JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ – Processi 150

JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ, NEFANDO MEDITERRANEO: Scritti di una sessualità passata


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2021-2022

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

 

1. Poster del Ciclo di Conferenze: “Ganímedes sobre el Mediterráneo: Historia(s) de disidencia y sexualidad entre España e Italia” / “Ganimede sul Mediterraneo: Storie di dissidenza e sessualità tra Spagna e Italia”.

Elaborato da Andrés Viedma Guiard.

2023

Stampa digitale su dibond.

42cmx29,7cm.

Poster costituito dalla figura ritagliata de Il ratto di Ganimede di Pedro Pablo Rubens (1638 circa, Museo Nacional del Prado, Madrid, Spagna), incorniciata nel triangolo rosa utilizzato dal nazionalsocialismo tedesco per contrassegnare socialmente le persone imprigionate per reati “sessuali” (omosessuali, trans ecc.).

 

2. Teaser del Ciclo di Conferenze: “Ganímedes sobre el Mediterráneo: Historia(s) de disidencia y sexualidad entre España e Italia”/ “Ganimede sul Mediterraneo: Storie di dissidenza e sessualità tra Spagna e Italia”.

Registrazioni concesse da Abel Jaramillo.

2023

Video

6′

Nell’impegno deciso del trasmissione della conoscenza, è stato programmato anche un ciclo di conferenze che affronta questi assi tematici e può riguardare anche altri periodi storici. Le tre conferenze che compongono il ciclo “Ganimede sul Mediterraneo” si sono svolte in aprile, maggio e giugno presso l’Academia de España en Roma.

L’11 aprile Lidia García (@thequeercanibot), ricercatrice di cultura popolare e folklore spagnolo presso l’Università di Murcia, ha offerto degli spunti sui temi queer e femministi nella copla e in altri formati musicali spagnoli del XX secolo. L’11 maggio Tommaso Scaramella, dottore di ricerca in Storia moderna presso l’Università di Bologna, e Monica Morado, ricercatrice in genere e sessualità presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, hanno discusso di peccati e crimini sessuali in Italia e Spagna durante l’Ancien Régime. Infine, l’8 giugno, come preludio alla settimana dell’Orgoglio LGTBI+ di Roma, Mikel Herrán, ricercatore presso l’Università di Leicester, ha offerto nuove visioni sulla sessualità nel Medioevo, sia nel mondo arabo che in quello cristiano.

 

3. “Conversaciones con el hinojo: Relatogramas de Carla Boserman”. Tres piezas./ Conversazioni con il finocchio: Relatograms di Carla Boserman. Tre opere.

Illustrazione di Carla Boserman

2023

Stampe degli originali su dibond

42cmx29,7cm.

Collaborazione di Carla Boserman e Juan Pedro Navarro Martínez nella quale si traducono nello spazio narrativo tutto ciò che è accaduto in diretta, durante il ciclo di conferenze “Ganimede sul Mediterraneo”. Si compone di tre opere.

La prima si riferisce alla conferenza dell’11 aprile 2023, con Lidia García, “Él vino en un barco: copla y memoria queer en la España Contemporánea” (“Egli arrivo su una barca: copla e memoria queer nella Spagna Contemporanea). Su quest’argomento, nel mio quaderno ho scritto:

“Molte cose mi uniscono a Lidia. Ci siamo conosciuti nel 2017, quando eravamo compagni di ufficio al primo anno di dottorato all’Università di Murcia. Da lì abbiamo sviluppato un’amicizia che è stata alimentata anche dall’ammirazione reciproca per il lavoro dell’altro. Oserei dire che ci sono poche personalità intellettuali come quella di Lidia, in cui la conoscenza e la cura per la costruzione della memoria si combinano con una grazia e una simpatia così naturali. In un soleggiato pomeriggio romano di inizio aprile, la incontro di nuovo. Verso le sei e mezza di sera, cominciano ad apparire curiosi nel chiostro dell’Accademia di Spagna. La sala comincia a riempirsi a poco a poco, fino a riempire l’intero spazio.
Lidia quella sala l’ha riempita di musica. Non aveva bisogno di suonarla. Si è messa al lavoro da sola, cantando “La Parrala”, “La Lirio” o “Libérate”. Con lei abbiamo attraversato la vita e l’opera di personaggi come Concha Piquer e altri artisti folcloristici. Nel momento più fatidico della nostra storia contemporanea, il lavoro di queste donne risulta interessante, proprio perché erano pienamente inserite nel mainstream dell’era franchista. Nonostante questo, sono riuscite a essere un punto di riferimento per la memoria queer spagnola. Hanno costituito una specie di rifugio, una roccaforte di sopravvivenza. Perché la copla, come abbiamo avuto modo di commentare in quel poco tempo che abbiamo potuto condividere insieme, serviva a questo. A canalizzare molte delle emozioni che si potevano esprimere ad alta voce.

Battito di mani, qualche battito di tacchi, molti “ole”. Lidia alza la fronte e inizia a cantare”

La seconda si riferisce alla conversazione tenutasi l’11 maggio 2023 tra Tommaso Scaramella e Mónica Morado Vázquez. “Italia es Sodoma, España es Gomorra: represión sexual en el Mediterráneo Moderno” /”L’Italia è Sodoma, la Spagna è Gomorra: la repressione sessuale nel Mediterraneo moderno”. Ho recuperato un breve testo anche da questa conversazione:

“Monica arrivò all’ora di pranzo, con la sua chitarra alle spalle. Era maggio e il cielo romano era coperto. Non ci conoscevamo, ma sapevo del suo lavoro e penso che abbiamo molte cose in comune. Non mi sbagliavo. Portò con sé la sua luce fiorentina, e ci regalò alcune delle sue canzoni. Monica canta, e questo si nota in ogni parola che pronuncia. Tommaso è arrivato all’ora in cui normalmente si prende il caffè. Anche noi non ci conoscevamo personalmente, ma la sua temperanza mi ha dato sicurezza fin dall’inizio. Le sue ricerche sul Settecento veneziano mi hanno affascinato fin da quando le lessi per la prima volta, in un incontro con il professor Vittorio Frajese alla Sapienza. Monica parla poco l’italiano. Tommaso si cimentava con lo spagnolo. Finalmente si stava realizzando quello che il mio progetto prometteva. L’incontro tra due mondi, così simili e eppure così diversi.

Se questa conversazione si chiama Italia es Sodoma, España es Gomorra (Italia è Sodoma, la Spagna è Gomorra) è perché in alcune delle mie ricerche ho osservato le particolarità della comprensione della sessualità nell’età moderna nei territori italiani. Ho notato che, in alcuni procedimenti giudiziari durante l’Età Moderna, gli italiani che erano perseguitati dall’Inquisizione Spagnola si gratificavano che in Italia era assolutamente normale praticare sesso tra uomini o tra donne. Mentre nella monarchia ispanica si costituisce come un territorio aggressivo, con un chiaro modello persecutorio per certe pratiche sessuali, in Italia si osserva una persecuzione molto più lassista. Monica portò con sé appunti biblici, i testi repressivi scritti da teologi, ma anche qualche storia che rompeva con quel modello binario imposto dal cattolicesimo. Tommaso ci ha invitato al carnevale di Venezia, a rileggere il libertino Casanova, ma anche le pasquinate satiriche contro il Doge Infame, il sodomita Mocenigo.

Da ciò sono sorte altre mille domande”

 
Infine, è importante evidenziare la visita di Mikel Herrán, l’8 giugno 2023. La sua relazione è intitolata “Parecen muy buenos amigos: abrir los ojos ante la diversidad sexual en el Mediterráneo Medieval” / “Sembrano buoni amici: aprire gli occhi sulla diversità sessuale nel Mediterraneo medievale”. Su questo, scrivo:

“Mikel ed io eravamo stati insieme una volta, ma sempre nello spazio virtuale. Nel 2021 ha collaborato con me a “Carne Cruda”, dove abbiamo parlato di travestiti barocchi. In Mikel ci sono due cose che mi hanno sempre affascinato. Un’analisi critica rafforzata da bibliografia e riferimenti, accompagnata dalla capacità di rendere semplice ogni argomento complesso. Forse questo è il segreto del suo successo come divulgatore. Davanti agli schermi, lo spettatore incontra un vichingo, una drag, un cavaliere medievale, che elabora con abilità dei discorsi che riescono a coinvolgere dall’inizio alla fine. Quando Mikel arrivò all’Accademia, quella sera di giugno, il caldo si faceva sentire. Abbiamo preparato il caffè e condiviso molte riflessioni sul lavoro accademico, le prospettive precarie per il futuro, il dover emigrare per costruire una carriera. Anche su alcuni degli argomenti che dovevano essere discussi nell’ultima conferenza del ciclo.

Mikel ha iniziato la sua dissertazione parlandoci degli “Amanti di Modena”, un paio di scheletri che sembrano intrecciarsi. Un segno archeologico dell’affetto, forse di una relazione lunga, o forse di una storia breve. Poco importa. Effettivamente erano due uomini. Su questo, Mikel ci introduce in un quadro spaziotemporale complesso, la penisola iberica nel Medioevo. Ci racconta come nei “mudakarat”, poemi omoerotici andalusi, si trova un’idealizzazione del maschile come vertice della bellezza umana. Ciò non significa in alcun caso una maggiore tolleranza nei confronti di certe pratiche dissidenti. Ma al di là del confine, in quei nascenti regni cristiani del nord della penisola, la repressione contro questi racconti, pratiche e comunità è molto più incalzante. Nella Castiglia, nell’Aragona e nella Navarra medievali era facile collegare il desiderio sessuale tra i maschi a una forma di “maurofilia”.

Su questo riflettiamo. Su come, sempre, ci si addita come l'”altro”. Sulle agevolazioni, ieri come oggi, di creare discorsi di odio basati sulla differenza”.

 

4. Collezione di lastre di lavoro teorico. “ACCADEMIA”. Tre opere.

Juan Pedro Navarro Martínez e Ana Mina

2023

Stampa risografica con scritte a matita suarta di 300 gr.

42cmx29,7cm

Le lastre della collezione “ACCADEMIA” raccolgono tre diverse esperienze di ricerca. Su disegno originale di Bartolomeo Cesi “Due amici fiorentini” (1606), conservato alla Galleria degli Uffizi, ho elaborato uno schizzo con colori fluoro che poi sono stati stampati attraverso la tecnica risografica, in una collaborazione con Ana Mina durante la residenza presso l’Accademia di Spagna nel 2023. Entrambi eravamo preoccupati per la questione della decodifica degli archivi, come elemento che diffonde e allo stesso tempo blocca materiali che devono servire alla costruzione di genealogie e di memoria. Di questo abbiamo discusso ampiamente: https://www.memoriapresente.net/desarchivar-un-beso/
Le lastre ci sono servite come quaderno di lavoro, nelle quali ho avuto la possibilità di trascrivere alcuni appunti personali.

“LASTRA 1. NAPOLI”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

Su questa lastra sono trascritte alcune esperienze di lavoro legate all’ambiente napoletano. In particolare, esse fanno riferimento alla leggenda della Mamma Schiavona o Madonna di Montevergine, una storia del XII secolo che perdura ancora oggi. Racconta la salvezza di due giovani amanti che vengono salvati da una tempesta grazie all’intervento divino.
Fa riferimento anche all’attuale festa della Juta dei Femminielli, che riunisce ogni 2 febbraio migliaia di persone LGTBi che rendono omaggio a questa vergine salvatrice dei “marginali”.

“LASTRA 2. FIRENZE”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

Sul soggiorno a Firenze nel mese di maggio 2023. Ho preso appunti su Savonarola e il suo regno del terrore nella Firenze della fine del XV secolo.
Inoltre, questa illustrazione è servita a fare riferimento al lavoro collaborativo che abbiamo fatto io e Ana Mina sulla base del disegno di Bartolomeo Cesi.

“LASTRA 3. ROMA”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

L’ultima lastra, che si concentra sulla persecuzione dei matrimoni clandestini celebrati nella Chiesa di San Giovanni a Porta Latina alla fine del XVI secolo.
Raccoglie i testi di Michel de Montaigne nel suo Journal du Voyage in Italie, oltre ad alcuni dati raccolti da me nel lavoro archivistico presso il Tribunale Criminale del Governatore di Roma, con sede a Sant’Ivo alla Sapienza.

 

5. Fanzine Nefando Mediterraneo.

2023

Volume spillato composto da 20 pagine stampa b/n + copertina stampa colore su carta arena bullo natural 100 gr e 140 gr.

22 pagine. Volu

La fanzine è composta da un quaderno di appunti su storia, sessualità, dissenso e convivenza all’Accademia. Contiene racconti di Carla Boserman e interviste a Lidia García, Tommaso Scaramella, Monica Morado e Mikel Herrán.
Nefando, dal latino Nefandus, era il termine che definiva tutte le pratiche sessuali che, annoverate tra i peccati contro natura, suscitavano così tanto “orrore o disgusto” da non poter essere pronunciate ad alta voce con il rischio di offendere la morale. Spesso non potevano nemmeno essere messe per iscritto. Qui si propone di riscattare questi silenzi elaborati intorno al nefando, all’indicibile.

Il mio progetto è stato un vero viaggio. Temporale, soprattutto. Dalle battaglie pittoriche tra Baglione al Caravaggio, ai “baci” di Bartolomeo Cesi, dal cui interesse è nata una collaborazione con Ana Mina su “de-archiviare un bacio” e il cui risultato oggi è la copertina di questo quaderno e alcune stampe fatte con la tecnica risografica. Anche spaziale. Ho avuto la possibilità di comprendere come in ogni territorio d’Italia le genealogie della sessualità hanno costruito usi diversi del corpo e del desiderio. Dai femminielli napoletani, passando per i falò della vanità nella Firenze Medicea, agli scandali di Francesco Sesa nel Milanese o ai matrimoni clandestini nella Roma del Seicento. Nelle pagine seguenti c’è un po’ di tutto quel lavoro. Certamente vedrete qualche traccia della mia esperienza negli archivi storici (Vaticano, Diocesano di Napoli, Accademia di Brera, Uffizi) e del mio processo investigativo.

Ma, soprattutto, questo quaderno vi servirà per registrare la parte più emotiva del mio progetto presso la Academia de España en Roma. In sostanza, ho voluto raccogliere qui alcune narrazioni che sono state raccontate durante il Ciclo di conferenze “Ganimede sul Mediterraneo”, nel quale ho avuto la fortuna di contare Lidia, Tommaso, Monica e Mikel. Tutto questo è spiegato, meglio di quanto non potessi farlo io, dai relatogramas di Carla Boserman.

 

NEFANDO MEDITERRANEO: SCRITTI DI UNA SESSUALITÀ PASSATA, IL PROGETTO

Nefando, dal latino Nefandus, era il termine che definiva tutte le pratiche sessuali che, in quanto peccati contro natura, provocavano così tanto “disgusto o orrore” da non poter essere menzionate ad alta voce per non offendere la morale. Spesso non potevano nemmeno essere scritte. Il progetto “Nefando Mediterráneo” si propone di salvare questi silenzi elaborati intorno al nefando, all’indicibile. A partire dalla disciplina storica e con un interesse primario per il lavoro d’archivio, vengono messi a disposizione diversi artefatti che aiutano i contemporanei a comprendere come le società moderne in Italia e in Spagna durante i secoli moderni abbiano assimilato allo stesso tempo ideali di bellezza e corporeità che rompevano con il panorama morale e intellettuale cattolico, mentre venivano propugnati programmi di controllo e persecuzione di pratiche ed esperienze sessuali non normate.

Grazie alle letture e al lavoro d’archivio continuo, i risultati di questa ricerca si stanno rivelando fruttuosi. È stato possibile comprendere meglio le dinamiche affettive delle persone accusate di sodomia e di altri reati sessuali. Anche i modelli di genere che si articolavano intorno alla mascolinità moderna.

Inoltre, è stato organizzato un ciclo di conferenze, “Ganimede sul Mediterraneo”, che ha affrontato questi assi tematici e ha coperto anche altri periodi storici. Il progetto è stato alimentato dagli interventi di Lidia García, studiosa di cultura popolare e folklore spagnolo, Tommaso Scaramella, dottore di ricerca in Storia moderna, Mónica Morado, studiosa di genere e sessualità e Mikel Herrán, archeologo medievale.

SU JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ

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Mazarrón, Regione di Murcia, 1994. Insegnante e ricercatore. Il suo lavoro si concentra essenzialmente sullo studio del genere e della sessualità durante l’età moderna, sulla costruzione della mascolinità e sulla criminalità sessuale.

Ha conseguito una laurea in Storia, un Master in Studi Avanzati in Storia Moderna (Universidad Autónoma de Madrid) e un dottorato di ricerca in Storia Sociale presso l’Università di Murcia, con un progetto dedicato alla persecuzione del reato di sodomia a Castiglia nel XVIII secolo. Inoltre, è stato professore-ricercatore presso l’Università di Murcia (2017-2022) nell’ambito del bando FPU del Ministero dell’Istruzione del Governo spagnolo. Ha lavorato come assistente alla didattica presso l’Università di Leeds (2018) ed è stato ricercatore in visita presso il CONICET/Università di Buenos Aires (2019) e alla Sapienza-Università di Roma (2023).


 

MANU MUNIATEGIANDIKOETXEA – Processi 150

MANU MUNIATEGIANDIKOETXEA
GIGANTOMACHIA

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

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GIGANTOMACHIA, IL PROGETTO

A-Gigantomaquia (Gigantomachia)

Il progetto propone di lavorare su motivi figurativi legati a conflitti sociali e militari. Questi motivi possono derivare in sintesi geometriche con una tendenza astratta. Il progetto consiste nell’avvicinarmi alla figurazione anatomica e nel derivarla verso un’astrazione strutturale. Lavorare su insiemi compositivi come fregi o insiemi scultorei, sviluppandoli verso un’astrazione dei ritmi.

 

B- Construcción en movimiento (Costruzione in movimento)

Si tratta di un’opera composta dalla struttura in legno e da una serie di video girati nello studio 27.

Circostanze

Lo Studio 27 è uno spazio meraviglioso. Si trova in una delle torri dell’accademia. L’area più diafana è costituita da tre pareti, al cui centro si trovano le due finestre e la porta d’ingresso. La parete più chiara è quella tra le due finestre.

Nello studio c’è un grande mobile che appartiene allo spazio. Una pedana viene utilizzata per sporgersi dalle alte finestre e contemplare i panorami mozzafiato di Roma. Questa pedana non può essere smontata né rimossa dallo spazio.

Queste circostanze hanno portato alla costruzione di un oggetto collage, composto da due elementi, una lastra di legno di 3×4 metri e la piattaforma-balcone che si trova nello studio e funge da contrappeso alla lastra di legno in posizione verticale. La costruzione trasforma la piattaforma in un tavolo da lavoro da un lato e il foglio di legno dall’altro in una parete di lavoro. Questa costruzione è dotata di ruote e il suo movimento modula e distribuisce lo spazio in diverse aree di utilizzo.

 

C- Tramas

Lastre di legno e metallo perforate. Composizioni di disegni geometrici su metallo e legno, basati sui marciapiedi tassellati di Ostia Antica.

Lavoro su figure geometriche con le quali formo dei modelli. Questi schemi mi servono come modello o come elemento finale. Durante il mio soggiorno a Roma mi sono imbattuto nei marciapiedi della città, e più precisamente nei marciapiedi tassellati di Ostia Antica. Questo lavoro si è concretizzato nella serie Tramas, che nasce dalla geometrizzazione dei disegni dei marciapiedi, convertendoli in motivi geometrici e trasferendoli su lastre di legno e metallo.

 

SU MANU MUNIATEGIANDIKOETXEA

13_MUNIATEGIANDIKOETXEA_RETRATO WEBBergara, 1966. Si è laureato in Belle Arti all’Università dei Paesi Baschi, specializzandosi in Pittura e Scultura. Ha tenuto mostre personali in gallerie istituzionali come la Sala Rekalde di Bilbao (Ni ez nain hemengoa nel 2004), CAB. Centro de Arte Caja de Burgos (Baga biga higa nel 2007), Koldo Mitxelena Kulturunea di San Sebastián (Behar Gori Primavera Azul nel 2008), La Conservera di Murcia (Night Flight nel 2010) o la Fundación Museo Jorge Oteiza di Alzuza, Navarra (Interpretaciones 7 nel 2014) e in importanti mostre collettive, Pintura Mutante (MARCO. Museo de Arte Contemporáneo, Vigo 2006), Planes futuros (Baluarte, Pamplona 2007) o Zeru Bat, Hamaika bide. Pratiche artistiche nei Paesi Baschi tra il 1977 e il 2002 (Artium, Vitoria, 2020). “Eraztunak,anillos” ultima mostra personale alla galleria Espacio Minimo, Madrid 2022.

AMELIE ARANGURE (INLAND – CAMPO ADENTRO) – Processi 150

AMELIE ARANGURE (INLAND – CAMPO ADENTRO)

CAMPO ADENTRO


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Bancarella del mercato dell’11 giugno con prodotti delle cooperative con cui abbiamo collaborato e altri realizzati da Inland-Campo Adentro.

Mappa delle aziende agricole e dei mercati contadini di Roma.

 

CAMPO ADENTRO, IL PROGETTO

Nuova Agrocittà è stato un processo di nove mesi in cui abbiamo incontrato, ascoltato e scambiato idee e pratiche con diversi gruppi di produttori agricoli, consumatori e attivisti della città di Roma. Una proposta che si basa sul rapporto tra campagna e città, sui diversi modi in cui le linee di demarcazione tra di esse vengono colmate o sfumate. Questo processo si è concretizzato in un mercato che si è tenuto presso l’Academia de España, in una mappa di tutte le aziende e i mercati agro-ecologici dell’ambiente romano e in un portale web: www.roma.inland.org.

Al mercato hanno partecipato diversi produttori, che hanno occupato i banchi progettati e realizzati in un workshop aperto al pubblico con la collaborazione del gruppo di architetti Orizzontale. Per tutto il pomeriggio è stata data voce a chi, in un modo o nell’altro, si batte per un’agricoltura viva e lontana dai modelli di industrializzazione intensiva, difendendo un’agricoltura sociale, sostenibile ed ecologicamente consapevole. Una campagna che crea posti di lavoro, produce cibo di qualità e si relaziona con la città attraverso molteplici forme di vendita diretta.

Un modo di intendere la curatela che implica la provocazione di collaborazioni tra locali e la diversità dei metodi che Campo Adentro ha intrecciato, dagli strumenti della Sociologia Critica per una diagnosi comunitaria, alla documentazione audiovisiva o alla generazione di lavori artistici basati su mappe intervenute, disegno e installazione e archivio.

 

SU AMELIE ARANGURE (INLAND – CAMPO ADENTRO)

12_ARANGUREN_RETRATO WEB

INLAND-CAMPO ADENTRO è un progetto che riguarda l’organizzazione di produzione sociale e culturale, oltre ad un agente collaborativo.

Si propone di affrontare diversi problemi che si interconnettono simultaneamente -l’insostenibilità ambientale, culturale ed economica di un modello fallimentare, sia su scala globale che individuale- formulando strumenti teorici di analisi critica e applicandoli nella pratica sperimentale.

Un artefatto culturale che si avvale di tutti gli strumenti e i linguaggi di rappresentazione a sua disposizione. Inland-Campo Adentro gestisce una stazione radio, un’accademia, produce mostre e formaggi. Fornisce inoltre consulenza alla Commissione dell’Unione Europea sull’uso dell’arte nelle politiche di sviluppo rurale e promuove la Scuola dei Pastori.

Come para-istituzione lavora con, contro e al di là delle istituzioni esistenti, ed è strutturata secondo assi di attività -dalla formazione alla produzione e commercializzazione- che si alimentano a vicenda, alla ricerca di un sistema adattivo, autosufficiente e replicabile.

Il suo valore sta nell’estensione di un metodo. Promuove cellule di attività in località rurali specifiche, senza alcuna localizzazione descritta, operando al contempo in diversi Paesi per influenzare i quadri politici agricoli e culturali in Europa.

ABEL JARAMILLO – Processi 150

ABEL JARAMILLO

I FUOCHI (TRE SCENE)


.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Los fuegos (Gli incendi)
2023
Video HD completo
1920×1080
16’15”
Con la collaborazione di: Alex Paniz, Itziar Okariz, Voce e suono: Agustín Jerez


Las formas (Le forme)
2023
Installazione video
Video Full HD [Loop], ferro, pirografia su legno e filamento PLA.
300 x 410 x 120 cm (variabile)
Con la collaborazione di: Lola Zoido


Las formas que quedan (Le forme che restano)
2023
Serie di quattro disegni.
Pirografia su legno e inchiostro su carta.
32 x 22 cm ciascuno


Las formas (II) (Le forme (II))
2023
Installazione
Ferro.
Dimensioni variabili


Las formas (III) (Forme (III))
2023
Scultura
Ferro e filamento PLA.
100 x 40 cm


S/t (Primera imagen) (S/t (Prima immagine))
2023
Fotografia
Stampa digitale su dibond.
120 x 80 cm

 

I FUOCHI (TRE SCENE), IL PROGETTO

Los fuegos è un film modulare che si articola a partire da diversi elementi che si trovano dentro e fuori lo schermo. Attraverso diverse scene che attraversano video, sculture, testi e disegni, si dipana una storia che ruota attorno all’assemblaggio e alla costruzione di storie mediante il fuoco.

Una lettera dalla periferia di Parigi che parla della paura di un incendio, una pulsione per immagazzinare film, un dialogo tra due città, un’immagine che emerge per caso, una rivolta nella prigione di Badajoz, una serie di incendi in uno studio cinematografico a Roma, osservare il guardiano e danzare sul tetto. Una ricerca per trovare la forma. La forma che ha la paura del fuoco, la paura e il fuoco.

La forma delle notti insonni. Quello che potrebbe essere uno, nessuno e quindicimila film. Uno sguardo circolare: guardare tutti i fuochi da tutti i punti di vista. Uno sguardo di finzione: guardare lo stesso fuoco e pensare che sia sempre un fuoco diverso. Guardare le forme che restano e le immagini che mancano.

 

SU ABEL JARAMILLO

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Medina de las Torres, Badajoz, 1993. Si è laureato in Belle Arti presso l’UCLM e ha conseguito un Master in Arte Contemporanea, Tecnologica e Performativa presso l’UPV/EHU. Sviluppa il suo lavoro intorno a questioni legate alle crepe e ai margini della storia, alla costruzione di narrazioni e alle tensioni politiche che si proiettano sul quotidiano. La sua pratica si concentra sugli attriti e i disaccordi che sorgono quando eventi e immagini che rivelano relazioni storiche, conflitti presenti e speculazioni future vengono messi in dialogo. Indaga la costruzione della storia a partire dal basso e la relazione tra narrazioni, territori, margini e periferie.

Ha esposto il suo progetto individualmente presso la Galería Estrany de la Mota (Barcellona), Hypercorps (Bruxelles), Galería Fran Reus (Palma), Centro Federico García Lorca (Granada) e Sala Europa (Badajoz). Collettivamente, ha partecipato a mostre presso La Casa Encendida, CentroCentro (Madrid), La Térmica (Málaga), Fabra i Coats, Can Felipa, La Capella (Barcellona) o la Galería Francesco Pantaleone (Palermo, IT), tra le altre. Ha tenuto residenze presso Las Cigarreras (Alicante), Hangar (Lisbona), Ruber Contemporanea (Palermo) e Fundación BilbaoArte (Bilbao) e ha ricevuto premi e borse di studio come Generación 2022 da La Casa Encendida e Ayudas Injuve (2017 e 2020), tra gli altri.

Web: www.abeljaramillo.es
Instagram: @abeljaramill0

DAVID H. FALAGÁN – Processi 150

DAVID H. FALAGÁN

ABITARE LA PERIFERIA ROMANA. DA SOBBORGO A QUARTIERE


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

TITOLO:  PIGNETO. Habitar la periferia romana. De suburbio a barrio (PIGNETO. Abitare la oeriferia romana. Da suburbio a quartiere)
ANNO: 2023
TECNICA: Video digitale
RISOLUZIONE: Full HD
DURATA: 30′
DESCRIZIONE DELL’OPERA:
Documento audiovisivo. Un film documentario basato su interviste, che affronta i processi di trasformazione urbana nella periferia di Roma, utilizzando il quartiere Pigneto come caso di studio. Le testimonianze dei partecipanti mostrano sia la sua natura popolare e creativa sia il rischio di gentrificazione di cui soffre il quartiere.

Il documentario vuole dare voce e registrare in forma documentaria le testimonianze di coloro che hanno abitato e giocato un ruolo di primo piano nella trasformazione del luogo, al fine di comprendere la formazione delle proprie reti di sociabilità e il loro legame con il resto della città, nonché di valutare il rischio di gentrificazione a cui è esposto il quartiere. Il documentario si propone di scoprire come il quartiere proletario di Pier Paolo Pasolini, Accattone, sia stato trasformato in uno spazio alternativo e bohémien.

 

ABITARE LA PERIFERIA ROMANA. DA SOBBORGO A QUARTIERE, IL PROGETTO

Si tratta di un’indagine sui processi di trasformazione urbana della periferia romana nella seconda metà del XX secolo. Utilizzando il quartiere Pigneto come caso di studio, si propone di analizzare la biografia residenziale del luogo e dei suoi abitanti.

La ricerca interpreta la città come un luogo di incontro di trasformazioni architettoniche di natura molto diversa: baraccopoli di edilizia informale, insediamenti di edilizia popolare, complessi residenziali -un arcipelago di interventi disarticolati che danno origine alla città esistente-. Le trasformazioni recenti non hanno alterato in modo significativo la morfologia ereditata del territorio, ma emergono caratteristiche differenziate legate alle attività economiche e al tessuto sociale del quartiere.

Il progetto si propone di dare voce e documentare le testimonianze di coloro che hanno abitato e giocato un ruolo di primo piano nella trasformazione del luogo, al fine di comprendere la formazione delle loro reti di sociabilità e il loro legame con il resto della città, nonché di valutare il rischio di gentrificazione a cui il quartiere è esposto. L’obiettivo è scoprire come il quartiere proletario di Accattone di Pier Paolo Pasolini si sia trasformato in uno spazio alternativo e bohémien.

 

SU DAVID H. FALAGÁN


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David H. Falagán è architetto e ha conseguito il dottorato di ricerca in Teoria e Storia dell’Architettura. È docente presso il Dipartimento di Teoria e Storia dell’Architettura dell’Universitat Politècnica de Catalunya. I campi di ricerca più frequentemente affrontati nei suoi scritti sono l’edilizia abitativa, la riabilitazione architettonica e le metodologie di progettazione critica.

David è autore dei libri Construcción Social de la vivienda (Ed. Funcoal, 2011); Herramientas para habitar el presente. La vivienda del secolo XXI (Universitat Politècnica de Catalunya, 2011); Innovación en Vivienda Asequible. Barcelona 2015-2018 (Ajuntament de Barcelona, 2019); Innovación tecnológica en la arquitectura de Tous y Fargas (Editorial CSIC, 2020); e La revolució de l’habitatge a les perifèries obreres i populars. Nou Barris 1939-1980 (MUHBA, 2021). Ha tradotto e curato il volume Cedric Price: una arquitectura de la aproximación (Puente Editores, 2022). Ha ricevuto il premio AJAC per giovani architetti in 3 occasioni. È stato premiato alla Biennale iberoamericana di Architettura e Urbanistica e alla Biennale spagnola di Architettura e Urbanistica ed è stato selezionato per i premi FAD per il pensiero e la critica. 

Dal 2022, David è il coordinatore della Cattedra di Estudios de Vivienda di Barcellona.

http://www.falagan.org/

HUGO GÓMEZ-CHAO – Processi 150

HUGO GÓMEZ-CHAO

LIBRO DELLE IMMAGINI


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Informazioni sulle partiture incorniciate: pagine 1 e 21 del manoscritto originale del “libro delle immagini”, per ensemble strumentale.
Per i quaderni e le bozze: Quaderni del processo compositivo di novembre-gennaio, dove si sviluppano i primi schemi di materiali, gesti e processi. Da queste idee di materiali emergono e prendono forma gradualmente idee, concetti e modelli compositivi. Nelle due pagine di bozze esposte, si può notare come, a partire da diverse sovrapposizioni di linee, emerga un materiale che viene utilizzato per la composizione finale. Ogni punto di colore segna un filtro armonico/ritmico che viene utilizzato come punto di partenza per organizzare il materiale sonoro.

 

LIBRO DELLE IMMAGINI, IL PROGETTO

Un’entità setosa si unisce alla notte. Nell’acqua, un corpo propende verso un altro. Una mano e quella di un’ombra inaugurano uno spazio che esiste solo nel desiderio. Da qualche parte emerge un ricordo infinitesimale e molto lontano. Tutto si carica di significato. E da questa calma, fuoriesce una voce.

A partire dai frammenti delle Metamorfosi di Ovidio, un soprano e sette strumenti si trasformano in corpi che scompaiono, figure in una fuga continua, ombre che abbracciano altre ombre. Cinque scene nelle quali la voce trova uno specchio in cui riconoscersi, uno spazio in cui risuonare. Libro delle immagini è concepito come un ciclo in cui ogni movimento rappresenta lo stesso momento contemplato da diversi punti di vista. Narciso che si sporge sulle acque per toccare la propria mano riflessa; la fiamma del suo sguardo che lo arde con una forza sempre maggiore; il corpo che raggiunge il suo desiderio e si contagia di morte.

Voglio che l’assenza esista solo nel suono. Voglio che quella voce sia il suono della carne.

 

SU HUGO GÓMEZ-CHAO

Gomez (1)

Hugo Gómez-Chao (A Coruña, 1995) ha studiato composizione con David del Puerto, Beat Furrer alla Kunstuniversität di Graz e Ramón Lazkano. Parallelamente alla formazione accademica, ha ricevuto lezioni da compositori come Toshio Hosokawa, Alberto Posadas, Clemens Gadenstätter e Pierluigi Billone. È stato Compositore in Residenza di Juventudes Musicales de España, borsista delle Borse di Studio per il Miglioramento Artistico della Diputación de A Coruña e artista in residenza presso le Residenze REGA della Città della Cultura di Santiago de Compostela.

Ha ricevuto commissioni e ha eseguito opere in prima assoluta con il sostegno di enti come la Fondazione AEOS, la Fondazione SGAE, l’Orchestra Sinfonica di Galizia, le Juventudes Musicales de España, il Festival IMPULS, l’Academia Filarmónica Romana, il Festival de Arte Sacro de Madrid, tra gli altri.

La sua musica è stata eseguita da prestigiosi ensemble come il Quartetto Arditti, l’Orquesta Sinfónica de Galicia, l’Ensemble Modern Academy, l’MDI Ensmeble e il Vertixe Sonora Ensemble. È stato insignito di premi come il Primo Premio per Giovani Compositori della Fondazione SGAE-CNDM “Xabier Montsalvatge”, o la menzione d’onore del Collegio di Spagna a Parigi. Dal 2018 è direttore artistico del Festival di Musica Contemporanea RESIS di A Coruña.

FUENTESAL ARENILLAS – Processi 150

FUENTESAL ARENILLAS

BOCCA VIVA ORECCHIO ATTENTO


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Appendino (Percha)
2023
Tela, cartone, pino, ebano.
102 x 45 x 45 cm
Una collana di finestre (Un collar de ventana)
2022-2023
Tecnica mista su carta
18 pezzi di 46 x 34 x 2 cm
Spazio, tempo, presenza (Espacio, tiempo, presencia)
2023
Tela, cartone, cartone, mdf, smalto, alloro, immagine stampata.
155 x 170 x 80 cm

Amanti del passato (Amantes del pasado)
2023
gesso, tela, olio, mdf, baia
240 x 100 x 170 cm

Famiglia Roma l (Familia Roma I)
2023
Tela, cartone, mdf, iroko.
130 x 30 x 46 cm

Famiglia Roma ll (Familia Roma II)
2023
Tela, cartone, mdf, iroko.
220 x 36 x 46 cm

Famiglia Roma lll (Familia Roma III)
2023
Tela, cartone, mdf, sapele.
115 x 34 x 46 cm

Famiglia Roma lV (Familia Roma IV)
2023
Tela, cartone, mdf, sapele, ferro e aceto
220 x 34 x 46 cm

 

BOCCA VIVA ORECCHIO ATTENTO, IL PROGETTO

Boca viva oído pendiente (Bocca viva udito in attesa) dispiega un intermezzo burlesco dal quale lavoriamo sul discorso della scultura dopo il “gioco con le mani”, come figure corporee dotate di movimento. La malizia popolare, lo spirito beffardo nei confronti della tradizione, l’idiosincrasia di Cadice e della Commedia dell’Arte italiana che caratterizza il teatro degli oggetti, vengono qui collegati. Prestiamo attenzione alla sua itineranza, non sempre volontaria, iniziata durante la Controriforma, e alle sue chiavi essenziali che si riconoscono nel teatro indipendente, nel cinema burlesco o, come modello didattico, nell’ideologia di un teatro completo basato sull’atto e sul collettivo. Recuperiamo il potere del gesto e dell’improvvisazione, lavorando con materiali e oggetti dotati di movimento che non sono considerati patrimonio ma mezzi utili per raccontare storie.

Nella nostra pratica laboratoriale mettiamo in relazione i gesti con la materia. Assemblando i pezzi nello spazio mettiamo in relazione idee e percezioni, abbracciando un’ambiguità materiale che non rinuncia alla letteralità di alcune strutture che, come il telaio, fanno appello sia al mestiere che alla natura delle cose che hanno bisogno di afferrarsi e, di conseguenza, si muovono. Darsi al gioco è un modo di fare quotidiano, sia nel laboratorio della vita che nello spazio espositivo. L’utensile è ciò che trasmette il materiale e le infinite combinazioni che fanno sì che l’opera cambi continuamente. Scorrere, piegare, tagliare, perforare o arrotolare sono i movimenti che uniscono immaginazione ed esperienza.

 

SU FUENTESAL ARENILLAS


download (3)Fuentesal Arenillas [1986-1989] esplora la relazione e gli stati come punto di partenza, il lavoro a partire dalla doppia figura, il divenire della propria prassi o la pratica della scultura dopo il gioco da cui ha origine o proviene. Le sue costruzioni oggettuali sono installate in altri circuiti di produzione materiale e culturale-popolare.

Tra le loro ultime mostre personali ricordiamo La danza mudanza a cura di Bea Espejo presso il Centro Andaluz de Arte Contemporáneo CAAC, Cubierta brillante Margen delgado a cura di Juan Canela nel programma della III Edición Primera Fase o Casapuerta accompagnata da Anfitriones testo di Selina Blasco presso Luis Adelantado.

Hanno ricevuto diversi premi, borse di studio e residenze come Generaciones 2023 La Casa Encendida, Residencia artística Fundación María José Jove, VI Premios Cervezas Alhambra, XXV Edición creación artística VEGAP, Ayudas a la producción de Matadero Crea, tra gli altri. Recentemente hanno partecipato collettivamente in esposizione come Lo que pesa una cabeza Museo TEA Tenerife, Una historia reciente II Fundación Juan March Palma, La vista y el tacto (ca.1929-30) Centro Federico García Lorca, Dialectos CA2M, Escultura expandida CAAC o, Turno de Réplica Museo Patio Herreriano.

MARCELO EXPÓSITO – Processi 150

MARCELO EXPÓSITO

COMMENTI SULLA VIOLENZA ILLUSTRATA


.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150| MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Polittico perché il naufragio non avvenga, 2023.
21 pagine di libri intervenute, fogli dattiloscritte e annotazioni manoscritte a tinta, incorniciate; 32 x 24 x 3 cm ciascuna.


Polittico per una vita non fascista (ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz), 2023.
21 pagine di libri intervenute, fogli dattiloscritte e annotazioni manoscritte a tinta,
incorniciate; 32 x 24 x 3 cm ciascuna.


Sceneggiatura diagrammatica de L’appeso (dedicata a Nanni Balestrini), 2023.
Carta di Fabriano con annotazioni manoscritte a tinta e incorniciata; 119 x 84 x 4 cm.


L’appeso, 2023.
Opera sonora, libro-disco di vinile 7” in preparazione, durata totale: 12 min. Include i seguienti brani: Scavare città le sepolte antiche, Pianoforte preparato con pagine di La violenza illustrata di Nanni Balestrini, Cantata della differenza italiana, Oratorio perché il
naufragio non avvenga.


Erbario della differenza italiana (secondo Toni Negri, Luisa Muraro e Mario Tronti), 2023.
3 fogli con piante e annotazioni manoscritte a tinta, incorniciate; 63 x 39 x 3,5 cm ciascuna. Prodotto in colaborazione con il Parco Arte Vivente (PAV), Torino.


Contro l’autoritarismo della storia e contro la storia dell’autoritarismo (su Marco Scotini), 2023.
4 fogli stampate a laser con annotazioni manoscritte a tinta e incorniciate, 27 x 85 x 3 cm.


Pagine del poema Le cenere di Gramsci calpestate in Piazza del Popolo a Roma dalla folla che festeggia sotto la pioggia il decimo compleanno del partito Fratelli di Italia a tre mesi dalla sua vittoria alle elezioni politiche italiane nello steso anno in cui è stato commemorato il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, 2022.
5 pagine di un libro intervenute e incorniciate, 32 x 24 x 3 cm ciascuna.


Canti della città ideale, 2023.
6 fogli dattiloscritte incorniciate, 32 x 24 x 3 cm ciascuna.

 

COMMENTI SULLA VIOLENZA ILLUSTRATA, IL PROGETTO

In dialogo con autori italiani come Nanni Balestrini, Luigi Nono e Gianfranco Baruchello, questo progetto affronta l’attuale naturalizzazione della violenza fascista e il suo rovescio, la difficoltà di fare i conti con le insurrezioni italiane ed europee degli anni Sessanta-Settanta. Nasce da una conversazione avuta quindici anni fa con Balestrini, che mi chiese di aiutarlo ad aggiornare il suo romanzo sperimentale La violenza illuminata (1976) alla luce della nuova violenza sistemica scatenata dal 2001. In questo senso, il mio intento è stato proprio quello di “illustrare” l’attuale crisi globale del neoliberismo e le nuove emergenze politiche che vi si oppongono, incarnate dai movimenti femministi, antirazzisti o di giustizia climatica. Il progetto comprende diverse opere interconnesse. Un libro-disco intitolato L’appeso, pubblicato in vinile dall’etichetta catalana G33G, in collaborazione con Franco Bifo Berardi e Marco Scotini, tra gli altri. Anche una serie di polittici, assemblaggi di diverse procedure di sperimentazione scritto-visiva; nonché un primo prototipo di “erbario diagrammatico” ispirato a Rosa Luxemburg, esposto nella mia mostra al Parco Arte Vivente (PAV) di Torino nel marzo-maggio 2023, che ho concepito come prima fase di questo lungo ciclo di lavoro in Italia.

 

SU MARCELO EXPÓSITO

ExpositoPuertollano, 1966. Il suo lavoro è stato oggetto di recenti mostre personali e retrospettive presso La Virreina Centre de la Imatge di Barcellona, il Festival Internazionale del Cinema FICUNAM 11, il MUAC e il Centro Cultural de España di Città del Messico e il Parco Arte Vivente (PAV) di Torino. Ha esposto in mostre collettive come Aperto ’93 della Biennale di Venezia, la 3ª Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino, la 6ª Biennale di Taipei, la Biennale Europea Manifesta 8 di Murcia, La Bienalsur di Buenos Aires e la 16ª Biennale di Cuenca (Ecuador), collaborando con curatori come Cuauhtémoc Medina, Ute Meta Bauer, Valentín Roma e Ferrán Barenblit. Si è esibito con il gruppo teatrale argentino La Columna Durruti al Festival Iberoamericano de Teatro (FIT) di Cadice, al Festival de Otoño di Madrid, al Santiago a Mil di Santiago del Cile e al FIBA di Buenos Aires. Le sue opere fanno parte di collezioni come quelle del MACBA di Barcellona, del Museo Reina Sofía di Madrid e dell’Artium di Vitoria. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Walter Benjamin, productivista (2013), Conversación con Manuel Borja-Villel (2015) e Discursos plebeyos (2019). Ha partecipato per tre decenni ai movimenti sociali per la radicalizzazione democratica e ha ricoperto le cariche di segretario del Congresso e di deputato al Parlamento spagnolo (2016-2019).

MATÍAS CANDEIRA – Processi 150

MATÍAS CANDEIRA

COLUI CHE ASPETTA


.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

El que espera (Colui che aspetta)
Matías Candeira
Anno di edizione: 2023
21×12
12 pagine
Plaquette
Frammento del progetto narrativo sviluppato alla RAER intorno agli ultimi mesi di vita di Dino Buzzati. Primo capitolo e parte del secondo. Corrisponde all’inizio del libro.


Letteri a Bambrilla
Dino Buzzati
Anno di pubblicazione: 1985
Agostini /Novara
Prestatore: Matías Candeira
Libro, epistolare
301 pp
Descrizione: Tutte le lettere che Dino Buzzati ha scritto per decenni al suo migliore amico, Arturo Bambrilla.


Viaje a los infiernos del siglo (Viaggio negli inferni del secolo)
Dino Buzzati
Anno di edizione: 1977
Editore: Simbad
Prestatore: Matías Candeira
Libro
11 x 18,5 cm
116 pp.
Descrizione: Nouvelle + raccolta di racconti di Dino Buzzati intorno all’idea surrealista di inferno.

 

COLUI CHE ASPETTA, EL PROYECTO

El que espera (Colui che aspetta) è un progetto narrativo ambientato nella Roma, nella Milano e in altre parti d’Italia del 1971.

Il libro prende spunto da un vero e proprio capitolo della vita dello scrittore Dino Buzzati, all’epoca in cui si occupava della sezione eventi paranormali per il Corriere della Sera. Questo avvenimento ha trovato riscontro in un libro di cronache non molto conosciuto dell’autore, intitolato I misteri della bella Italia.

Anni dopo le sue indagini, malato di cancro, lo scrittore italiano ha sognato una visita minacciosa: uno scrittore rivale che cerca ripetutamente di impossessarsi del suo corpo e della sua scrittura e lo insegue. La malattia progredisce. Buzzati è consapevole che la sua fine è vicina e che dovrà chiudere alcune questioni spirituali e personali prima di lasciare questo mondo.

Un alter ego immaginario dello scrittore atterra in una Roma fantasmagorica e a Milano per riprendere contatto con gli stregoni, i guaritori e gli esorcisti che avevano suscitato il suo scetticismo e il suo umorismo nero quando scriveva le cronache. Sarà il pretesto per allontanarsi il più possibile dai suoi conflitti personali e farsi trascinare nella parte rivelata della città, già trasformata in un panottico che egli stesso attraversa all’erta, proprio come i suoi personaggi attraversano gli spazi al confine con la realtà.

 

SU MATÍAS CANDEIRA

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Madrid, 1984. È uno sceneggiatore di formazione e scrittore. Autore di sei libri di narrativa: il romanzo Fiebre (Candaya, 2015) e cinque raccolte di racconti, tra cui Antes de las jirafas (Páginas de Espuma, 2011), Ya no estaremos aquí (Salto de Página, 2017) e Moebius (Algaida, 2019), che ha ricevuto il premio Kutxa Ciudad de San Sebastián nel 2018. 

Come riconoscimento del suo lavoro, ha ricevuto sovvenzioni creative da diverse istituzioni nel campo della letteratura in lingua spagnola: Fundación Antonio Gala para Jóvenes Creadores, Fundación Han Néfkens Fundación BBVA e Art Omi: Writer’s Residency.

Nel 2021, l’Agenzia Spagnola per la Cooperazione Internazionale lo ha scelto per far parte di 10 su 30, un progetto che riunisce i più importanti autori del panorama nazionale sotto i quarant’anni.