizada sobretodo en la Pintura Medieval, conseguía dar un sentido de estatismo, inmovilizando la escena retratada en una eterna instantánea, pero al mismo tiempo equilibrando el ritmo visual de la misma.

Este paralelismo estético nace cuando una o más formas colocadas en el espacio presentan repeticiones regulares, siempre con un eje en el centro del que irradian elementos más o menos especulares.

En contraposición, en el lenguaje artístico contemporáneo, existe una búsqueda obsesiva por desestabilizar la serenidad que generan las imágenes reconfortantes de lo cotidiano, explorando las dinámicas generadas a partir de la descomposición de una estructura reconocible.

En el 1985 Peter Greenaway realiza  el “El zoo”, una obra cinematográfica en la que consigue provocar un cortocircuito en la percepción del observador, contrastando la simetría rígida y reconfortante de las imágenes con una historia surreal y llena de movimiento creando un colapso visual, a través de formas y colores que se descomponen en un loop sincopado.

Y es precisamente del desafío de jugar con dos lenguajes distintos, simetría y caos, que nace la idea de confrontar a los tres artistas elegidos: Francesca Arri, Matteo Attruia e Lamberto Teotino.

Sus obras giran entorno a un eje central, tanto en el plano estructural como el plano visual.

En el video-performance Self Portrait di Francesca Arri (2012) es la carne: el cuerpo, situado inicialmente como el núcleo, desnudo y solo, en el centro y bien visible en su totalidad, pierde lentamente la propia unicidad y fragilidad cuando el observador, que sufre la potencia visual de la imagen a medida que la observa, dándose cuenta de que el objetivo es él mismo, puesto en medio, ridiculizado, observado y burlado por ese mismo cuerpo, que al principio divierte y cautiva, y después avergüenza hasta llegar a molestar de un modo grotesco al ojo que lo observa.

Matteo Attruia presenta la obra inédita All I Need Is All I Need Is All (2020), un video alienante que nos reta con el instrumento de la palabra: se trata de una boca en primer plano, que con una voz sintética nos hipnotiza a través de la repetición de una frase sin solución de continuidad, haciéndonos entrar en el loop de la búsqueda y de la satisfacción de nuestros deseos, donde todo aquello que necesito coincide exactamente con la totalidad de lo que necesito, que es todo aquello que necesito…

Lamberto Teotino desestructura el objeto en non-physical entities (2018-2020), da a luz nuevas formas inexistentes, suscita curiosidad y nos empuja a analizar sus reelaboraciones de la estética primordial: criaturas metálicas suspendidas en un limbo amniótico hecho de aire, vibran en un juego caleidoscópico con una simetría delirante.

Los tres artistas utilizan el video como medio para crear un tejido de lenguajes que van más allá de la simple observación de la imagen.

Envuelven al espectador en una danza de sentidos emocionales, excavando en nuestros recuerdos en busca del por qué. Detrás de estas composiciones de fácil lectura, encontramos esa sensación de malestar que sólo el instinto percibe, haciendo atractivo lo que en la cotidianeidad rechaza.

 

 


SPECULARE IL CAOS

A cura di Anita Calà
Assistente di progetto Giulia Pilieci

Artisti:

Francesca Arri

Matteo Attruia

Lamberto Teotino

 

La simmetria accompagna spesso l’idea di una visione equilibrata ed armonica in una composizione figurativa. Utilizzata soprattutto nella Pittura Medioevale, riusciva a dare un senso di staticità, immobilizzando la scena ritratta in un’eterna istantanea, ma al contempo bilanciandone il ritmo visivo.

Questo parallelismo estetico nasce quando una o più forme disposte nello spazio presentano delle ripetizioni regolari, con sempre al centro un’asse da cui si irradiano elementi più o meno speculari.

In contrapposizione, nel linguaggio artistico contemporaneo, vi è un’ossessiva ricerca per destabilizzare la pacatezza generata dalle immagini rassicuranti del quotidiano, approfondendo le dinamiche generate dalla scomposizione di una struttura riconoscibile.

Nel 1985 Peter Greenaway realizza un’opera cinematografica, “Lo zoo di Venere”, nella quale riesce a provocare un corto circuito nella percezione dell’osservatore, mettendo a contrasto la confortante e rigida simmetria delle immagini con una surreale e movimentata storia in un collasso visivo, tramite forme e colori che si decompongono in un loop sincopato.

Ed è proprio da questa sfida nel giocare con i due linguaggi dissimili, simmetria e caos, che nasce l’idea di mettere a confronto i tre artisti scelti: Francesca Arri, Matteo Attruia e Lamberto Teotino.

Le loro opere ruotano attorno ad un asse centrale, sia sul piano strutturale e sia sul piano visivo.

Nella video-performance Self Portrait di Francesca Arri (2012) è la carne: il corpo, posto all’inizio come nucleo, nudo e solo, al centro e ben visibile nella sua totalità, perde lentamente la propria unicità e fragilità quando l’osservatore, che subisce la potenza visiva di quell’immagine nel tempo, capisce di essere il vero bersaglio, messo in mezzo, deriso, guardato e sbeffeggiato da quello stesso corpo, che prima diverte e coinvolge, poi imbarazza fino ad infastidire in un moto grottesco l’occhio che lo osserva.

Matteo Attruia presenta l’opera inedita All I Need Is All I Need Is All (2020), un video alienante che ci sfida con lo strumento della parola: ed è una bocca in primo piano, che con una voce sintetica ci ipnotizza attraverso la ripetizione di una frase senza soluzione di continuità, facendoci entrare nel loop della ricerca e della soddisfazione dei nostri desideri, dove tutto quello di cui ho bisogno coincide esattamente con il tutto di cui ho bisogno, che è tutto quello di cui ho bisogno…

Lamberto Teotino destruttura l’oggetto in Non-physical Entities (2018-2020), dà alla luce nuove forme inesistenti, suscita curiosità e ci spinge ad analizzare le sue rielaborazioni dall’estetica primordiale: creature metalliche sospese in un limbo amniotico fatto di aria, pulsano in un gioco caleidoscopico maniacalmente simmetrico.

Tutti e tre gli artisti utilizzano il video come mezzo per creare un intreccio di linguaggi lontani dalla sola immagine da osservare. Coinvolgono lo spettatore in una danza di sensi emozionale, scavando nei nostri ricordi alla ricerca del perché, dietro composizioni di facile lettura, troviamo quel senso di disagio che solo l’istinto percepisce, rendendo attraente ciò che nella quotidianità respinge.