CARLA BOSERMAN – Processi 150 (illustrazioni)

SU CARLA BOSERMAN

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É artista, docente e ricercatrice.

Sviluppa progetti in cui il disegno è legato al territorio, alla memoria e alla comunità. Disegna dal vivo e nel contesto. Ha coniato il termine relatograma per definire un modo specifico di fare narrazione grafica. Ha disegnato in contesti di sperimentazione sociale, memoria di quartiere e comunità pastorali. Ha partecipato a spazi sensibili alle pratiche collaborative e di apprendimento come, tra gli altri, la Red de Arquitecturas Colectivas, il MediaLab Prado, il CCCBLab o il Museo Vostell Malpartida. È stata insegnante e coordinatrice del dipartimento di arte presso il BAU – Centro Universitario de Artes y Diseño di Barcellona, artista in residenza presso La Escocesa e Hangar.org. La sua tesi di dottorato è una riflessione critica sulla sua pratica di disegno e attraverso la quale si avvicina all’etnografia. Ha disegnato per il libro di Marina Monsonís La cocina situada (Gustavo Gili, 2021). È membro del gruppo Investigación, Arte y Universidad: Documentos para un debate della Facultad de Bellas Artes, UCM.

@carlaboserman

www.carlaboserman.net

 

GABRIEL VILLOTA TOYOS – Processi 150

GABRIEL VILLOTA TOYOS

VOCI VAGABBONDE DI ROMA / DIVAGAZIONI ROMANE


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane

2022

Installazione sonora quadrifonica

9’15”

Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane è una finzione sonora a quattro voci sotto forma di installazione sonora quadrifonica.

Questa ricerca si basa sui percorsi, reali e figurati, di quattro personaggi storici nel centro di Roma, ognuno dei quali parte da un luogo diverso, per rincontrarsi alla fine in un punto comune, le Quattro Fontane, in pieno centro. I quattro personaggi sono quattro voci poetiche che, per motivi differenti, hanno vissuto nella capitale e percorso le sue strade, ritrovandosi tra il 1963 e il 1964: Pier Paolo Pasolini, María Zambrano, Cristina Campo e Rafael Alberti.

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Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane, IL PROGETTO

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Incontro alle Quattro Fontane / Encuentro en las Quattro Fontane è una finzione sonora a quattro voci, sotto forma di installazione sonora quadrifonica.
Questa ricerca si basa sui percorsi, reali e figurati, di quattro personaggi storici nel centro di Roma, ognuno dei quali parte da un luogo diverso, per rincontrarsi alla fine in un punto comune, le Quattro Fontane, in pieno centro.

I quattro personaggi sono quattro voci poetiche che, per motivi diversi, hanno vissuto in questa città e percorso le sue strade, coincidendo in esse tra il 1963 e il 1964: Pier Paolo Pasolini, María Zambrano, Cristina Campo, Rafael Alberti. Due spagnoli e due italiani, due uomini e due donne.

In questa storia di fantasia, ognuno proviene da un punto cardinale, situato in un quartiere in cui svolgono la loro vita quotidiana: Alberti, da Trastevere, a ovest; Campo, dall’Aventino, a sud; Zambrano, da Piazza del Popolo, a nord; e Pasolini, dal Pigneto, a est.

Anche le Quattro Fontane rappresentano, sotto forma di due dee e di due divinità fluviali, due donne e due uomini: per questo mi è sembrato che, simbolicamente, fosse un luogo ben adatto a questo incontro che, pur non essendoci mai stato, sarebbe potuto avvenire.

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SU GABRIEL VILLOTA TOYOS

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Bilbao, 1964. Dottore in Comunicazione Audiovisiva e professore all’Universidad del País Vasco, dove è stato direttore della programmazione culturale, lavora dagli inizi degli anni ’90 a diverse attività relative alle arti visive e sonore, pubblicando su numerose riviste specializzate, cataloghi e libri.

Tra i lavori precedenti spiccano la curatela della mostra su video e performance “Luces, cámara, acción… ¡corten!” per l’IVAM (Valencia) e MNCARS (Madrid) nel 1997, o il lavoro di ricerca in formato documentario “Devenir vídeo” per il progetto “Desacuerdos” (180’, 2005), prodotto da Arteleku, MACBA e Fundación José Guerrero.

Più recentemente ha curato i cicli su performance, danza e cinema “Cuerpos desplazados” e “Cuerpos desplazados II”, nel Museo Reina Sofía (Madrid, 2015) e Azkuna Zentroa (Bilbao, 2016); ha anche realizzato i programmi televisivi “Toni Serra/Abu Ali. Abrir la visión”, e “Iñigo Salaberria: Caminar para ver (la luz), esperar para ver (la sombra)”per Metrópolis/RTVE (aprile 2021, ottobre 2022).

Dal 2019 cura il ciclo “Voces que caminan”, che è stato presentato in formato radiofonico/podcast per Consonni/AZ (autunno 2019), come ciclo cinematografico (EHUKultura, 2019), e con la mostra “Voces que caminan” nella Fundación Cerezales (León, 2022).

ANDREA VALDÉS – Processi 150

ANDREA VALDÉS, IL VERBO INFIAMMATO


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022/2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Il verbo infiammato

Andrea Valdés

2023

Stampa digitale fronte/retro su carta da 90 grammi

42 x 59,4

Serie di tre poster numerati in edizione di 500 copie.

L’installazione è formata da tre manifesti bifacciali che riproducono le copertine originali di tre libri di Carla Lonzi. Sul retro dei manifesti è riportata la dicitura dei verbi che compaiono in ciascun titolo – sputare, parlare, tacere e andare via – e che si riferiscono ad azioni molto significative nel contesto del suo lavoro.

Sputiamo su Hegel, Taci, anzi parla, Vai pure.

 

 

IL VERBO INFIAMMATO, IL PROGETTO

El verbo inflamado (Il verbo infiammato) è un’indagine sulla pensatrice femminista Carla Lonzi, nota per i suoi scritti teorici che l’hanno resa una pioniera del femminismo della differenza, anche se ciò che più mi interessa è riflettere sulla sua traiettoria di vita, segnata da una serie di fratture. In poco tempo, Lonzi ha abbandonato l’arte, ha chiuso con il marxismo e si è separata dal compagno e, in ognuno di questi casi, ha pubblicato un libro. La mia proposta consiste nella scrittura di un saggio su questa figura e sul suo rapporto polemico con il linguaggio, che ha affrontato in modo molto creativo, sia come scrittrice che come fondatrice di Rivolta Femminile, dove la liberazione delle donne non si poneva in termini sociali ma simbolici. Vale a dire, come una presa di coscienza che doveva essere condotta a livello personale e attraverso le parole. In questo contesto, i suoi membri iniziarono a incontrarsi in privato e a condividere le loro esperienze per dare un nome a quelle sensazioni che erano il risultato della loro discriminazione a casa, al lavoro e persino a letto. L’obiettivo di questa pratica era quello di generare un nuovo corpo di conoscenze che sfidasse la cultura egemonica e le sue dottrine, perciò voglio spiegarla in continuità con altri episodi in cui la voce irrompe in modo sorprendente e inappellabile: vinceva il silenzio. Un esempio potrebbe essere quello dei mistici, che sfidavano l’istituzione ecclesiastica comunicando direttamente con Dio; o quello delle Preciosas, che Molière tanto criticava perchè imponevano la loro retorica nei salotti letterari, qualcosa che, a sua volta, potrebbe essere messo in relazione con la rivendicazione di Sara Ahmed della femminista come guastafeste e con la catarsi scatenata recentemente a seguito del #metoo, con il sollievo e la perplessità di molti.


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SU ANDREA VALDÉS

22_VALDÉS_RETRATO WEBBarcellona, 1979. Ex bibliotecaria e autrice del saggio “Distraídos venceremos” (Jekyll& Jill, 2019). Collabora spesso con artisti, in cataloghi e mostre. Le sue interviste e i suoi testi sono stati pubblicati, tra gli altri, su El Estado Mental, il supplemento Babelia e la rivista Contexto. Inoltre, ha tenuto diversi corsi presso l’Institut d’Humanitats di Barcelona, Eina Ideas, l’UB e l’Academia de La Central. Come ricercatrice, si è concentrata recentemente sull’esperienza autobiografica, intesa in un senso ampio e non sempre facile da delimitare, in quanto tende a studiarla a partire da figure o situazioni non convenzionali che sono quelle che utilizza per riflettere sulla validità, la rilevanza e i limiti della scrittura e sulla sua capacità di generare un’identità o di portarla a uno stato critico, sia in campo storico, letterario o artistico.

SARA TORRES-VEGA – Processi 150

SARA TORRES-VEGA

MEDIARE IL FUTURO: ARCHIVIO E MEMORIA IN ARTE ED EDUCAZIONE


REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 150 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023

28 giugno 2023

 

SCHEDA DATI

Il libro Mediar el futuro (Mediare il futuro) parte dall’assenza di archivi d’arte e di educazione per creare un archivio-tavolino rotondo, dal bisogno di stare al caldo di un braciere e dal desiderio di stare vicino a coloro che sappiamo porteranno cose nutrienti all’archivio.

 

MEDIARE IL FUTURO: ARCHIVIO E MEMORIA IN ARTE ED EDUCAZIONE, IL PROGETTO

Mediar el futuro: archivo y memoria en arte y educación (Mediare il futuro: archivio e memoria nell’arte e nell’educazione) è un libro che prende spunto dall’assenza di archivi d’arte ed educazione, nonchè dalla necessità di stabilire meccanismi di documentazione e archiviazione. La prima parte Arca: supervivientes del diluvio (Arca: sopravvissuti al diluvio) celebra e riconosce i pochi casi di archivi che sono sopravvissuti al passare del tempo. La seconda parte Caja: ritos de guardar (Cassa: riti per conservare) fornisce linee guida e chiavi di lettura per qualsiasi professionista, istituzione, dipartimento, associazione o istituzioni per avviare e costruire un archivio utile, sostenibile e situato. La terza parte Mesa camilla: archivo de archivos (Tavolo lettiga: archivio degli archivi) riunisce progetti che spingono a pensare più che a un archivio in senso tradizionale a un luogo dove stare per il bisogno di scaldarsi attorno a un braciere e per il desiderio star vicino a chi sappiamo che porterà cose nutrienti all’archivio. Nell’archivio ci saranno fotografie, documenti, storie… tra gli oggetti ci saranno quelli che gli educatori e le comunità dell’arte e dell’educazione generano nel nostro presente. Seduti sul tavolo, in futuro, altri potranno raccontare le loro storie, perché saranno pronte nell’archivio dell’arte e dell’educazione a mediare il futuro. Read more