GABRIEL VILLOTA TOYOS – Processi 150

GABRIEL VILLOTA TOYOS

VOCI VAGABBONDE DI ROMA / DIVAGAZIONI ROMANE


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane

2022

Installazione sonora quadrifonica

9’15”

Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane è una finzione sonora a quattro voci sotto forma di installazione sonora quadrifonica.

Questa ricerca si basa sui percorsi, reali e figurati, di quattro personaggi storici nel centro di Roma, ognuno dei quali parte da un luogo diverso, per rincontrarsi alla fine in un punto comune, le Quattro Fontane, in pieno centro. I quattro personaggi sono quattro voci poetiche che, per motivi differenti, hanno vissuto nella capitale e percorso le sue strade, ritrovandosi tra il 1963 e il 1964: Pier Paolo Pasolini, María Zambrano, Cristina Campo e Rafael Alberti.

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Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane, IL PROGETTO

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Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane è una finzione sonora a quattro voci, sotto forma di installazione sonora quadrifonica.
Questa ricerca si basa sui percorsi, reali e figurati, di quattro personaggi storici nel centro di Roma, ognuno dei quali parte da un luogo diverso, per rincontrarsi alla fine in un punto comune, le Quattro Fontane, in pieno centro.

I quattro personaggi sono quattro voci poetiche che, per motivi diversi, hanno vissuto in questa città e percorso le sue strade, coincidendo in esse tra il 1963 e il 1964: Pier Paolo Pasolini, María Zambrano, Cristina Campo, Rafael Alberti. Due spagnoli e due italiani, due uomini e due donne.

In questa storia di fantasia, ognuno proviene da un punto cardinale, situato in un quartiere in cui svolgono la loro vita quotidiana: Alberti, da Trastevere, a ovest; Campo, dall’Aventino, a sud; Zambrano, da Piazza del Popolo, a nord; e Pasolini, dal Pigneto, a est.

Anche le Quattro Fontane rappresentano, sotto forma di due dee e di due divinità fluviali, due donne e due uomini: per questo mi è sembrato che, simbolicamente, fosse un luogo ben adatto a questo incontro che, pur non essendoci mai stato, sarebbe potuto avvenire.

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SU GABRIEL VILLOTA TOYOS

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Bilbao, 1964. Dottore in Comunicazione Audiovisiva e professore all’Universidad del País Vasco, dove è stato direttore della programmazione culturale, lavora dagli inizi degli anni ’90 a diverse attività relative alle arti visive e sonore, pubblicando su numerose riviste specializzate, cataloghi e libri.

Tra i lavori precedenti spiccano la curatela della mostra su video e performance “Luces, cámara, acción… ¡corten!” per l’IVAM (Valencia) e MNCARS (Madrid) nel 1997, o il lavoro di ricerca in formato documentario “Devenir vídeo” per il progetto “Desacuerdos” (180’, 2005), prodotto da Arteleku, MACBA e Fundación José Guerrero.

Più recentemente ha curato i cicli su performance, danza e cinema “Cuerpos desplazados” e “Cuerpos desplazados II”, nel Museo Reina Sofía (Madrid, 2015) e Azkuna Zentroa (Bilbao, 2016); ha anche realizzato i programmi televisivi “Toni Serra/Abu Ali. Abrir la visión”, e “Iñigo Salaberria: Caminar para ver (la luz), esperar para ver (la sombra)”per Metrópolis/RTVE (aprile 2021, ottobre 2022).

Dal 2019 cura il ciclo “Voces que caminan”, che è stato presentato in formato radiofonico/podcast per Consonni/AZ (autunno 2019), come ciclo cinematografico (EHUKultura, 2019), e con la mostra “Voces que caminan” nella Fundación Cerezales (León, 2022).

ANDREA VALDÉS – Processi 150

ANDREA VALDÉS, IL VERBO INFIAMMATO


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Il verbo infiammato

Andrea Valdés

2023

Stampa digitale fronte/retro su carta da 90 grammi

42 x 59,4

Serie di tre poster numerati in edizione di 500 copie.

L’installazione è formata da tre manifesti bifacciali che riproducono le copertine originali di tre libri di Carla Lonzi. Sul retro dei manifesti è riportata la dicitura dei verbi che compaiono in ciascun titolo – sputare, parlare, tacere e andare via – e che si riferiscono ad azioni molto significative nel contesto del suo lavoro.

Sputiamo su Hegel, Taci, anzi parla, Vai pure.

 

 

IL VERBO INFIAMMATO, IL PROGETTO

El verbo inflamado (Il verbo infiammato) è un’indagine sulla pensatrice femminista Carla Lonzi, nota per i suoi scritti teorici che l’hanno resa una pioniera del femminismo della differenza, anche se ciò che più mi interessa è riflettere sulla sua traiettoria di vita, segnata da una serie di fratture. In poco tempo, Lonzi ha abbandonato l’arte, ha chiuso con il marxismo e si è separata dal compagno e, in ognuno di questi casi, ha pubblicato un libro. La mia proposta consiste nella scrittura di un saggio su questa figura e sul suo rapporto polemico con il linguaggio, che ha affrontato in modo molto creativo, sia come scrittrice che come fondatrice di Rivolta Femminile, dove la liberazione delle donne non si poneva in termini sociali ma simbolici. Vale a dire, come una presa di coscienza che doveva essere condotta a livello personale e attraverso le parole. In questo contesto, i suoi membri iniziarono a incontrarsi in privato e a condividere le loro esperienze per dare un nome a quelle sensazioni che erano il risultato della loro discriminazione a casa, al lavoro e persino a letto. L’obiettivo di questa pratica era quello di generare un nuovo corpo di conoscenze che sfidasse la cultura egemonica e le sue dottrine, perciò voglio spiegarla in continuità con altri episodi in cui la voce irrompe in modo sorprendente e inappellabile: vinceva il silenzio. Un esempio potrebbe essere quello dei mistici, che sfidavano l’istituzione ecclesiastica comunicando direttamente con Dio; o quello delle Preciosas, che Molière tanto criticava perchè imponevano la loro retorica nei salotti letterari, qualcosa che, a sua volta, potrebbe essere messo in relazione con la rivendicazione di Sara Ahmed della femminista come guastafeste e con la catarsi scatenata recentemente a seguito del #metoo, con il sollievo e la perplessità di molti.


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SU ANDREA VALDÉS

22_VALDÉS_RETRATO WEBBarcellona, 1979. Ex bibliotecaria e autrice del saggio “Distraídos venceremos” (Jekyll& Jill, 2019). Collabora spesso con artisti, in cataloghi e mostre. Le sue interviste e i suoi testi sono stati pubblicati, tra gli altri, su El Estado Mental, il supplemento Babelia e la rivista Contexto. Inoltre, ha tenuto diversi corsi presso l’Institut d’Humanitats di Barcelona, Eina Ideas, l’UB e l’Academia de La Central. Come ricercatrice, si è concentrata recentemente sull’esperienza autobiografica, intesa in un senso ampio e non sempre facile da delimitare, in quanto tende a studiarla a partire da figure o situazioni non convenzionali che sono quelle che utilizza per riflettere sulla validità, la rilevanza e i limiti della scrittura e sulla sua capacità di generare un’identità o di portarla a uno stato critico, sia in campo storico, letterario o artistico.

SARA TORRES-VEGA – Processi 150

SARA TORRES-VEGA

MEDIARE IL FUTURO: ARCHIVIO E MEMORIA IN ARTE ED EDUCAZIONE


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

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28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Il libro Mediar el futuro (Mediare il futuro) parte dall’assenza di archivi d’arte e di educazione per creare un archivio-tavolino rotondo, dal bisogno di stare al caldo di un braciere e dal desiderio di stare vicino a coloro che sappiamo porteranno cose nutrienti all’archivio.

 

MEDIARE IL FUTURO: ARCHIVIO E MEMORIA IN ARTE ED EDUCAZIONE, IL PROGETTO

Mediar el futuro: archivo y memoria en arte y educación (Mediare il futuro: archivio e memoria nell’arte e nell’educazione) è un libro che prende spunto dall’assenza di archivi d’arte ed educazione, nonchè dalla necessità di stabilire meccanismi di documentazione e archiviazione. La prima parte Arca: supervivientes del diluvio (Arca: sopravvissuti al diluvio) celebra e riconosce i pochi casi di archivi che sono sopravvissuti al passare del tempo. La seconda parte Caja: ritos de guardar (Cassa: riti per conservare) fornisce linee guida e chiavi di lettura per qualsiasi professionista, istituzione, dipartimento, associazione o istituzioni per avviare e costruire un archivio utile, sostenibile e situato. La terza parte Mesa camilla: archivo de archivos (Tavolo lettiga: archivio degli archivi) riunisce progetti che spingono a pensare più che a un archivio in senso tradizionale a un luogo dove stare per il bisogno di scaldarsi attorno a un braciere e per il desiderio star vicino a chi sappiamo che porterà cose nutrienti all’archivio. Nell’archivio ci saranno fotografie, documenti, storie… tra gli oggetti ci saranno quelli che gli educatori e le comunità dell’arte e dell’educazione generano nel nostro presente. Seduti sul tavolo, in futuro, altri potranno raccontare le loro storie, perché saranno pronte nell’archivio dell’arte e dell’educazione a mediare il futuro. Read more

PILAR SERRANO BETORED – Processi 150

PILAR SERRANO BETORED

ROMA CITTÀ JAZZ: DONNE STRUMENTISTE E STEREOTIPI DI GENERE NELLA SCENA MUSICALE CONTEMPORANEA


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

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28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

1. Concerto Donne Jazz

2023
Video
Registrazione video del concerto Donne Jazz tenutosi il 16 giugno 2023 nel chiostro della Real Academia de España en Roma, nel quale si sono esibite la pianista italiana Rita Marcotulli e la contrabbassista catalana Giulia Valle.
Link e/o bibliografia


2. Racconto grafico del concerto Donne Jazz
Carla Boserman
2023
Illustrazione inchiostro su carta
A5
Racconto grafico realizzato dall’artista e ricercatrice Carla Boserman sul concerto Donne Jazz tenutosi il 16 giugno 2023 nel chiostro della Real Academia de España en Roma.
Link e/o bibliografia


3. Donne strumentiste del jazz italiano contemporaneo
Strumentiste del jazz italiano contemporaneo esaminate e intervistate nell’ambito del progetto di ricerca Roma città jazz: donne strumentiste e stereotipi di genere nella scena musicale contemporanea.


 

ROMA CITTÀ JAZZ: DONNE STRUMENTISTE E STEREOTIPI DI GENERE NELLA SCENA MUSICALE CONTEMPORANEA, IL PROGETTO

Questo progetto analizza la presenza di donne strumentiste nella scena jazzistica contemporanea della città di Roma, elaborando un catalogo di interpreti di carattere musicologico. Il suo obiettivo principale è rendere visibile l’attività interpretativa e d’improvvisazione di donne strumentiste del jazz, uno spazio fortemente mascolinizzato che è solito relegare la presenza femminile all’interpretazione vocale. La ricerca si sviluppa in tre spazi nevralgici di questo genere musicale nella capitale italiana: la Casa del Jazz, il Conservatorio di musica di Santa Cecilia, che forma future interpreti in diverse specialità strumentali del jazz e, infine, il circuito di locali di jazz dal vivo della città, dove sviluppano la propria attività professionale le interpreti di questo genere.

 

SU PILAR SERRANO BETORED

20_SERRANO_RETRATO WEB

È stata borsista di dottorato in Scienze Umanistiche presso la Residencia de Estudiantes con due bandi consecutivi (2016-2018), con una tesi di dottorato intitolato “La influencia silenciada: Paul Dukas y la música española de la Edad de Plata” e Ricercatrice pre-dottorato nel Departamento de Musicología della Universidad Complutense di Madrid negli anni 2018 e 2019 con una borsa di studio conferita dalla Comunidad de Madrid e il Fondo Economico Europeo per sviluppare il progetto “Mujeres músicas en el Madrid de la Edad de Plata”. Ha sviluppato un progetto di ricerca e recupero della figura della compositrice spagnola María de Pablos, sulla quale ha pubblicato il libro María de Pablos: el sueño truncado nel 2020, e ha coordinato l’edizione e il recupero delle partiture di questa compositrice e la registrazione di un CD con le sue opere.

Attualmente lavora a ricerche su ruoli di genere nella pratica strumentale del flamenco e del jazz, nonché sull’analisi della prospettiva di genere nell’area dell’educazione musicale.

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LUZ SANTOS RODERO – Processi 150

luz santos rodero, CARTE DU CIEL. 64°55°


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
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28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

1. Misura

2023

Micro ricamo a punto croce eseguito a mano con filo di cotone naturale nero su tela di lino.

150 cm x 97 cm

Quest’opera indaga la codificazione del linguaggio utilizzato nella costruzione del telaio a basso liccio e il suo legame grafico con il codice informatico.
L’elaborazione della tessitura a basso ordito richiede alcune fasi, precedenti alla tessitura dell’ordito, in cui vengono analizzati, strutturati e disegnati lo schema combinatorio e l’intreccio delle fibre che guideranno la creazione del tessuto finale sul telaio. Questo schema si ritrova alle origini dei modelli informatici di schede perforate, pionieri nell’invenzione dei nostri attuali computer.
L’opera è composta da un insieme di grafiche ricamate, meta-scritture a cascata, che rappresentano schemi codificati a basso liccio, in cui sono incorporati schemi di codice binario estratti da immagini stellari.

 

2. Oppure

2023

Cucito in ordito/tessuto con filo di cotone mercerizzato su foglia di magnolia essiccata.

20 cm x 8 cm x 5 cm

Appunti su tensioni e trame. Studio che mostra la pratica tessile attraverso micro-orditi tridimensionali e come questi vengono applicati nello sviluppo di strutture geometriche iperboliche.

L’universo in espansione è descritto dalla geometria iperbolica. Questo esercizio di concettualizzazione su una superficie naturale “minima” indaga le possibilità di giocare con le strutture della geometria “hypar” (paraboloide iperbolico). Un’analisi poetica del dialogo che si genera in una semplice composizione geometrica attraverso la tensione esercitata dalla torsione e dalla leggerezza della sua configurazione nello spazio tridimensionale del tessuto vegetale.

 

3. Niente di più

Campione di prova di tessitura continua, realizzata a mano con materiali naturali su telaio precomputazionale TC2.

110 cm x 70 cm

Elaborato dal basso verso l’alto, è suddiviso in tre aree di codificazione simbolica:

  • Studio dei materiali (cotone, seta, lino e filo di rame), dei legamenti e delle trame.
  • Dettaglio degli spettri stellari tessuti mediante l’applicazione di una selezione di legamenti in codice alfanumerico.
  • Fasi / dissoluzione dell’eclissi solare tessuta attraverso l’applicazione di legamenti e l’inserimento di fibra di rame in aree specifiche.

La trama, costituita da un doppio tessuto composto da strati separati dall’intreccio di due orditi e due trame, ne consente la lettura su entrambi i lati.

4. Trattini semicerchi quadrati

2023

Ricami a mano con filo di cotone naturale su tessuto batista antico.

95 cm x 185 cm

Alfabeto astronomico ricamato ispirato alla grafica dei libri di testo dell’inizio del secolo scorso. L’origine astronomica dell’alfabeto.

La precisione dei calcoli necessari per rilevare i dati delle osservazioni effettuate dalle donne “calcolatrici” nel campo dell’astronomia, trova il suo parallelo nella necessità di contare attraverso la scrittura ad ago.
C’è qualcosa di interessante nella fusione delle scale più grandiose e più intime dell’esistenza, quella astronomica e quella profondamente umana del cucito: forse perché i tratti creati dai punti dell’ago lasciano una traccia testuale che trascrive e codifica la conoscenza universale. La creazione di questo alfabeto si concentra su questa strana e curiosa intersezione tra ricamo e astronomia.

 

5. Specola

‘Ross 7 – Orionis’ Stampa di un’immagine scannerizzata (positivo/negativo) di una lastra fotografica del progetto astronomico internazionale “Carte du Ciel” (Archivio della Specola Vaticana) + Targhette perforate in cartone di vecchi telai jacquard.

49 cm x 49 cm

Vediamo stelle dove ci sono solo sfere, cerchi o punti. Nell’astrofotografia il punto stellare è il tempo incapsulato come spazio di determinazione simbolica, una costellazione che delimita una lettura dell’universo. Perché le stelle che vediamo potrebbero non esistere già più.
Le schede perforate sono lastre di cartone che contengono informazioni sotto forma di perforazioni secondo un codice binario. Ogni scheda corrisponde a una linea di scrittura in trama rappresentata dalla presenza o dall’assenza (positivo/negativo) di fori (cerchi/punti) in posizioni predeterminate.

 

CARTE DU CIEL. 64°55°, IL PROGETTO

Carte du Ciel. 64°55° è una ricerca che si addentra negli archivi astronomici, partendo dal materiale fotografico storico di un progetto internazionale dei primi del Novecento, che cercava di mappare e identificare le coordinate astronomiche di milioni di stelle nella volta celeste.

Al progetto aderirono osservatori di tutto il mondo, a ciascuno dei quali fu assegnato un lembo di cielo. La Specola Vaticana avrebbe contato le stelle situate tra i paralleli 64° e 55° nel firmamento della città di Roma. Questo compito sarebbe durato diversi decenni e sarebbe stato portato avanti dal lavoro paziente e meticoloso di quattro monache “calcolatrici” iniziate all’astronomia.

Partendo da questo approccio e incorporando altri riferimenti documentari sul lavoro delle donne astronome di secoli ancora precedenti, la ricerca si addentra nella creazione di una storia virtuale legata alle coordinate tecnologiche del IIIF (Quadro internazionale di interoperabilità delle immagini nelle Gallerie, Biblioteche, Archivi e Musei); e alla sua successiva decodifica visiva attraverso la creazione di strati di scrittura elaborati come tessuti testuali.

Attraverso questo lavoro esploro lo sviluppo poetico e concettuale dei legami tra testo e tessuto come spazio di determinazione simbolica, una costellazione che delimita una lettura e un’interpretazione dell’universo.

 

SU luz santos rodero

19_SANTOS_RETRATO WEB

Laureata in Filosofia e Storia dell’Arte, è tecnica superiore in Arte Tessile, con specializzazione in Biblioteconomia e Documentazione. Lavora a progetti che collegano arte, testo e processi di scrittura tessile.

Ha collaborato con istituzioni come Patrimonio Nacional, Subdirección General de Promoción del Libro e Secretaría de Promoción de Bellas Artes (Ministero della Cultura), MUSAC (Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León), INTEF (Ministero dell’Educazione) o INJUVE; ha svolto soggiorni di ricerca in spazi come Matadero Madrid, Medialab Prado, Inéditos – La Casa Encendida o Fundación Cerezales Antonino y Cinia, promuovendo progetti basati sulla creazione e la produzione culturale in Spagna, Argentina, Brasile e Messico.

@ccopiloto

ANA MINA – Processi 150

ana mina, ARCHIVI DEL PRESENTE: PRODURRE MEMORIA DALLA SOGLIA


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI


Vietnamita

2023

Stampa risografica a due colori di una composizione a collage di una serigrafia e di una fotografia d’archivio su carta 240 g.

A3 (42 x 29,7 cm)

L’immagine è una stampa risografica di una composizione a collage di due immagini, il cielo stampatofrutto dei laboratori di serigrafia per bambini tenuti con il gruppo Microstamperia Quarticciolo nella primavera del 2023 e una fotografia (ricavata da un archivio in rete, di autore ignoto) conosciuta comeejército del pelo largo (esercito dei capelli lunghi), una guerriglia composta interamente da donne contro l’invasione statunitense del Vietnam negli anni ’60.

Vietnamita è il nome in codice delle multicopiatrici o macchine ciclostili che, sotto la dittatura di Franco, producevano materiali clandestini per la resistenza al regime. Il cyclostyle è il predecessore della risografia. Una macchina per fare comunità e sovversione.

Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen (o Il cielo è di tutti) I

2023

Stampa risografia a due colori su carta 240 g.

A3 (42 x 29,7 cm)

Si tratta di una delle due versioni composte dal titolo di un’opera di Walter Benjamin (Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen) e da una stampa di un positivo del fondo serigrafico di tutte le tavole, in rosa fluorescente, caratteristica della risografia.

Il cielo è di tutti è il titolo di una poesia di Gianni Rodari. Il cielo stampato è un cielo infinito e singolare, che non si esaurisce guardandolo, come dice Rodari, né usandolo, né stampandolo. E quando lo si immagina e lo si ricopia, produce altri cieli possibili. Altri immaginari.

Un cielo che può essere condiviso, abitato e riprodotto cento volte e che non si esaurisce mai, né perde il suo valore: perché le stelle appartengono a chi le lavora e la loro rivalutazione non sta nella loro scarsità ma nella loro abbondanza.

Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen (o Il cielo è di tutti) II

2023

Stampa risografia a due colori su carta 240 g.

A3 (42 x 29,7 cm)

Si tratta di una delle due versioni composte dal titolo di un’opera di Walter Benjamin (Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen) e dal fondo serigrafico della prima incisione, di colore rosa fluorescente.

Se non esistessero i funghi, riusciresti a immaginarli?

2023

Stampa risografica a due colori ottenuta dalla combinazione di serigrafia e linografia su carta 240 g.

A3 (42 x 29,7 cm)

Immaginazione e contaminazione come materiale per la trasformazione sociale a partire dalle rovine. Assemblaggi, interdipendenza tra specie e riproduzione sociale. Trafiggere la realtà e difendere i beni comuni.

Idea di incisione basata sulla campagna il Pratone non è (un) vuoto, sui laboratori serigrafici della Microstamperia e sulla lettura de Il fungo alla fine del mondo di Ann Tsing.

Risografia ottenuta a partire dalla stampa serigrafica (fondo) e stampa linografica (seta) ispirata a un’illustrazione di M. F. Lewis tratta da Fungi Collected in Shropshire and Other Neighbourhoods inpublicdomainreview.org.

Il titolo è tratto dalla canzone Altre forme di vita dei Bluevertigo.

Dos chicos que se besan/Dos que se besan/Se besan (Due Ragazzi che si baciano/Due che si baciano/Si baciano)

2023

Stampa risografica a due colori su carta 240 g.

A3 (42 x 29,7 cm)

Questo esercizio di produzione e riutilizzo dell’archivio ruota attorno alla tensione tra pratica e identità. Il titolo originale dell’immagine, dato dal suo autore Bartolomeo Censi, è Due ragazzi che si baciano, un titolo descrittivo, una letteralità che porta con sé una verità. Due secoli dopo, una rilettura censoria dell’immagine l’ha ribattezzatoDue amici fiorentini, un eufemismo ridicolo che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. Il titolo è una decostruzione dell’originale, fino ad arrivare al semplice Si baciano, in un passaggio che contrappone la rilevanza delle pratiche e il peso delle identità (di genere, in questo caso).

Le riflessioni su quest’immagine, sugli usi dell’archivio e su come produrre nuove immagini del presente, sono state un lavoro di collaborazione con Juanpe Navarro, un collega di Processi150, che a sua volta possiede un’altra reinterpretazione grafica della stessa opera, anch’essa realizzata in collaborazione con la tecnica risografica.

 

ARCHIVI DEL PRESENTE: PRODURRE MEMORIA DALLA SOGLIA, IL PROGETTO

La produzione dell’archivio del presente è un tentativo di assemblare tecniche e dispositivi per la registrazione critica dei discorsi e delle pratiche di produzione e riproduzione della realtà contemporanea sulla soglia spazio-temporale della post-pandemia, indagando sotto le superfici egemoniche dell’enunciazione.

Produrre l’archivio presente comporta anche un’attenzione ai formati e alle tecniche che veicolano l’incontro, la collaborazione e la diffusione. Questa proposta si concentra sulla produzione grafica con tecniche risografiche e sulla produzione di pezzi di archivio sonoro.
Formati sperimentali che non si limitano a un oggetto da registrare e catalogare, ma piuttosto a un processo che ci permette di creare e soprattutto di sostenere legami, produzioni e conoscenze collettive, riflessioni incrociate e ibride. Dispositivi che sono macchine di pensiero-azione, di cura e di immaginazione.

Forse l’archivio oggi è una pratica di creazione artistica, volta a tenere aperta la possibilità di abitare il mondo.

A Roma, questo progetto si è intrecciato ed è cresciuto grazie al lavoro congiunto con diverse realtà auto-organizzate della città, in particolare la Microstamperia Quarticciolo e il Comitato Pratone di Torre Spaccata, ma anche una miriade di piccole collaborazioni e incroci con tante altre realtà, spazi e persone, che hanno reso possibile questo processo.

https://memoriapresente.net

 

SU ana mina

18_MINA_RETRATO WEBAna Mina (1977), laureata in Scienze Politiche e con un Master in Studi di Genere, intreccia attivismo e ricerca, producendo e tracciando pratiche collaborative nel campo dell’auto-organizzazione sociale, così come nel campo degli archivi critici come relazione viva con il presente. A partire da un’epistemologia femminista, propone un modo di conoscere che non scinde teoria e pratica, ma costruisce altri modi di rapportarsi al potere e alla conoscenza, nuove prospettive, linguaggi e soggettività che, a partire da problemi comuni, resistono alle crisi del presente.

Negli ultimi anni, sulla base di un precedente lavoro archivistico (hacerlaboratorio.net), ha approfondito le questioni relative alla produzione di archivi autonomi, alla loro gestione, cura e attivazione. È su queste basi che si fonda la proposta che porta a Roma, alla ricerca dell’intersezione di linguaggi artistici e politici che aprono campi all’immaginazione e fronteggiano le sfide contemporanee della precarietà della vita e dell’espansione delle logiche di guerra.

MABI REVUELTA – Processi 150

MABI REVUELTA, LA STANZA DIPINTA


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

1. Dureza, blanca y translúcida (Durezza, bianca e traslucida)
2023
Vetro, acciaio inox, ottone, alpaca, specchio, gomma, tela di voile, pietre granata
Dimensioni: variabili

Oggetti scenici per il film La stanza dipinta. Il giardino di Livia. Si tratta di un totale di 32 oggetti. Gli oggetti sono: 1 maschera a rete in acciaio inox, 4 bicchierini di vetro, 2 cimbali, 2 portacandele in metallo, 1 specchio, 2 bicchierini di vetro, 1 campana di vetro, 1 vaso di vetro rosso, 1 vaso di vetro ambrato, 1 vaso di vetro viola, 4 bottiglie di vetro trasparente, 1 fiasco in vetro trasparente, 2 anfore in vetro trasparente, 4 tappi in vetro trasparente, 4 vasi intagliati in vetro trasparente, 1 barattolo in vetro trasparente chiaro (con coperchio in vetro trasparente, al cui interno si trovano 1 tela di voile rosa e 58 sfere di pietra granata).

2. Tu mano está vacía, el pájaro de fuego ha volado (La tua mano è vuota, l’uccello di fuoco è volato via)
2023
Ferro laccato
Dimensioni: 120 x 120 x 140 cm
Oggetto scenico disegnato da Mabi Revuelta per La stanza dipinta. Il giardino di Livia

3. La stanza dipinta. Il giardino di Livia
2023
Film digitale, colore, suono in stereo, in loop
Risoluzione: 4K
8′ 15”

Prima scena del film La stanza dipinta

Regia e sceneggiatura: Mabi Revuelta
Interpreti: María Ibarretxe e Juan Loriente
Assistenza alla regia: Txuspo Poyo
Direzione della fotografia: Juantxu Beloki
Musiche: Hugo Gómez-Chao
Poesie: Elba Martínez
Panoramica: Iñaki Eskubi
Direzione artistica: Mabi Revuelta
Costumi: Ibai Labega
Realizzazione dei costumi: Sonia Curiel Cuadrado
Registrazione sonora: Gabriel Villota y Elisa Villota
Luoghi de La Stanza dipinta: Necropoli della Banditaccia (Cerveteri), Teatro romano de Tusculum (Frascati), Villa di Poppea (Torre Annunziata), Villa dei Misteri (Pompei), Academia de España en Roma, Palazzo Massimo alle Terme (Roma)
Ringraziamenti: Ángeles Albert, Cristiana Collu, Gabriel Zuchtriegel, Txuspo Poyo, Paco Cao, Miguel Ángel Cabezas, Antonio Pizzo, Gemma Colesanti, Ettore Siniscalchi, Cornelia Lauf, Anna Cestelli, Carlos Tercero, Valeria Beolchini, Rosy Bianco, Serena Gara, Francesca Gali, Vincenzo Bellelli, Carmelo Rizzo, Alberto Villari, Paola Castrignano, Enrico Inserviente, Alessandro Tartaglione, Antonio Irlando, Margarita Alonso Campoy, Brenda Zuñiga-Meneses, Silvia Serra, Amelie Aranguren, Sonsoles Aranguren, Matteo Binci, Manu Muniategiandikoetxea, Julia Fuentesal, Pablo Arenillas, Marcelo Expósito, Hugo Gómez-Chao, David H Falagán, Sara Torres, Juan Pedro Navarro, Estibaliz Sadaba, Gabriel Villota, Elisa Villota e gli altri artisti e ricercatori residenti presso la Academia de España en Roma nel periodo 2022/2023, Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma – CSIC, Comunità montana Castelli Romani e Prenestini, Parco Archeologico di Cerveteri, Parco Archeologico di Pompei.

Link: https://elmundodelivia.wordpress.com/2018/11/25/la-villa-de-livia-en-prima-porta-ii-un-jardin-inmortal/

 

LA STANZA DIPINTA, IL PROGETTO

La stanza dipinta è un progetto transdisciplinare basato sulla natura della rappresentazione nelle pitture murali illusionistiche di domus, ville e palazzi italiani. Si tratta di un film articolato come una prova generale che evoca tre azioni, una delle quali viene presentata in questa mostra. Il prodotto audiovisivo è accompagnato dagli oggetti scenici che ho creato o compilato negli ultimi mesi per configurare l’universo fittizio dell’opera.

In questa scena prendo come riferimento il frutteto dipinto nella sala da pranzo della residenza di Livia, moglie dell’imperatore Cesare Augusto, a Prima Porta, tra il 30 e il 20 a.C.. Sulle pareti del triclinio, semisommerso nella terra, si celebra la freschezza e l’eterna esuberanza della natura: i cotogni e i melograni sono carichi di frutti; gli uccelli svolazzano, immortali, sui mirti, gli oleandri e i lecci. Mentre l’estate arde nei campi romani, tra rose, gigli e crisantemi, un uccello scompare in una gabbia.

La mia stanza dipinta è immaginata a partire dalla geografia intima delle figure incarnate negli affreschi antichi, dalla narrazione del loro contesto storico e dall’interpretazione visiva di una serie di eventi apparentemente privi di importanza per la Storia, ma allo stesso tempo carichi di vita e di un significato profondo.

 

SU MABI REVUELTA

17_REVUELTA_RETRATO WEBLe opere di Mabi Revuelta riflettono su temi universali, presenti nel suo lavoro fin dagli esordi. Costanti nelle sue creazioni sono il rapporto realtà-finzione, la permeabilità dei generi (soprattutto nella confluenza tra letteratura, arti performative, scultura e arti audiovisive) e la ricerca di strategie didattiche per valorizzare l’atto artistico come motore di cambiamento sociale.

Le sue ultime mostre personali, intitolate Acromática. Una partida inmortal, si sono tenute all’Azkuna Zentroa (Bilbao) nel 2020 e alla Sala Principal de Tabacalera Promoción del Arte (Madrid) nel 2021. In quell’occasione è stato presentato il progetto inedito Acromática, sviluppato grazie all’assegnazione della Sovvenzione Leonardo della Fondazione BBVA nel 2016.
Vincitrice del Premio Gure Artea 2016 come riconoscimento della sua attività creativa, nel corso della sua carriera ha ricevuto anche altri importanti sostegni come il Botín Grant for Plastic Arts, con il quale ha ottenuto una residenza artistica presso l’International Studio & Curatorial Program di New York. Ha tenuto mostre in istituzioni come il Museo Guggenheim di Bilbao; l’ISCP di New York; il Museo delle Belle Arti di Bilbao; il Museo Artium di Vitoria; il Museo TEA di Tenerife; il CAAM di Las Palmas de Gran Canaria; La Casa Encendida di Madrid e la Fondazione BilbaoArte.

MARIANA ORANTES – Processi 150

MARIANA ORANTES, CLAVÍCULA


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

1. Entrada al mundo de los muertos (Ingresso al mondo dei morti)

2023

Ricamo in filo di cotone

«Ci affezioniamo alla morte come un albero che affonda nella terra, con una rete nascosta di radici». George Bataille
Dritto: Ricamo in filo di cotone grigio su coperta grezza. Rovescio: treccia tessuta e curata nel laboratorio la crianza mutua de las artes, con la tessitrice, artista e poetessa Elvira Espejo Ayca.

 

2. Cuaderno de notas (Quaderno degli appunti)

Mariana Orantes

2023

15×11 cm

Taccuino con gli appunti, con tutte le idee espresse durante il periodo di residenza, oltre a un’appendice su carta da lucido, uno schizzo per un libro d’artista.

 

3. Video-poema La última puerta (L’ultima porta)

A.C. Pillsbury

1927

Video

1′ 34”
Video d’archivio del 1927 dell’orto botanico del Missouri, realizzato dal fotógrafo A.C. Pillsbury, che mostra la fioritura dei gigli tigrati, del loto sacro e del cotone.

 

4. Video-poema A spectre is haunting Rome (Uno spettro perseguita Roma)

Mariana Orantes

2023

Video

4′ 52”

Registrazioni in diverse zone di Roma, realizzate con un celluare Moto G20 in collaborazione con Sara Torres Vega, e un poema satirico creato con ChatGPT.

 

CLAVÍCULA, IL PROGETTO

Mircea Eliade ha coniato il termine “geografia funeraria” per parlare del territorio mitico-simbolico in cui si svolge il viaggio dell’anima verso la sua destinazione finale. Attraverso una visita nelle gallerie della memoria, ricostruisco la mappa archeologica di un mondo sotterraneo personale che comprende le catacombe romanzate di una chiesa paleocristiana, l’analisi delle figure etrusche rappresentanti il sonno e la morte o il motivo del fantasma marxista che si aggira per le strade di Roma in un mondo definito dal realismo capitalista  Inoltre, come si estende oltre il concetto astratto per diventare un oggetto concreto: un ricamo che rappresenta l’ingresso al mondo dei morti, la ricostruzione di una memoria che abita in una scatola di Petri come se fosse un campione di laboratorio, la finzione di un vaso precolombiano rubata appartenente ai Musei Vaticani e persino nel giardino-tzompantli che Dante ha immaginato di attraversare prima di incontrare i devoti pagani nel limbo.  Questo libro è un accompagnamento attraverso i terreni della narrativa e della non-finzione, perché la violenza che porta con sé l’omicidio di una persona cara ha tante ramificazioni quanti sono i pensieri e i sentimenti che fluiscono nei nostri corpi in tempi e comunità diverse.

 

SU MARIANA ORANTES

16_ORANTES_RETRATO WEBCittà del Messico, 1986. Scrittrice e artista. È stata borsista presso il Fondo Nacional para la Cultura y las Artes de México e presso il Fundación para las Letras Mexicanas. Nel 2020 ha vinto la borsa di studio per la scrittura creativa Montserrat Roig del Comune di Barcellona. È autrice del libro per bambini Érase una vez en Los Beatos (C’era una volta a Los Beatos); dei libri di poesia El día del diente de leche (Il giorno del dente da latte) e La casa vertebrada (La casa vertebrata); nonché dei libri di saggistica Huérfanos (Orfani), La pulga de Satán (La pulce di satana), Los caballeros se quedan a descansar (I cavalieri rimangono a riposare), Visita guiada al mundo de los muertos (Visita guidata nel mondo dei morti) e Paniske o como todo está lleno de diosas. Selezione estate-autunno della Residenza Internazionale d’Arte Can Serrat 2022. Fa parte dei Processi 150 dell’Academia de España en Roma 2022-2023, e il suo progetto sulla memoria, archivi e violenza è stato selezionato per il 9° Programma di Studi Indipendenti del Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona (MACBA) 2023-2024.

ITZIAR OKARIZ – Processi 150

ITZIAR OKARIZ, CONVERSAZIONI CON STATUE PARLANTI


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Conversazioni con le statue parlanti

2023

Video a colori e suono stereo, digitale HD, loop.

Proiezione 1

Monaco: 8′ 33
Lucretia 03: 9′ 41″
Lucrecia 01: 8′ 30″
Lucrecia 01B: 06′ 53″.

Le statue, è un lavoro in corso iniziato nel 2018 che consiste nel conversare con oggetti inanimati, principalmente opere d’arte.
Questi video documentano le conversazioni e le interazioni dal vivo con le statue mentre possono essere osservate e ascoltate dai passanti nei diversi luoghi dello spazio pubblico della città in cui si trovano.

Proiezione 2

Lucretia 04: 6′ 33″.
Monaco: 8′ 33″.
Bibliografia (sulle statue)

Cat Biennale di Venezia.

Testi di: Andre Lepecki, Peyo Aguirre,

Cat Baselland, CA2M, TBK
Testi di: Miren Jaio, Beatriz Herraez,

 

Vignette
2023
Fotografia, collage, carta lucida RC.
85 x 65 cm

Vignette basate sulla documentazione di conversazioni e interazioni dal vivo con statue parlanti, nella tradizione del fotoromanzo.

 

Parlare in potenziale

Performance 28 giugno 2023

Alcune persone incarnano ciascuna una parola di un testo nascosto finché la parola scritta sulla loro pelle non scompare, dal corpo e dalla memoria.

Ignorano la totalità del testo di cui fanno parte, conoscono solo la loro parola, ignoriamo chi sono, ma sappiamo che sono qui.

 

CONVERSAZIONI CON STATUE PARLANTI, IL PROGETTO

Le cosiddette statue parlanti di Roma (“Pasquino”, “Madama Lucrezia”, “Marforio”, “Abate Luigi”, “Il Balbuino” e “Facchino”) sono una serie di sculture antropomorfe in pietra utilizzate dal popolo romano fin dal XVI secolo per fare satira clandestina sul governo e i suoi rappresentanti. I video presentati in mostra documentano le conversazioni e le interazioni dal vivo dell’artista con le statue, osservate e ascoltate dai passanti nelle diverse zone dello spazio pubblico della città in cui si trovano.
Las estatuas (Le statue) è un progetto in corso iniziato nel 2018 da Okariz che consiste nel tenere conversazioni con oggetti inanimati, per lo più opere d’arte.
Fumetti sono collage frutto dell’intervento sui registri fotografici, che raccolgono diversi momenti delle conversazioni tenute con le statue parlanti, alterando la materialità dell’immagine fotografica in una tradizione legata al fotoromanzo, conferendole un’altra temporalità.

 

SU ITZIAR OKARIZ

 

15_OKARIZ_RETRATO WEBSan Sebastian, 1965. Lavora nell’ambito dell’azione e della performance, interrogandosi sulle modalità di regolazione del linguaggio e sulla produzione di segni che ci definiscono. Il suo lavoro -performance vocali, azioni, video, installazioni e testi- esamina i legami tra architettura, territorio, corpo, rituale, sessualità e semiotica. È spesso associata alle pratiche femministe, al punk-rock e alla critica queer delle costruzioni normative di genere. Negli ultimi anni, la sua pratica è stata collegata a forme di trasmissione e pedagogie dell’arte.

Tra le sue performance e i suoi progetti ricordiamo: Out of Residency – Curva Pura, Roma. Ocean Breath at Oralites, Les Laboratoires d’Aubervilles, Parigi (2023). Chapter2 VW en Playbill, Torpedo Theater, Amsterdam. Urak Dakar, Bizkaia Aretoa, Bilbao. Diario de Sueños, Rodeo, Musac, Leon. Aliens are Temporary, Kunstbrücke am Wildenbruch, Berlino (2022). Unquiet Objects, Disjecta, Portland (2021); Oceánica in Moving Words. Rimi Scenekunst. Stavanger, Norvegia. Personae, Els Baluart, Palma di Maiorca. La Noche de las Ideas, MCNARS, Madrid (2021); Las Estatuas, Fundación Oteiza, Alzuza (2020); Bodies of Water, 13a Biennale di Shanghai, Shanghai (2020); Perforado por; Pabellón de España de la 58 Bienal de Venecia, insieme a Sergio Prego (2019); I Never Said Umbrella, Tabakalera, Donostia (2018); Una construcción… CA2M, Madrid (2018); Ideorritmias, MACBA, Barcellona (2017); Itziar Okariz, Kunsthaus Baselland, Basilea (2017).

JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ – Processi 150

JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ, NEFANDO MEDITERRANEO: Scritti di una sessualità passata


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2021-2022

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

 

1. Poster del Ciclo di Conferenze: “Ganímedes sobre el Mediterráneo: Historia(s) de disidencia y sexualidad entre España e Italia” / “Ganimede sul Mediterraneo: Storie di dissidenza e sessualità tra Spagna e Italia”.

Elaborato da Andrés Viedma Guiard.

2023

Stampa digitale su dibond.

42cmx29,7cm.

Poster costituito dalla figura ritagliata de Il ratto di Ganimede di Pedro Pablo Rubens (1638 circa, Museo Nacional del Prado, Madrid, Spagna), incorniciata nel triangolo rosa utilizzato dal nazionalsocialismo tedesco per contrassegnare socialmente le persone imprigionate per reati “sessuali” (omosessuali, trans ecc.).

 

2. Teaser del Ciclo di Conferenze: “Ganímedes sobre el Mediterráneo: Historia(s) de disidencia y sexualidad entre España e Italia”/ “Ganimede sul Mediterraneo: Storie di dissidenza e sessualità tra Spagna e Italia”.

Registrazioni concesse da Abel Jaramillo.

2023

Video

6′

Nell’impegno deciso del trasmissione della conoscenza, è stato programmato anche un ciclo di conferenze che affronta questi assi tematici e può riguardare anche altri periodi storici. Le tre conferenze che compongono il ciclo “Ganimede sul Mediterraneo” si sono svolte in aprile, maggio e giugno presso l’Academia de España en Roma.

L’11 aprile Lidia García (@thequeercanibot), ricercatrice di cultura popolare e folklore spagnolo presso l’Università di Murcia, ha offerto degli spunti sui temi queer e femministi nella copla e in altri formati musicali spagnoli del XX secolo. L’11 maggio Tommaso Scaramella, dottore di ricerca in Storia moderna presso l’Università di Bologna, e Monica Morado, ricercatrice in genere e sessualità presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, hanno discusso di peccati e crimini sessuali in Italia e Spagna durante l’Ancien Régime. Infine, l’8 giugno, come preludio alla settimana dell’Orgoglio LGTBI+ di Roma, Mikel Herrán, ricercatore presso l’Università di Leicester, ha offerto nuove visioni sulla sessualità nel Medioevo, sia nel mondo arabo che in quello cristiano.

 

3. “Conversaciones con el hinojo: Relatogramas de Carla Boserman”. Tres piezas./ Conversazioni con il finocchio: Relatograms di Carla Boserman. Tre opere.

Illustrazione di Carla Boserman

2023

Stampe degli originali su dibond

42cmx29,7cm.

Collaborazione di Carla Boserman e Juan Pedro Navarro Martínez nella quale si traducono nello spazio narrativo tutto ciò che è accaduto in diretta, durante il ciclo di conferenze “Ganimede sul Mediterraneo”. Si compone di tre opere.

La prima si riferisce alla conferenza dell’11 aprile 2023, con Lidia García, “Él vino en un barco: copla y memoria queer en la España Contemporánea” (“Egli arrivo su una barca: copla e memoria queer nella Spagna Contemporanea). Su quest’argomento, nel mio quaderno ho scritto:

“Molte cose mi uniscono a Lidia. Ci siamo conosciuti nel 2017, quando eravamo compagni di ufficio al primo anno di dottorato all’Università di Murcia. Da lì abbiamo sviluppato un’amicizia che è stata alimentata anche dall’ammirazione reciproca per il lavoro dell’altro. Oserei dire che ci sono poche personalità intellettuali come quella di Lidia, in cui la conoscenza e la cura per la costruzione della memoria si combinano con una grazia e una simpatia così naturali. In un soleggiato pomeriggio romano di inizio aprile, la incontro di nuovo. Verso le sei e mezza di sera, cominciano ad apparire curiosi nel chiostro dell’Accademia di Spagna. La sala comincia a riempirsi a poco a poco, fino a riempire l’intero spazio.
Lidia quella sala l’ha riempita di musica. Non aveva bisogno di suonarla. Si è messa al lavoro da sola, cantando “La Parrala”, “La Lirio” o “Libérate”. Con lei abbiamo attraversato la vita e l’opera di personaggi come Concha Piquer e altri artisti folcloristici. Nel momento più fatidico della nostra storia contemporanea, il lavoro di queste donne risulta interessante, proprio perché erano pienamente inserite nel mainstream dell’era franchista. Nonostante questo, sono riuscite a essere un punto di riferimento per la memoria queer spagnola. Hanno costituito una specie di rifugio, una roccaforte di sopravvivenza. Perché la copla, come abbiamo avuto modo di commentare in quel poco tempo che abbiamo potuto condividere insieme, serviva a questo. A canalizzare molte delle emozioni che si potevano esprimere ad alta voce.

Battito di mani, qualche battito di tacchi, molti “ole”. Lidia alza la fronte e inizia a cantare”

La seconda si riferisce alla conversazione tenutasi l’11 maggio 2023 tra Tommaso Scaramella e Mónica Morado Vázquez. “Italia es Sodoma, España es Gomorra: represión sexual en el Mediterráneo Moderno” /”L’Italia è Sodoma, la Spagna è Gomorra: la repressione sessuale nel Mediterraneo moderno”. Ho recuperato un breve testo anche da questa conversazione:

“Monica arrivò all’ora di pranzo, con la sua chitarra alle spalle. Era maggio e il cielo romano era coperto. Non ci conoscevamo, ma sapevo del suo lavoro e penso che abbiamo molte cose in comune. Non mi sbagliavo. Portò con sé la sua luce fiorentina, e ci regalò alcune delle sue canzoni. Monica canta, e questo si nota in ogni parola che pronuncia. Tommaso è arrivato all’ora in cui normalmente si prende il caffè. Anche noi non ci conoscevamo personalmente, ma la sua temperanza mi ha dato sicurezza fin dall’inizio. Le sue ricerche sul Settecento veneziano mi hanno affascinato fin da quando le lessi per la prima volta, in un incontro con il professor Vittorio Frajese alla Sapienza. Monica parla poco l’italiano. Tommaso si cimentava con lo spagnolo. Finalmente si stava realizzando quello che il mio progetto prometteva. L’incontro tra due mondi, così simili e eppure così diversi.

Se questa conversazione si chiama Italia es Sodoma, España es Gomorra (Italia è Sodoma, la Spagna è Gomorra) è perché in alcune delle mie ricerche ho osservato le particolarità della comprensione della sessualità nell’età moderna nei territori italiani. Ho notato che, in alcuni procedimenti giudiziari durante l’Età Moderna, gli italiani che erano perseguitati dall’Inquisizione Spagnola si gratificavano che in Italia era assolutamente normale praticare sesso tra uomini o tra donne. Mentre nella monarchia ispanica si costituisce come un territorio aggressivo, con un chiaro modello persecutorio per certe pratiche sessuali, in Italia si osserva una persecuzione molto più lassista. Monica portò con sé appunti biblici, i testi repressivi scritti da teologi, ma anche qualche storia che rompeva con quel modello binario imposto dal cattolicesimo. Tommaso ci ha invitato al carnevale di Venezia, a rileggere il libertino Casanova, ma anche le pasquinate satiriche contro il Doge Infame, il sodomita Mocenigo.

Da ciò sono sorte altre mille domande”

 
Infine, è importante evidenziare la visita di Mikel Herrán, l’8 giugno 2023. La sua relazione è intitolata “Parecen muy buenos amigos: abrir los ojos ante la diversidad sexual en el Mediterráneo Medieval” / “Sembrano buoni amici: aprire gli occhi sulla diversità sessuale nel Mediterraneo medievale”. Su questo, scrivo:

“Mikel ed io eravamo stati insieme una volta, ma sempre nello spazio virtuale. Nel 2021 ha collaborato con me a “Carne Cruda”, dove abbiamo parlato di travestiti barocchi. In Mikel ci sono due cose che mi hanno sempre affascinato. Un’analisi critica rafforzata da bibliografia e riferimenti, accompagnata dalla capacità di rendere semplice ogni argomento complesso. Forse questo è il segreto del suo successo come divulgatore. Davanti agli schermi, lo spettatore incontra un vichingo, una drag, un cavaliere medievale, che elabora con abilità dei discorsi che riescono a coinvolgere dall’inizio alla fine. Quando Mikel arrivò all’Accademia, quella sera di giugno, il caldo si faceva sentire. Abbiamo preparato il caffè e condiviso molte riflessioni sul lavoro accademico, le prospettive precarie per il futuro, il dover emigrare per costruire una carriera. Anche su alcuni degli argomenti che dovevano essere discussi nell’ultima conferenza del ciclo.

Mikel ha iniziato la sua dissertazione parlandoci degli “Amanti di Modena”, un paio di scheletri che sembrano intrecciarsi. Un segno archeologico dell’affetto, forse di una relazione lunga, o forse di una storia breve. Poco importa. Effettivamente erano due uomini. Su questo, Mikel ci introduce in un quadro spaziotemporale complesso, la penisola iberica nel Medioevo. Ci racconta come nei “mudakarat”, poemi omoerotici andalusi, si trova un’idealizzazione del maschile come vertice della bellezza umana. Ciò non significa in alcun caso una maggiore tolleranza nei confronti di certe pratiche dissidenti. Ma al di là del confine, in quei nascenti regni cristiani del nord della penisola, la repressione contro questi racconti, pratiche e comunità è molto più incalzante. Nella Castiglia, nell’Aragona e nella Navarra medievali era facile collegare il desiderio sessuale tra i maschi a una forma di “maurofilia”.

Su questo riflettiamo. Su come, sempre, ci si addita come l'”altro”. Sulle agevolazioni, ieri come oggi, di creare discorsi di odio basati sulla differenza”.

 

4. Collezione di lastre di lavoro teorico. “ACCADEMIA”. Tre opere.

Juan Pedro Navarro Martínez e Ana Mina

2023

Stampa risografica con scritte a matita suarta di 300 gr.

42cmx29,7cm

Le lastre della collezione “ACCADEMIA” raccolgono tre diverse esperienze di ricerca. Su disegno originale di Bartolomeo Cesi “Due amici fiorentini” (1606), conservato alla Galleria degli Uffizi, ho elaborato uno schizzo con colori fluoro che poi sono stati stampati attraverso la tecnica risografica, in una collaborazione con Ana Mina durante la residenza presso l’Accademia di Spagna nel 2023. Entrambi eravamo preoccupati per la questione della decodifica degli archivi, come elemento che diffonde e allo stesso tempo blocca materiali che devono servire alla costruzione di genealogie e di memoria. Di questo abbiamo discusso ampiamente: https://www.memoriapresente.net/desarchivar-un-beso/
Le lastre ci sono servite come quaderno di lavoro, nelle quali ho avuto la possibilità di trascrivere alcuni appunti personali.

“LASTRA 1. NAPOLI”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

Su questa lastra sono trascritte alcune esperienze di lavoro legate all’ambiente napoletano. In particolare, esse fanno riferimento alla leggenda della Mamma Schiavona o Madonna di Montevergine, una storia del XII secolo che perdura ancora oggi. Racconta la salvezza di due giovani amanti che vengono salvati da una tempesta grazie all’intervento divino.
Fa riferimento anche all’attuale festa della Juta dei Femminielli, che riunisce ogni 2 febbraio migliaia di persone LGTBi che rendono omaggio a questa vergine salvatrice dei “marginali”.

“LASTRA 2. FIRENZE”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

Sul soggiorno a Firenze nel mese di maggio 2023. Ho preso appunti su Savonarola e il suo regno del terrore nella Firenze della fine del XV secolo.
Inoltre, questa illustrazione è servita a fare riferimento al lavoro collaborativo che abbiamo fatto io e Ana Mina sulla base del disegno di Bartolomeo Cesi.

“LASTRA 3. ROMA”

Stampa risografica con scritte a matita.

Carta di 300 gr.

42cmx29,7cm.

L’ultima lastra, che si concentra sulla persecuzione dei matrimoni clandestini celebrati nella Chiesa di San Giovanni a Porta Latina alla fine del XVI secolo.
Raccoglie i testi di Michel de Montaigne nel suo Journal du Voyage in Italie, oltre ad alcuni dati raccolti da me nel lavoro archivistico presso il Tribunale Criminale del Governatore di Roma, con sede a Sant’Ivo alla Sapienza.

 

5. Fanzine Nefando Mediterraneo.

2023

Volume spillato composto da 20 pagine stampa b/n + copertina stampa colore su carta arena bullo natural 100 gr e 140 gr.

22 pagine. Volu

La fanzine è composta da un quaderno di appunti su storia, sessualità, dissenso e convivenza all’Accademia. Contiene racconti di Carla Boserman e interviste a Lidia García, Tommaso Scaramella, Monica Morado e Mikel Herrán.
Nefando, dal latino Nefandus, era il termine che definiva tutte le pratiche sessuali che, annoverate tra i peccati contro natura, suscitavano così tanto “orrore o disgusto” da non poter essere pronunciate ad alta voce con il rischio di offendere la morale. Spesso non potevano nemmeno essere messe per iscritto. Qui si propone di riscattare questi silenzi elaborati intorno al nefando, all’indicibile.

Il mio progetto è stato un vero viaggio. Temporale, soprattutto. Dalle battaglie pittoriche tra Baglione al Caravaggio, ai “baci” di Bartolomeo Cesi, dal cui interesse è nata una collaborazione con Ana Mina su “de-archiviare un bacio” e il cui risultato oggi è la copertina di questo quaderno e alcune stampe fatte con la tecnica risografica. Anche spaziale. Ho avuto la possibilità di comprendere come in ogni territorio d’Italia le genealogie della sessualità hanno costruito usi diversi del corpo e del desiderio. Dai femminielli napoletani, passando per i falò della vanità nella Firenze Medicea, agli scandali di Francesco Sesa nel Milanese o ai matrimoni clandestini nella Roma del Seicento. Nelle pagine seguenti c’è un po’ di tutto quel lavoro. Certamente vedrete qualche traccia della mia esperienza negli archivi storici (Vaticano, Diocesano di Napoli, Accademia di Brera, Uffizi) e del mio processo investigativo.

Ma, soprattutto, questo quaderno vi servirà per registrare la parte più emotiva del mio progetto presso la Academia de España en Roma. In sostanza, ho voluto raccogliere qui alcune narrazioni che sono state raccontate durante il Ciclo di conferenze “Ganimede sul Mediterraneo”, nel quale ho avuto la fortuna di contare Lidia, Tommaso, Monica e Mikel. Tutto questo è spiegato, meglio di quanto non potessi farlo io, dai relatogramas di Carla Boserman.

 

NEFANDO MEDITERRANEO: SCRITTI DI UNA SESSUALITÀ PASSATA, IL PROGETTO

Nefando, dal latino Nefandus, era il termine che definiva tutte le pratiche sessuali che, in quanto peccati contro natura, provocavano così tanto “disgusto o orrore” da non poter essere menzionate ad alta voce per non offendere la morale. Spesso non potevano nemmeno essere scritte. Il progetto “Nefando Mediterráneo” si propone di salvare questi silenzi elaborati intorno al nefando, all’indicibile. A partire dalla disciplina storica e con un interesse primario per il lavoro d’archivio, vengono messi a disposizione diversi artefatti che aiutano i contemporanei a comprendere come le società moderne in Italia e in Spagna durante i secoli moderni abbiano assimilato allo stesso tempo ideali di bellezza e corporeità che rompevano con il panorama morale e intellettuale cattolico, mentre venivano propugnati programmi di controllo e persecuzione di pratiche ed esperienze sessuali non normate.

Grazie alle letture e al lavoro d’archivio continuo, i risultati di questa ricerca si stanno rivelando fruttuosi. È stato possibile comprendere meglio le dinamiche affettive delle persone accusate di sodomia e di altri reati sessuali. Anche i modelli di genere che si articolavano intorno alla mascolinità moderna.

Inoltre, è stato organizzato un ciclo di conferenze, “Ganimede sul Mediterraneo”, che ha affrontato questi assi tematici e ha coperto anche altri periodi storici. Il progetto è stato alimentato dagli interventi di Lidia García, studiosa di cultura popolare e folklore spagnolo, Tommaso Scaramella, dottore di ricerca in Storia moderna, Mónica Morado, studiosa di genere e sessualità e Mikel Herrán, archeologo medievale.

SU JUAN PEDRO NAVARRO MARTÍNEZ

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Mazarrón, Regione di Murcia, 1994. Insegnante e ricercatore. Il suo lavoro si concentra essenzialmente sullo studio del genere e della sessualità durante l’età moderna, sulla costruzione della mascolinità e sulla criminalità sessuale.

Ha conseguito una laurea in Storia, un Master in Studi Avanzati in Storia Moderna (Universidad Autónoma de Madrid) e un dottorato di ricerca in Storia Sociale presso l’Università di Murcia, con un progetto dedicato alla persecuzione del reato di sodomia a Castiglia nel XVIII secolo. Inoltre, è stato professore-ricercatore presso l’Università di Murcia (2017-2022) nell’ambito del bando FPU del Ministero dell’Istruzione del Governo spagnolo. Ha lavorato come assistente alla didattica presso l’Università di Leeds (2018) ed è stato ricercatore in visita presso il CONICET/Università di Buenos Aires (2019) e alla Sapienza-Università di Roma (2023).